Inceneritore C.R.E.VEN. Srl: lanciata la petizione su change.org

 
 

Lanciata raccolta firme su change.org contro il progetto di inceneritore di fanghi derivanti da depuratori civili presentato dalla C.R.E.VEN. Srl e una richiesta di controlli su una possibile discarica interrata che si troverebbe a fianco dell’area in cui è previsto l’impianto.


(ne ho parlato anche in questo articolo)

Si è svolta venerdì 14 la conferenza stampa organizzata da Claudio Ferrarini, in rappresentanza del Gruppo minoranze del Consiglio comunale di San Martino Buon Albergo, Carlo Pozzerle, Presidente della 7^ Circoscrizione di Verona e Francesco Merzari in rappresentanza di Associazioni e cittadini, nella quale è stata presentata la raccolta firme sulla piattaforma change.org contro il progetto di inceneritore di fanghi derivanti da depuratori civili presentato dalla C.R.E.VEN. Srl e una richiesta di controlli su una possibile discarica interrata che si troverebbe a fianco dell’area in cui è previsto l’impianto. (qui link: http://chng.it/PMT6Jw5gW6 )

La storia dell’area dell’ex cava Bonettone, parte dagli anni ottanta con l’autorizzazione della discarica al fine della ricomposizione ambientale con scarti della lavorazione del marmo. Nel 2002 arriva l’approvazione del progetto relativo al completamento della ricomposizione finale della discarica e l’autorizzazione di un impianto di trattamento fanghi di pietre naturali.
Segue il fallimento della ditta C.R.A.Ver. Srl (deposito sentenza del 7 dicembre 2017) e conseguentemente viene meno l’autorizzazione per il trattamento rifiuti. A seguito di un sopralluogo 828 febbraio 2018) presso l’impianto per verificarne lo stato generale e la corretta gestione eseguito dal Comune di San Martino Buonalbergo ed al Dipartimento provinciale di Verona di ARPAV è stata rilevata la presenza di limi filtro-pressati derivanti dalla lavorazione di pietra naturale e di marmoresine, di rifiuti liquidi costituiti da acque meteoriche, limi e flocculante, di apprestamenti ed impianti nonché di altri rifiuti e prodotti cessati dalla qualifica di rifiuti derivanti dalle lavorazioni dell’impianto. 

Tale situazione ha conseguito la decadenza dell’autorizzazione all’esercizio con Determinazione n. 779 del 14 marzo 2018 da Parte della Provincia de Verona a cui ha fatto seguito l’escussione l’escussione della somma prestata dalla ditta, attraverso la polizza fideiussoria a favore della Provincia di Verona per la somma di 197mila euro, al fine di consentire al Comune di disporre dei fondi necessari per la gestione dei rifiuti presenti attualmente in modo incontrollato, non avendo provveduto né la curatela né il proprietario del sito.

Ad oggi non risulta essere stata effettuata alcuna rimozione dei rifiuti.

 C.R.E.VEN. Srl prevede di trattare 100.000 tonnellate all’anno di fanghi disidratati pari a circa 300 tonnellate giorno con 25 tipologie di rifiuti. Di questa quantità, dopo la disidratazione, se ne prevede l’incenerimento di 27.600 ton/anno pari a circa 120 ton/giorno.

Da questa situazione societaria fallimentare e dallo stato precario sotto l’aspetto ambientale e normativo del sito, prende avvio la richiesta per la realizzazione di un nuovo impianto di trattamento rifiuti con essiccamento termico di fanghi civili e agroalimentari e loro incenerimento con annessa sezione di depurazione delle acque e scarico nel torrente Rosella. Secondo i contrari alla realizzazione dell’impianto trattasi di una operazione commerciale dei proprietari dell’immobile per sopperire allo stato attuale e non per non doversi farsi carico delle spese per la sistemazione del sito.

L’area vede presenti importanti insediamenti abitativi, produttivi, turistici a San Michele Extra, Ferrazze e San Martino Buon Albergo nel raggio di poche centinaia di metri. Sono state depositate le Osservazioni entro la scadenza del 9 maggio secondo le quali sono presenti elementi conflittuali, ostativi e non superabili fra il progetto C.R.E.VEN. Srl e i piani programmatici del territorio approvati da Regione, Provincia e Comuni:

− C.R.E.VEN. Srl non ha la piena disponibilità dell’area, quindi l’approvazione dell’impianto non può essere acconsentito mancando uno dei presupposti base per fare una richiesta autorizzativa.

