“I tagli ai servizi dell’Ulss 9, che in questa prima fase hanno coinvolto i Contact Center in appalto degli ospedali dell’Azienda Sanitaria, ma che a breve minacciano di colpire gli analoghi servizi svolti all’interno dei Distretti Sanitari, sono la conseguenza di scelte ben precise, confermate e rafforzate anche dall’attuale governo, di non potenziare la sanità pubblica con fondi adeguati e di continuare a finanziare la sanità privata spingendo le persone a rivolgersi ad essa in assenza di una riposta che dovrebbe arrivare dalle strutture pubbliche”.
“Come Sindacato dei pensionati Spi Cgil leggiamo con preoccupazione la relazione del direttore generale al bilancio preventivo 2025 dell’Ulss 9, che inizialmente prevedeva un deficit di ben 143 milioni di euro, poi ridotto, su indicazione della Regione Veneto, a -78 milioni di euro (che comunque rappresenta una crescita del 120% rispetto al dato previsionale 2024 che era di -35 milioni di euro) al prezzo di tagli lineari e altre misure di contenimento della spesa che colpiscono sia l’acquisto di servizi che di farmaci”.
A tutela del diritto alla salute di decine di migliaia di anziane e anziani veronesi, il segretario generale dello Spi Cgil Verona Adriano Filice interviene sulla questione sollevata recentemente dalla Filcams Cgil Verona sugli appalti dell’Ulss Scaligera.
“Leviamoci quindi di torno la foglia di fico dell’intelligenza artificiale e parliamoci molto chiaramente: questi dati e queste misure rappresentano un grido di dolore da parte del sistema sanitario pubblico che non riceve sufficienti finanziamenti” chiarisce Filice.
“Ci dicono che, finora, i tagli riguardino ‘soltanto’ i servizi non sanitari: ma ci rendiamo conto che la qualità della vita di decine di migliaia di anziane e anziani dipende strettamente dalla qualità, dall’adeguatezza e dall’efficienza dei servizi socio-sanitari? Già riceviamo segnalazioni di aperture posticipate, chiusure anticipate e riduzione di orari agli sportelli e alle casse degli ospedali dell’Ulss: come può l’intelligenza artificiale consegnare a mano un esame istologico? Ogni taglio in questo settore ha immediate e pesanti ricadute sugli strati più deboli della società, che già si vedono inculcato il diritto ad ottenere visite specialistiche nei tempi prescritti. Trovarsi nelle condizioni di avere ulteriori problemi a prenotare, pagare o ricevere informazioni sulle prestazioni aggiunge, oltre al danno, anche la beffa”.
“E’ inoltre necessario sottolineare che quando si parla di taglio di servizi non sanitari si parla sempre di lavoratrici e di lavoratori che si vedono tagliare ore di lavoro o anche lo stesso posto di lavoro; esiste la precarietà di chi lavora negli appalti, i primi messi sempre in discussione in discussione in uno stato di precarietà costante. Noi pensionati dello SPI esprimiamo la più totale solidarietà a chi periodicamente vede messa in discussione la sua condizione di lavoro“.
“E se di informatizzazione vogliamo parlare – conclude il segretario – dobbiamo necessariamente affrontare il tema del divario di conoscenze che attualmente preclude l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione ad un largo strato della popolazione non in possesso di adeguate conoscenze e strumentazioni che oggi subisce una vera e propria discriminazione digitale. La realtà oggi è che molti anziani possono accedere ai servizi perché hanno figli, parenti vari o conoscenti che li aiutano non solo nella prenotazione me anche per ricevere i referti ormai scaricati quasi nella totalità da internet . Ma c’è chi non ha nessuno o non trova disponibilità possibili. Quando si parla di innovazione digitale dobbiamo avere ben presente che questo comporta per molti una discriminazione, un mancato diritto di cittadinanza digitale”.