Il central Park sara’ pronto prima del previsto. Deadline 2026, presentato il masterplan

 
 

Il Central Park si farà e sarà pronto in tempi brevi, prima del previsto. La deadline è il 2026, quando Verona sarà città olimpica. Per chi parteciperà ai Giochi o vorrà assistervi, il passaggio dalla nostra città sarà infatti obbligatorio. Dovranno pertanto già essere in funzione le opere strategiche previste nella trasformazione dell’ex scalo merci ferroviario di Verona Porta Nuova, che prevede la realizzazione di un grande parco urbano, della nuova stazione ad alta velocità/alta capacità, ma anche delle infrastrutture e dei servizi di supporto.

Per Verona si tratta di una svolta epocale, un progetto che cambierà completamente il volto della città, ne alzerà gli standard qualitativi, risolverà problemi viabilistici che si trascinano da anni, ricucirà due zone della città fino ad oggi separate dai fasci di binari. Il Central Park diventerà il nuovo baricentro su cui orientarsi, la sostenibilità ambientale sarà uno dei suoi punti di forza oltre che elemento attrattivo per gli investitori che contribuiranno a rendere viva quest’area. Solo il restante 7 per cento sarà occupato dai volumi, con destinazioni d’uso funzionali al parco, alla sua fruibilità e alla sua sicurezza; mentre il restante 93 per cento della sua elevata dimensione, 450 mila metri quadrati oggi in buona parte non utilizzati, saranno destinati a verde per l’86% e alla stazione che già oggi occupa l’altro 7%. C’è tempo per definire le percentuali destinate al turistico/ricettivo piuttosto che al residenziale; quel che è certo è che gli edifici presenti saranno quelli necessari ad innalzare la qualità della vita, con un mix di funzioni, dallo sport alla cultura, per renderanno il parco sicuro e accessibile a tutti.

Tra gli elementi qualificanti del master plan, c’è sicuramente l’aspetto legato al miglioramento della qualità viabilistica complessiva del Comune di Verona, come è emerso anche dalla redazione del Pums. Il progetto porta con sè un nuovo HUB intermodale a sud della città, per il quale sarà attivato un nuovo percorso di trasporto pubblico; la creazione di un anello circolatorio per rendere più veloce e meno impattante il traffico veicolare di attraversamento interno al parco e di arrivo alla nuova stazione di Verona Porta Verde; la ricucitura della città con un nuovo sottopasso di collegamento tra stradone Santa Lucia e via Albere, un collegamento diretto tra due quartieri vicini, con benefici sostanziali sulla viabilità e sull’inquinamento di tutta la città. Inoltre, il 14% della superficie totale del parco sarà dedicato alla mobilità dolce, con piste ciclabili quale evoluzione naturale e moderna per migliorare l’ambiente creare un parco vissuto tutti i giorni, in sicurezza e sostenibile.

Dieci mesi a partire dalla firma dell’Accordo di programma, tra Comune, Ferrovie dello Stato e Regione, per avere il documento urbanistico necessario alle fasi successive e procedere già nel 2021 con i primi permessi a costruire. Si potrà procedere con lo stesso iter utilizzato per l’ex Manifattura Tabacchi in un percorso di interesse turistico regionale. Come ha detto il sindaco in Gran Guardia, dove il master plan è stato presentato alla stampa. Erano presenti il presidente della Regione del Veneto, l’amministratore delegato FS Sistemi Urbani, ing. Umberto Lebruto, il vicesindaco e assessore alla Viabilità e l’assessore alla Pianificazione urbanistica e Ambiente.

“Questo è un sogno che diventerà realtà e che cambierà per sempre il volto della città – ha detto il sindaco -. Non ho paura di essere smentito, il Central Park si farà e in tempi ancora più veloci di quanto previsto. Siamo una città olimpica, il 2026 è la nostra deadline e non ci faremo trovare impreparati, ecco perchè già da questo pomeriggio saremo di nuovo al lavoro con Ferrovie dello Stato e la Regione per proseguire in questo progetto. E’ la riqualificazione del cuore della città, la cucitura della ferita che divide il centro storico dalla parte sud e dai quartieri di Golosine, Santa Lucia e Borgo Roma. Quest’area diventerà un grande polmone verde, con una viabilità modificata che andrà a risolvere molti imbuti e che sarà qualificata dalla sostenibilità ambientale. E’ la mia visione di Verona, un tessuto urbano non più diviso in due dalla ferrovia,con uno sviluppo urbanistico basato sulla rigenerazione senza consumo di suolo, togliendo dal degrado edifici ed aree da anni in disuso per restituirli ai quartieri di appartenenza, in una logica in cui lo sviluppo economico e commerciale va di pari passo con quello residenziale.  Il Central Park – aggiunge il sindaco – sarà molto di più di un parco urbano. Diventerà il polmone verde di Verona, ma anche un polo attrattivo per chi viene da fuori, turisti compresi. Sport, spazi ricreativi e culturali, piste ciclabili, aree attrezzate, recupero di edifici storici. Molte città europee hanno già fatto la rigenerazione urbana con la creazione di zone verdi, quello di Verona con l’86% dell’area a parco è ad oggi quello che destina a verde la percentuale più alta in Europa. Anversa è al 75%, Berlino 81%, Barcellona 24%, Lipsia 58%, Milano 57% e Bologna 28%. Gli edifici presenti saranno quelli necessari ad innalzare la qualità della vita, oltre alle strutture di servizio per le ferrovie ci saranno destinazioni sportive, servizi innovativi e spazi per il tempo libero. Un mix di funzioni che rendono il Central park sicuro e funzionale. Oggi è senza dubbio un giorno di cui essere orgogliosi e fieri, dopo tre anni di incessante lavoro. Sono decenni che si parla di realizzare un’area verde in questa zona strategica della città, noi ci riusciremo, Comune, Ferrovie dello Stato e Regione, insieme e con il coraggio di intraprendere strade in salita e nella convinzione di agire per il bene comune”.