− L’impianto è quindi ubicato in netto contrasto con la natura dei luoghi, il relativo carattere di fragilità e sensibilità, nonché incompatibilità, dal punto di vista ambientale e urbanistico, nel confronto di quanto stabilito dagli strumenti di pianificazione di livello superiore e comunale.

− In contrasto con quanto previsto dal Piano di Assetto del Territorio del Comune di S. Martino Buon Albergo (pianificazione locale) sull’area sede del nuovo impianto.

− Il Piano degli Interventi del Comune di San Martino Buon Albergo, cessata la precedente attività, classifica l’area a destinazione agricola con credito edilizio.

− Non sono stati valutati gli effetti cumulativi per le varie opzioni che sono causati dall’impatto sull’ambiente quando si aggiunge ad altre passate, presenti e ragionevolmente prevedibili azioni future.

− Non trova giustificazione e motivazione progettuale la presunta difficoltà di collocamento dei fanghi in agricoltura che peraltro potrebbero essere conferiti all’impianto solo quelli che presentano livelli di tossicità incompatibili con l’utilizzo agronomico.

− Netto contrasto con il dispositivo della determinazione provinciale che vieta di eseguire qualsiasi intervento che potrebbe manomettere le opere di messa in sicurezza sulla superficie della discarica definitivamente estinta. Solo questo potrebbe valere come elemento per respingere il progetto.

− Non è rilevabile alcun prevalente interesse pubblico per il nuovo insediamento, né tantomeno può essere argomentato il principio di prossimità tra produzione e trattamento/smaltimento dei rifiuti.

Non viene evidenziato che a confine della proprietà, e quindi non è stato richiesto il parere di competenza della Sovrintendenza dei Beni Culturali del Veneto, è presente il vincolo monumentale di Forte Vegron, esempio di architettura militare asburgica ante 1800, tanto che questo vincolo ha creato problemi allo sviluppo del confinante progetto PIRUEA in corso di attuazione.

− Incompatibilità con il piano regionale rifiuti. La realizzazione di impianti di trattamento, recupero e smaltimento in aree del territorio non idonee e soprattutto il consumo di suolo destinato all’agricoltura non può più essere giustificato.

− Incompatibilità con le norme tecniche del PTRC: “i nuovi impianti di smaltimento e recupero rifiuti, compresi quelli speciali, sono ubicati nell’ambito delle zone territoriali omogenee produttive o per servizi tecnologici.

− Incongruenza con il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato con DGRV n. 236 del 5 marzo 2015.

− Incongruenza con i piani urbanistici sovraordinati e quello dei rifiuti dove si ribadisce in più punti che in nuovi impianti vanno fatti, ove ne sia dimostrata la necessità, in zone industriali e/o per servizi tecnologici, esattamente il contrario di quello di Creven S.r.l.

− Lo scarico dei reflui avviene nel torrente Rosella con classe di pericolosità idraulica elevata e potenzialmente inquinante, tanto che il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta ha in ben due note, inviate alla Regione, fatto notare che per la particolare condizione ecologica ambientale nonché per le caratteristiche morfologiche e idrogeologiche dell’area, lo scarico di acque reflue nel corso d’acqua Rosella non è accettato.

− Assoluta mancanza di interesse pubblico per il nuovo insediamento, ma interesse economico esclusivamente di tipo privatistico trasformando un’area a futura destinazione agricola in industriale utilizzando impropriamente la procedura del procedimento unico VIA-AIA approvazione progetto.

− Incompatibilità con la mobilità dei mezzi pesanti sulle vie della Polveriera e Mattarana.

«In seguito alla presentazione alla Commissione di valutazione d’impatto ambientale delle nostre osservazioni – precisa Francesco Merzari –  abbiamo fatto partire una petizione online che molti cittadini stanno firmando, abbiamo già raccolto circa 250 firme di cittadini in meno di 2 giorni dall’uscita della petizione». (Link: http://chng.it/PMT6Jw5gW6

Alberto Speciale

 

 
 
Alberto Speciale
Classe 1964. Ariete. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa, amante della trasparenza con un interesse appassionato, inesauribile, sfacciato, per i fatti degli uomini. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. "Sono responsabile di quel che scrivo non di quel che viene capito"

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