I ricercatori del paranormale al castello Bevilacqua

 
 

Sorto nel 1336, il castello Bevilacqua, nell’omonimo comune in provincia di Verona, abbraccia quasi 700 anni di storia. Un gioiello sotto il profilo architettonico e artistico, custode di un patrimonio culturale che la famiglia Iseppi – Cerato ha deciso di mettere a disposizione della collettività dopo sapienti opere di restauro. Sette secoli che portano con sé fascino e curiosità: proprio per questo, la notte tra il 24 e 25 gennaio prossimi, saranno ospiti del castello Bevilacqua i ricercatori di Epas (European Paranormal Activity Society). Epas nasce nel 2011 come associazione dedita allo studio del paranormale. Nel corso degli anni, però, ha focalizzato la propria attenzione sulla riscoperta di quei tesori che l’Italia ha da offrire: in questo modo la ricerca sui fenomeni inspiegabili e misteriosi è divenuta una rampa di lancio per raccontare, e far scoprire, luoghi ed edifici che rendono il nostro Paese meraviglioso e unico. I ricercatori raccontano la storia, l’arte e le leggende attraverso veri e propri documentari, spesso avvalendosi dell’esperienza di studiosi locali. I video vengono poi mostrati durante convegni e conferenze, ma anche pubblicati sui social network e sui canali Youtube dell’associazione: “Epas conta operatori in tutta Europa e appassionati in tutto il mondo – commentano Massimiliano Maresca e Giuseppe Ferrara, rispettivamente presidente e vicepresidente – in questo modo riusciamo a raggiungere un bacino di spettatori ampio e internazionale, contribuendo alla conoscenza e alla valorizzazione del nostro patrimonio”.

Ma come recita l’acronimo Epas, anche l’indagine paranormale rappresenta un aspetto importante della ricerca. “Certamente – continuano Maresca e Ferrara – ma non dobbiamo pensare alle spettacolarizzazioni che oggi spopolano in televisione o sul web. Noi non diamo la caccia ai fantasmi, non siamo ghost hunters e non andiamo alla ricerca di spettri o demoni. Effettivamente non escludiamo che la realtà che ci circonda possa nascondere aspetti misteriosi e insondabili, ma questi vanno indagati con onestà intellettuale e serietà scientifica. Nella maggior parte dei casi le nostre indagini contribuiscono, piuttosto, a sfatare voci di corridoio prive di fondamento: racconti e dicerie che spesso ammantano di una fama negativa e ingiustificata territori e monumenti. Allo stesso tempo, però, amiamo raccontare la storia partendo proprio dalle leggende che per natura un castello trecentesco porta con sé: una chiave di lettura che mantiene vivo il fascino e la magia di un luogo così antico”.

 
 

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