INPS, Carenza di personale con conseguente stato di agitazione

 
 

In tutte le sedi INPS del Veneto domani dalle 10.30 alle 12.30 si terranno assemblee per la carenza di personale.

A Verona, dalle ore 12,00 alle ore 12,30 si terrà un presidio all’esterno della sede della Direzione Provinciale (Via Cesare Battisti)

«Abbiamo deciso di avviare la mobilitazione del personale perché la situazione è davvero critica – dichiarano i rappresentanti sindacali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Unsa, Flp, Usb e Confintesa – le assunzioni previste non bastano a colmare la voragine che si è creata in questi anni, mancato turn-over, pensionamenti. I conti non tornano!»

Il caso Veneto è un paradosso: infatti entro fine 2023 l’Istituto conta di assumere oltre 4 mila nuovi dipendenti in tutta Italia, ma i criteri di ripartizione che verranno seguiti per dislocare questo personale in tutte le sedi penalizzano fortemente alcune regioni, tra le quali il Veneto, dove sono previsti 206 nuovi assunti.

«Nella della provincia di Verona sono previsti 70 nuovi assunti a fronte di 48 uscite per effetto della mobilità nazionale e regionale, senza conteggiare i futuri pensionamenti e a fronte di una carenza di personale attuale pari a 53 unità. E non è detto che i 70 previsti accettino, ci sono state già alcune rinunce – precisano le sigle sindacali – Sono numeri totalmente insufficienti, che rischiano di portare ad una chiusura di sportelli o addirittura delle Agenzie territoriali più periferiche con il conseguente taglio di servizi al cittadino; basti pensare che il personale in uscita rappresenta il 25 % della forza produttiva».
«Ciò non pone problemi solo alle strutture territoriali, ma pone serie criticità anche sul piano nazionale: la scelta di non assegnare personale adeguato anche rispetto ai carichi di lavoro da un lato stressa la componente produttiva nelle sedi, pregiudicando in potenza i servizi, dall’altro rischia di compromettere globalmente il raggiungimento degli obiettivi previsti a livello nazionale».

La giornata di domani sarà la prima delle iniziative che le sigle sindacali contano di mettere in atto «abbiamo il dovere di far comprendere all’utenza il fatto che il cattivo funzionamento dei servizi non è colpa di chi sta allo sportello, ma di una programmazione errata dei vertici dell’Istituto che penalizza fortemente i servizi di prossimità e che puntano ad una centralizzazione delle attività. Per questo il 5 aprile è solo un primo passo per far cambiare questa visione, non escludendo di avviare lo stato di agitazione del personale» concludono.

 
 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here