Il Filarmonico riapre con Antologia verista – Zanetto

 
 

Domenica 9 maggio alle ore 15.30 il Teatro Filarmonico riapre le porte al pubblico dal vivo per la Stagione Lirica 2021, una data dedicata alla Giovane Scuola italiana tra ‘800 e ‘900: Valerio Galli dirige i complessi artistici di Fondazione Arena in raffinate pagine orchestrali e nell’opera Zanetto di Pietro Mascagni, alla sua prima esecuzione veronese. Sul palcoscenico debuttano le primedonne Donata D’Annunzio Lombardi e Asude Karayavuz nella regia di Alessio Pizzech. Scene, costumi e luci sono firmate dagli areniani Michele Olcese, Silvia Bonetti e Paolo Mazzon.

Dopo sei mesi in cui Fondazione Arena è stata vicina al suo pubblico attraverso concerti sinfonici e opere in streaming, canali social, trasmissioni e webtv, il Teatro Filarmonico è pronto ad accogliere nuovamente gli spettatori dal vivo e ad accendere le luci su un’altra produzione completamente nuova per la Stagione Lirica 2021: l’occasione è la prima esecuzione veronese dell’opera Zanetto di Pietro Mascagni (1863-1945), atto unico molto caro al suo autore, che la presentò in anteprima al Conservatorio di Pesaro, da lui stesso diretto, quindi al Teatro alla Scala. Dal suo esordio nel 1896, il titolo ha goduto di una discreta fortuna, vivente l’autore, quindi di occasionali ma significativi riallestimenti con la partecipazione di artiste di primo piano particolarmente affezionate al titolo come Rosanna Carteri, Giulietta Simionato, Renata Scotto, Denia Mazzola.

Mascagni, già popolarissimo per il successo travolgente di Cavalleria rusticana e L’Amico Fritz, rimase colpito dalla pièce francese Le Passant (Il Viandante) del parnassiano François Coppée, divenuta cavallo di battaglia di Sarah Bernardt. Per metterlo in musica, affidò il libretto alla consolidata coppia Targioni-Tozzetti e Menasci che crearono un dialogo in versi per i due personaggi in scena, Silvia e Zanetto, rispettivamente soprano e mezzosoprano en travesti, con uno sguardo sospeso tra gli stilemi noti del melodramma e il decadentismo europeo.

Originariamente concepito per teatri ed editori d’Oltralpe, quindi ripensato per contesti italiani più raccolti, tuttora Zanetto si distingue nella produzione mascagnana per l’estrema raffinatezza dell’orchestrazione e della melodia, alla ricerca di una nuova forma di canto declamato libero che non rinunciasse al calore del teatro musicale italiano, pur tentando nuove vie internazionali nel solco appena tracciato della LiteraturOper. Il risultato è un breve atto unico, in sorprendentemente e personale equilibrio tra tradizione ottocentesca e avanguardie del Novecento.

Zanetto è un giovane menestrello che, sullo sfondo di una Firenze rinascimentale, una sera si imbatte nella bellissima cortigiana Silvia: è proprio lei che vorrebbe incontrare ma Silvia, saputolo, decide di rimanere nell’anonimato e Zanetto dialoga con lei senza riconoscerla. Silvia è colpita dall’aspetto del giovane come lo era stata dal suo canto già udito fuori scena, così tanto da non volerne corrompere l’anima in alcun modo: nonostante le richieste di Zanetto, riesce a dissuaderlo dall’incontrare la cortigiana. Il ragazzo se ne va per sempre e in Silvia, rimasta sola, il dolore per l’innocenza perduta si mescola alle lacrime per il ritrovato senso dell’amore. Il fanciullo che dà il titolo all’opera è appunto solo un passante, ma il dialogo che intesse con la primadonna Silvia cambierà per sempre la vita di entrambi.

Silvia è interpretata da Donata D’Annunzio Lombardi, acclamato soprano dall’ampio repertorio, specialista di riferimento per Puccini e la Giovane Scuola, che debutta nel ruolo al Teatro Filarmonico a fianco dello Zanetto del premiato mezzosoprano turco Asude Karayavuz, già più volte presente sulla scena veronese.

 
 

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