Fondazione Arena: se non ci fosse squallore, la “Squadra” meriterebbe una pernacchia

 
 

“Il 2018 si era concluso per i lavoratori della Fondazione Arena di Verona nel peggiore dei modi: nessun concreto rilancio, perseveranza nella mala gestione, incarichi dirigenziali e appalti arbitrari e opachi, e, in ultima istanza, la minaccia per i lavoratori di dover restituire alla Fondazione quantità economiche indebitamente erogate dalla precedente amministrazione“.

Questo l’incipit a firma Potere al Popolo che insiste sulla difficile situazione dei lavoratori di Fondazione Arena.

“Si trattava – si legge nella nota – di parti economiche spettanti ai lavoratori che vanno sotto il nome di “Premio di Efficienza” e “Premio di Produzione”, da elargire in presenza di pareggio di bilancio. Peccato che, in riferimento agli anni 2014 e 2015, nel periodo di gestione dell’amministrazione Tosi-Girondini, tali premi risultarono erogati indebitamente, in quanta il pareggio di bilancio non risultò non esserci.

La spinosa questione è venuta alla luce solo nell’autunno del 2018, quando il disastro di quella gestione aveva portato i lavoratori a subire un lungo commissariamento, la sospensione dell’attività e della retribuzione per due mesi all’anno per un triennio e la barbara chiusura del Corpo di Ballo, con conseguente licenziamento dei tersicorei.

Mentre le promesse elettorali della nuova amministrazione Sboarina iniziavano a sciogliersi come neve al sole, si assisteva alla penosa diatriba che ha visto la nuova Sovrintendente Cecilia Gasdia, nota Soprano veronese, rinunciare di fatto alle proprie prerogative in favore del nuovo Direttore Operativo Gianfranco de Cesaris, noto venditore di camion, prima scelta del sindaco Sboarina per la  Sovrintendenza, poi cassata dal Ministero.

In questo goliardico spirito che coinvolgeva la “Squadra” dirigenziale tanto difesa e decantata dallo sportivo Primo Cittadino, ecco arrivare l’ennesima stangata ai lavoratori: i premi erogati non erano leciti, si prega di restituirli.

Si è trattato evidentemente della proverbiale ultima goccia; i lavoratori hanno occupato la rappresentativa Sala Ettore Fagiuoli, sala di rappresentanza della Sovrintendenza, come già avvenne nel 2015 e sfiduciato la Direzione. Da allora i rapporti sindacali si sono di fatto interrotti e non si è avuto più che qualche blando impegno della “Squadra” ad affrontare la situazione, dicendosi per altro vicina ai lavoratori e sensibile alle loro istanze.

L’impegno (blando) e la sensibilità della “Squadra” hanno portato all’epilogo degli ultimi giorni: i lavoratori si sono visti recapitare a casa una raccomandata in cui la Fondazione, dopo aver consultato l’Avvocatura di Stato, si dice impossibilitata ad agire altrimenti dal richiedere indietro i soldi agli avidi dipendenti, però disposta ad accordare rateizzazioni o altre forme di rimborso. I rimborsi sono stati chiesti a tutti i dipendenti in forza negli anni ‘14 e ‘15, sia stabili che aggiunti, addirittura agli stessi danzatori che nel frattempo sono stati licenziati.

A conclusione della squallida vicenda ci si aspetterebbe, come nella migliore commedia all’italiana, una sonora pernacchia alla “Squadra”, ma purtroppo questa faccenda resta solo squallida e molto poco divertente.

Potere al popolo ritiene che le responsabilità di questa ultima situazione siano ben note e depreca che le conseguenze ricadano ancora una volta sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici. Se dei soldi devono essere restituiti, che vengano richiesti a chi ha creato il danno con una sciagurata gestione“.

 
 

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