“Non posso che fare i complimenti al sindaco e all’Amministrazione – ha detto il Governatore -, questo è senza dubbio uno dei progetti qualificanti di una comunità, in linea con il contenimento del suolo intrapreso dalla Regione ormai da tempo, perchè questa è la direzione da percorrere. La rigenerazione urbana attraverso il verde diventa anche attrazione turistica, la città di Valencia lo dimostra, e Verona diventerà modello a livello europeo. Verona fa parte della grande scommessa dei Giochi olimpici 2026, la cerimonia conclusiva in Arena è sempre stata presente nel dossier. Da oggi si riparte per completare il lavoro, cinque anni per chiudere le partita dell’Alta Velocità/Alta Capacità e del grande parco. La Regione è al fianco del Comune”.

“Quello che presentiamo oggi è un risultato per nulla scontato- ha detto l’amministratore delegato FS Sistemi Urbani, ing. Umberto Lebruto-, il cui merito è della determinazione del sindaco e della sua squadra. Ci siamo visti per la prima volta un anno fa, e ho capito che faceva sul serio. Per Ferrovie dello Stato si tratta di un’opera di grande valore. La previsione di una Porta a Sud della stazione ferroviaria esistente, andrà a ricucire due parti della città divise dalla ferrovia ed accoglierà importanti flussi di persone. Il progetto dello scalo ed il nuovo assetto previsto dal Masterplan andranno a cambiare la mobilità prevedendo una nuova maglia veicolare e ciclopedonale con la previsione di un nuovo sottopasso ferroviario che consentirà di accrescere la permeabilità nord-sud. La riqualificazione dello scalo ferroviario alla quale abbiamo lavorato insieme all’Amministrazione Comunale consentirà la creazione di un Central Park integrato nel costituendo Hub di Intermodalità con scambio tra ferro, gomma, tram, bus e bici, di Verona Porta Nuova – Sud, con una occupazione complessiva di suolo pari al 93%, e in modo residuale solo il 7% delle aree dello scalo saranno occupate da volumi per un mix di funzioni che garantiscano la sostenibilità tecnico-economica della trasformazione, nonché quella ambientale e soprattutto sociale”.

L’assessore alla Pianificazione urbanistica ha ricordato l’excursus dell’area all’ex Scalo Merci. “Da vent’anni ormai è stata riconosciuta la strategicità di questa dismissione – ha detto l’assessore -.Nel 2007 con Zanotto sindaco venne proposta una variante urbanistica mai attuata sullo scalo, con una edificazione a bassa densità e un’alternanza di verde e costruito, ma non venne mai sciolto il nodo più difficile e cioè la realizzazione del parco per la questione della proprietà dell’area. Infatti Rete ferroviaria manifestò l’intenzione di mettere a profitto l’area piuttosto che cederla al Comune, poi con Tosi sindaco venne solo genericamente indicata la necessità di avere un 50% di parco e niente più, negli ultimi anni invece sono stati fatti passi decisivi. Dal 2017 abbiamo ripreso un tavolo di confronto con Ferrovie su tutti i lotti dell’alta velocità, per arrivare nel luglio 2019 al protocollo d’intesa sottoscritto insieme a Regione Veneto e Ferrovie”. L’assessore hai poi sottolineato i benefici ambientali dell’opera, dimostrati da modelli matematici: “Questo è il futuro, l’adattamento climatico è l’occasione per ripensare lo spazio urbano e migliorare le condizioni in termini di comfort”.

Sul fronte Viabilità è intervenuto il vicesindaco e assessore delegato: “I punti di forza della riconversione a parco urbano dell’ex scalo merci, e la creazione di una nuova polarità urbana adiacente alla realizzazione di una nuova stazione ferroviaria ai margini della Fiera, vanno ricercati in una nuova permeabilità tra i quartieri nord/sud oggi divisi dalla ferrovia. Le linee di intervento del PUMS evidenziano quanto sia necessario riconfigurare anche viabilisticamente questo grande spazio urbano. Diventerà un nuovo centro di polarità, grande parco vivo inserito nella rete cittadina. Questa, a sua volta, beneficerà di un nuovo HUB intermodale a sud della città, di una nuova rete viabilistica interna e interconnessione con Santa Lucia, di un nuovo sottopasso di collegamento tra stradone Santa Lucia e via Albere, e di un notevole potenziamento della mobilità dolce, visto che il 14% della superficie totale del parco sarà dedicato alle piste ciclabili”.

 
 

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