I danni dei dieci anni di amministrazione Tosi

 
 

I danni dei dieci anni di amministrazione Tosi iniziano a farsi sentire, ed è solo l’inizio. L’esempio più drammatico è la situazione in cui è stata ridotta Verona Sud, con la pianificazione di circa 3 milioni di metri cubi di commerciale, terziario, alberghiero, ricettivo e direzionale, oltre a 1 milione di metri cubi di residenziale. La non pianificazione urbanistica, che ha congestionato di centri commerciali la Zai, intasando di traffico viale delle Nazioni e viale del Lavoro, le due arterie che ricevono e conducono gli automezzi al più importante casello autostradale, quello di Verona sud, ed alla Fiera. Le scelte della non pianificazione di Tosi hanno causato a quella zona gravi problemi di inquinamento atmosferico ed acustico che, una volta terminati i vari interventi approvati, la renderanno invivibile.

Emblematico è quanto accaduto all’area di fronte alla fiera: nel 2009 fu acquisita dalla Polo Finanziario SPA l’area degli ex magazzini ortofrutticoli attraverso la permuta di Palazzo Forti e dell’annesso isolato, valutati circa 33 milioni di euro. Lo scopo era di fornire alla Fiera spazi ed eventuali strutture per facilitarne lo sviluppo. Questo è quanto aveva affermato l’allora assessore alla pianificazione per giustificare l’operazione: «…un’area strategica per la città, torna in possesso del Comune e ci permetterà di garantire il futuro sviluppo della Fiera, uno dei principali volani per l’economia della città…». Logica che è stata totalmente smentita nel 2015, quando la stessa area è stata venduta all’Esselunga per 27 milioni e mezzo. Un cattivo affare per il Comune e per i veronesi che perdono più di 5 milioni di euro e uno dei più preziosi edifici del lascito Forti, in cambio di un altro supermercato in ZAI.

Il metodo assunto dalle giunte Tosi di non pianificare oggettivamente il territorio, ma di concedere la delega agli operatori privati di programmarlo in base ai propri interessi economici, per alcuni rappresenta progresso e sviluppo, in realtà si tratta solo di cattiva amministrazione e di pessima urbanistica.

Ma gli atti amministrativi che maggioramene hanno qualificato le amministrazione Tosi come negative e nocive per la città di Verona ed i suoi cittadini, sono stati quelli che, approvati poco prima della fine della legislatura, stanno condizionando pesantemente le scelte urbanistiche della nuova amministrazione. Con l’approvazione in extremis da parte di Tosi della “pubblica utilità” al piano di riconversione dell’ex Arsenale in project financing della società Italiana Costruzioni, di fatto l’ex sindaco ha voluto vincolare la nuova giunta ad una sua scelta, anche se non condivisa dalla nuova maggioranza. Ora, lo stesso Tosi, anziché vergognarsi per un tale affronto nei confronti della volontà popolare, ha l’arroganza di intimorire i consiglieri comunali a non votare la delibera di annullamento della “pubblica utilità”, prospettando la minaccia di gravose penali. Situazione questa che ha voluto creare proprio lui. Il secondo caso è quello del centro commerciale che interessa un’area di circa 200.000 mq per una Superficie Utile Lorda (SUL) di 52.400 metri quadri, approvato da Tosi allo scadere del suo mandato. Si trova a Verona est, a sud della grande rotatoria oltre Madonna di Campagna, nella zona denominata La Cercola. Nel progetto, su 52.400 mq utili, circa 24.500 mq sarebbero destinati per il centro commerciale, 20.000 mq ad uso residenziale e circa 7.900 mq per il terziario. Va considerato che a poca distanza, circa 1.000 metri, si trovano i centri commerciali di “Verona Est “ e de “Le Corti Venete”.

Perché l’ex sindaco Tosi ha voluto vincolare pesantemente le scelte territoriali della nuova amministrazione? Non certo per motivi di equilibrio urbanistico o per il bene della collettività.

Giorgio Massignan (VeronaPolis)

 
 

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