Il Comune lavora per un piano contro la siccità

 
 

Emergenza idrica, il Comune è al lavoro per adottare un piano in grado di gestire con rigore l’ emergenza e per sensibilizzare la cittadinanza sul fatto che l’acqua non può più essere considerata una risorsa inesauribile.

Come previsto dal codice di auto disciplina inviato dal Comitato Istituzionale dell’Ato veronese a tutti i Comuni, si staprocedendo alla mappatura delle utenze pubbliche e alla messa a punto di una procedura per gestire i consumi comunali di acqua potabile e suddividerli tra quelli che non possono essere interrotti (acqua per uso umano) e quelli invece non strettamente necessari (innaffiamento giardini pubblici, campi sportivi, etc.), che saranno ridotti via via che peggiorerà la situazione idrica.

Il testo, una volta raccolti i contributi dei Comuni, sarà  ratificato in Assemblea dei Sindaci dopo Pasqua.

Inserito nel codice anche l’impegno dell’Amministrazione a verificare periodicamente la presenza di eventuali perdite interne ai propri impianti (scarico dell’acqua e rubinetteria dei servizi igienici, sistemi automatici per l’irrigazione, impianti di ricircolo dell’acqua delle fontane), al fine di ottimizzare la portata prelevata dalla rete acquedottistica destinata a tutti gli usi comunali.

“La crisi idrica è un fenomeno a cui serve rispondere in via strutturale perché peggiorerà negli anni – afferma l’assessore all’Ambiente Tommaso Ferrari-. Come Comune da un lato siamo impegnati all’interno dell’ATO per contribuire a politiche di risparmio idrico e siamo convinti che il codice di autodisciplina con diversi livelli di allerta sia un primo passo importante. Dall’altro stiamo studiando interventi che possano recuperare il più possibile l’acqua piovana e inoltre che sleghino il consumo di acqua potabile per usi irrigui di aree a verde e di campi sportivi. Un fenomeno riguarda anche le abitudini quotidiane di ogni cittadino e cittadina veronese. I consumi da acquedotto rappresentano il 10% del totale dei consumi idrici ma anche noi possiamo e dobbiamo fare la nostra parte: abbiamo un consumo procapite molto alto rispetto alla media europea e servono campagne di sensibilizzazione ma anche azioni concrete per ridurre gli sprechi. Per questo crediamo, come inserito nel documento di consultazione dell’Ato, che una delle soluzioni, possa essere quella di inasprire le tariffe oltre un certo consumo di acqua (sopra i 150 l/ab/d) al fine di disincentivare gli sprechi, premiando chi adotta consumi responsabili. L’ulteriore sfida riguarda il comparto agricolo e da questo punto di vista serve una grande alleanza tra istituzioni per un piano per salvaguardare il settore ed innovarlo al fine di renderlo resiliente ad una crisi che sta avanzando”.

 
 

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