Riceviamo e pubblichiamo la nota di Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune.
“L’audizione parlamentare della Corte dei Conti sullo stato di salute delle fondazioni lirico sinfoniche ha ribadito molti dei dati e dei concetti già noti da tempo, sui quali tuttavia gli attuali vertici Fav si ostinano a non intervenire.
Un primo segnale positivo è che l’amministrazione comunale ha finalmente fissato la data del consiglio straordinario sulla Fondazione Arena che la prossima settimana potrebbe deliberare il raddoppio dei contributi alla Fondazione Arena. Per regolamento avrebbe dovuto essere convocato entro il 2 ottobre ma che dopo vari rinvii dettati da incomprensioni interne alla maggioranza è slittato a martedì prossimo 30 ottobre. Hanno assicurato la presenza il Sindaco e le organizzazioni sindacali, si spera interverrà anche la Sovrintendente.
I dati della Corte dei Conti ci dicono che l’erosione del patrimonio netto disponibile in Fondazione Arena ha raggiunto il valore negativo di meno 10,4 milioni di euro, mentre il patrimonio nominale è di soli 18 milioni di euro a fronte dei 36 milioni del teatro comunale di Bologna e dei 102 milioni della Scala di Milano. E’ evidente la necessità di una ripatrimonializzazione che solo i soci fondatori possono fare. Come Verona e Sinistra in Comune abbiamo già depositato una proposta, che cosa aspetta l’amministrazione comunale ad elaborare un piano?
Occorre poi sottolineare che tutti i dati snocciolati dalla Corte riguardano gli anni horribilis 2015 e 2016, quindi la prima cosa da fare è attualizzare i dati relativi al debito – comunque già in contrazione dai 28,6 milioni del 2015 ai 26,5 milioni del 2016 – e al costo di lavoro, anch’essi sulla via di riduzione con un meno 15% tra il 2015 e il 2016.
La morale della favola è nota: in Fondazione Arena c’è chi, a partire dai lavoratori, ha già fatto la propria parte, mentre altri non l’hanno fatta. Ad un anno e mezzo di distanza dalle promesse elettorali della nuova amministrazione, tutta l’eredità della gestione Tosi-Girondini è ancora lì a fare da zavorra al rilancio. Parliamo del finto museo dell’opera Amo; delle conseguenze sul bilancio dei giochetti contabili della stagione 2013; dell’apporto insignificante in termini economici ma ingombrante all’atto pratico dell’extralirica; della gestione opaca della macchina amministrativa della Fondazione Arena che da ultimo ha visto uno scontro al calor bianco sull’appalto della biglietteria.
Dal punto di vista economico la risposta alle critiche della Corte dei Conti sulla scarsa contribuzione degli enti locali è in parte già contenuta nella mozione che verrà votata al consiglio straordinario di martedì. Si prevede infatti di impegnare l’amministrazione a raddoppiare il contributo annuale alla Fondazione Arena; di intervenire presso la regione Veneto affinché venga aumentato anche il contribuo regionale e a relazionare al consiglio comunale sull’andamento dei conti almeno una volta all’anno”.