«Le paure che gli imprenditori veneti stanno manifestando in questi giorni sono fondate: ricordo che, secondo l’Osservatorio dell’Università di Padova, 386 aziende in Veneto sono in mano alla criminalità, oltre la metà sono a Venezia, 65 a Treviso, 57 a Padova, 13 a Verona. Dati devastanti. Le dimensione delle aziende coinvolte sono medio grandi, la mancanza di liquidità è il fattore decisivo per convincere gli imprenditori ad accettare le offerte dei gruppi criminali. Lo confermano anche alcuni magistrati: come afferma la dottoressa Licia Marino, presidente della Sezione del Riesame, sono ancora troppi pochi gli imprenditori che denunciano. Tuttavia, la stragrande maggioranza degli imprenditori onesti lavora nella paura. Si tratta di una situazione in cui è necessario intervenire. Personalmente ritengo prioritaria la revisione dei codici deontologici, in particolare per i professionisti, come i commercialisti, che sono sempre più cerniera tra il mondo delle imprese e quello criminale. Sarebbe un segnale importante contro i boss e a sostegno degli imprenditori onesti che spesso si sentono soli di fronte alle difficoltà e alle prospettive future».
Lo afferma Francesca Businarolo, deputata M5S e presidente della Commissione Giustizia di Montecitorio.