Scoperte nella pittura veronese di paesaggio dell’Ottocento. E’ questo il tema al centro del sesto appuntamento delle conferenze dei Musei civici, in programma martedì 19 marzo, alle 17.30, nella sala Convegni della Gran Guardia, con l’intervento di Sergio Marinelli.
Sul paesaggio veronese dell’Ottocento vi è infatti la necessità di una ripresa degli studi sull’argomento, fermi ormai da quasi una ventina d’anni. Nel contempo sono comparsi nel collezionismo e sul mercato molti inediti importanti, che hanno modificato, in qualche caso anche radicalmente, la fisionomia artistica nota di alcuni artisti. Sono comparsi anche nuovi interessanti artisti, soprattutto stranieri, prima sconosciuti, che hanno trattato l’aspetto cittadino e il territorio veronese.
Si conferma che il paesaggio diventa il genere prevalente e dominante dell’arte veronese ottocentesca, ribaltando la considerazione dei secoli precedenti che era in favore dell’arte classica, storica e mitologica.
Questa è stata una rivoluzione epocale nella storia e nella storia artistica di Verona, che non è stata mai ben evidenziata in quanto tale.
Il predominio del paesaggio è rimasto poi nel tempo sfuggente, sfocato, nella coscienza storica cittadina per la sua scarsa, quasi assente fissazione nella musealizzazione e la sua scomparsa in un collezionismo privato effimero e di scarsa documentazione.
Da questi dipinti si può ricostruire anche il consolidarsi della nuova immagine della città, vista dall’interno e dall’esterno, dai pittori cittadini e dai viaggiatori.
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Sergio Marinelli
Si è laureato a Milano nel 1973, prima tesi di Marisa Dalai Emiliani. È stato prima curatore, poi direttore dei Musei Civici di Verona, dal 1976 al 1993. È passato come docente e professore associato all’Università di Padova (1993-2001) e quindi all’Università di Ca’ Foscari a Venezia, dove è diventato nel 2003 professore ordinario di Storia dell’arte. I suoi studi riguardano la museologia, la storia della fotografia, la storia dell’arte e della critica, da La costruzione dello spazio nelle opere di Jacopo Tintoretto (1980), a Veronese e Verona (1988), a Franz von Stuck (2006), a Sebastiano Ricci mercante di maniere (2009).
Ha collaborato a mostre in Germania (Monaco di Baviera 1984), Russia (Pietroburgo e Mosca 1985), Spagna (Barcellona 2007), Francia (Montpellier 2006, Caen 2011).
Ha partecipato al convegno per il centenario tiepolesco del 1996 e, in varie occasioni, ha scritto di argomenti inerenti all’artista e al Settecento veneto.
La Galleria, a tutt’oggi di 4 volumi (7 libri), comprende una serie di scritti in materia artistica, affini ma non coincidenti con il genere dell’aforisma e dell’epigramma, per esprimere liberamente e sinteticamente il pensiero sull’arte di ogni epoca, senza gli obblighi oppressivi dello specialismo e la servitù al conformismo dominante. Una nuova immagine poetica della storia dell’arte, con la pretesa della ricerca di una verità, contro le pretese del dominio della tradizione imposta e del plagio della falsa comunicazione.
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L’accesso è consentito fino ad esaurimento dei posti disponibili e ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza (la partecipazione alla conferenze dovrà essere comprovata dalla firma all’inizio e al termine di ogni incontro).
Tutte le informazioni sul sito dei Musei civici.