Il clima condiziona le produzioni veronesi: ripensare a un nuovo modello produttivo

 
 

Si è celebrata sabato 26 ottobre, nella Basilica di San Zeno a Verona la 69ª Giornata del Ringraziamento provinciale. La tradizionale ricorrenza viene festeggiata dalla Coldiretti dal 1951 in tutta Italia con una manifestazione promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) per rendere grazie per il raccolto dei campi e per chiedere la benedizione sulla nuova annata.

L’appuntamento, a cui hanno partecipato centinaia di imprenditori agricoli, Autorità civili e militari, è iniziato con il raduno dei mezzi agricoli davanti al sagrato della Basilica per essere benedetti verso le ore 20 al termine della celebrazione della Santa Messa, officiata dal Vescovo di Verona, Monsignor Giuseppe Zenti.

«La Giornata del Ringraziamento è una ricorrenza importante che ha lo scopo di presentare al Signore gioie e sofferenze, fatiche e speranze del lavoratore della terra, il quale ha un ruolo fondamentale nella società, nella produzione di cibo e nella tutela dell’ambiente. – ha precisato Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Verona – Il messaggio di quest’anno della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace è “Dalla terra e dal lavoro: pane per la vita” evidenzia l’importanza del cibo e del lavoro per una buona vita ma anche l’utile lavoro degli agricoltori. Il pane prodotto ogni giorno, infatti, deve rispettare la terra e i suoi frutti, valorizzandone la biodiversità e garantendo giuste condizioni ed equa remunerazione per chi la lavora, evitando situazioni come le forme di caporalato. Un pane che, nella sua semplicità, non tradisca le attese di cibo buono, nutriente, genuino. Noi agricoltori non siamo quindi solo produttori di materie prime ma di cibo, con la responsabilità di produrlo buono e sano».

Il Vescovo Zenti nella sua omelia ha detto: “Voi da tanto tempo venite a ringraziare Dio sia per le annate buone che per quelle negative. Perché riconoscete che Dio vi è sempre vicino anche nelle avversità. Le avversità hanno due soggetti: la natura e l’egoismo dell’uomo. Le impennate della natura possiamo osservarle ad esempio nel flagello della cimice asiatica che trae origine dalla globalizzazione. L’egoismo dell’uomo domina le leggi umane che si riscontrano anche per la globalizzazione nella concorrenza su livelli di competizione disuguali. L’egoismo umano è alla base di tutti i mali e per contrastarlo serve il buon senso, cioè senso sociale, che dovrebbe avere anche la Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) che dovrebbe fare un patto di equità con gli agricoltori, prediligendo i prodotti del territorio. Infatti, chi produce ha il diritto a un guadagno rispondente al suo lavoro. Voi come coltivatori diretti avete dentro risorse più grandi delle avversità perché non vi arrendete mai e vi affidate a Dio”.

Quest’anno – evidenzia Coldiretti Verona – l’annata agraria è stata fortemente condizionata dai cambiamenti climatici con l’eccezionalità degli eventi atmosferici che è ormai diventata la norma anche a Verona, tanto da essere di fronte ad un’evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti con sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo. Nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua, grandinate si sono succeduti colpendo a macchia di leopardo, durante l’anno, la provincia veronese, provocando ingenti danni alle coltivazioni.

«I cambiamenti climatici – ha evidenziato Giuseppe Ruffini, direttore di Coldiretti Verona – sono anche la causa, insieme alla globalizzazione degli scambi portati nelle campagne italiane, dell’invasione di insetti e organismi ‘alieni’, come la cimice asiatica, che ha causato danni a Verona per circa 80 milioni di euro nell’ultimo anno, con gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico. Non dimentichiamo i danni provocati, poi, dal cosiddetto “moscerino killer” (Drosophila suzukii), ancora difficile da sconfiggere e che ha attaccato soprattutto le ciliegie. Inoltre, l’inverno tiepido, le abbondanti e violente precipitazioni di maggio e l’eccessivo innalzamento delle temperature di giugno hanno reso precario l’andamento produttivo dell’olivicoltura regionale e locale, tanto che si stima una produzione tra il -50 e -60%. E’ evidente che bisogna pensare a un nuovo modello produttivo agricolo e a nuove varietà colturali in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici in atto».

Un’altra problematica molto sentita dagli agricoltori – sottolinea Coldiretti Verona – è quella della fauna selvatica. Lupi e cinghiali hanno causato in questi anni ingenti danni alle imprese agricole di montagna e di collina anche se i cinghiali ormai sono arrivati anche alle porte della città. Una vera e propria invasione nei campi coltivati, nei centri abitati e nelle strade dove rappresentano un grave pericolo per cose e persone. Gli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli allevati e causano indicenti stradali non rappresentano più solo una questione di risarcimenti, ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione. Ora è necessario intervenire in modo concertato tra Ministeri e Regioni per avviare un piano di contenimento efficace.

«Siamo orgogliosi che i prodotti agricoli veronesi siano sempre più apprezzati dai consumatori locali e stranieri. L’export di agroalimentare come vino, formaggi, olio, salumi e ortofrutta cresce, raggiungendo 1,5 miliardi di euro circa – ha aggiunto il presidente Salvagno – Il riconoscimento sociale conquistato dall’agricoltura è il frutto del lavoro di generazioni che ha permesso all’Italia e alla nostra provincia di diventare una delle campagne più green d’Europa con un numero elevatissimo di prodotti alimentari tradizionali censiti, specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e vini Doc/Docg. Ma è riconosciuta anche la nostra leadership in Europa con la crescita del numero di aziende agricole biologiche e la capacità di innovazione grazie alla multifunzionalità che ha portato in campagna in pochi anni un nuovo modo di fare agricoltura con la vendita diretta in azienda e nei mercati a km zero, con agriturismi, fattorie didattiche e sociali».

Anche la provincia veronese ha contribuito con 22.187 a raggiungere la raccolta di 1,1 milioni di firme di cittadini europei per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti con la petizione europea “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo) promossa dalla Coldiretti assieme ad altre organizzazioni europee. L’iniziativa è stata promossa in tutte le piazze d’Italia e ha visto protagonisti giovani, donne e senior compresa l’intera struttura Coldiretti coinvolta in ogni occasione di aggregazione sociale.

 
 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here