L’esperto di clima, ospite della rassegna cinematografica di Bosco Chiesanuova giovedì 29 agosto, ribadisce l’urgenza dell’attenzione alle tematiche ambientali
In un’epoca in cui il riscaldamento globale induce alluvioni, siccità, ritiro dei ghiacciai e innalzamento dei mari, cosa lasceremo ai nostri figli e nipoti? Il climatologo Luca Mercalli se lo chiede nel suo libro, dal titolo emblematico Non c’è più tempo (Einaudi), che giovedì 29 agosto presenta al Film Festival della Lessinia.
Nell’incontro di Parole alte, promosso alle 16 in Sala Olimpica in collaborazione con l’ateneo scaligero, si continua dunque ad approfondire la tematica della venticinquesima edizione della rassegna cinematografica internazionale, dedicata quest’anno alla Madre Terra e alla necessità della sua salvaguardia. Siamo parte della natura, lo dice la scienza ecologica. E se la natura si degrada, anche noi facciamo la stessa fine, sostiene lo scienziato.
Ogni secondo in Italia spariscono sotto cemento e asfalto due metri quadrati di suolo. Eppure il suolo è la nostra assicurazione sul futuro: per produrre cibo, per filtrare l’acqua, proteggerci dalle alluvioni, immagazzinare anidride carbonica. La sua perdita irreversibile è un grave danno per noi, figli e nipoti. Tanto più in epoca di riscaldamento globale che, inducendo fenomeni meteorologici estremi – alluvioni, siccità, ritiro dei ghiacciai e aumento dei livelli marini – minaccia il benessere delle future generazioni.
Sono molti i modi per risparmiare energia evitando di aggravare l’inquinamento atmosferico o per non sprecare inutilmente le risorse naturali che scarseggiano mettendo a rischio il futuro. L’esperto di clima lo sostiene e lo scrive da oltre vent’anni e al Festival di Bosco Chiesanuova propone un compendio di riflessioni, prendendo lezioni di metodo e di vita da Primo Levi.