Fondazione Arena presenta gli allestimenti straordinari del Festival

 
 

Dopo l’innovativa stagione 2020, che per la prima volta ha portato il
palcoscenico dell’opera al centro dell’Anfiteatro, anche per il 2021
Fondazione Arena presenta una stagione che rilegge in maniera tecnologica
gli imponenti spazi areniani
, in una nuova narrazione che vuole idealmente
abbracciare tutta la bellezza italiana avvalendosi della collaborazione con
eccellenze museali, espositive, artistiche e culturali di tutto il Paese.
Gli ultimi accordi sono in fase di definizione e l’elenco completo di tutte
le Istituzioni coinvolte sarà oggetto di comunicazioni successive.

Quando a febbraio, in piena emergenza sanitaria, nel buio totale di
previsioni sul futuro, Fondazione Arena ha deciso di confermare il Festival
2021 mantenendo invariati titoli, date e cast, è risultato evidente che la
normativa in essere imponeva la necessità, da un lato di snellire le
produzioni con un progetto basato sulle nuove tecnologie, che fosse anche
l’opportunità di sperimentare nuovi linguaggi artistici per l’Arena del
futuro; dall’altro lato è emerso chiaramente che solo i lavoratori del
Teatro potevano mettersi immediatamente a servizio e protezione dell’Arena
per sviluppare tale progetto nei tempi e con le modalità dettate dalla
particolare contingenza storica: è nata dunque l’idea di affidare tutte le
nuove produzioni ad una identità collettiva costituita dalle storiche
risorse areniane e guidata dal Sovrintendente e Direttore Artistico Cecilia
Gasdia.

Questa vera e propria compagine artistica lavora dunque da mesi in modo
dialettico per sostenere un progetto innovativo e sperimentale con tutte le
proprie conoscenze, l’esperienza e l’amore necessari per gestire in rapidità
le innegabili complessità e criticità degli spazi areniani. La scelta,
inedita e rinnovatrice, è poi divenuta una vera opportunità per testare idee
nuove e ipotesi di lavoro future, da affrontare con la dovuta serenità
quando si tornerà nell’alveo della normalità post pandemica. Dunque,
un’unica firma corale per sei nuove opere e due appuntamenti sinfonici. In
questa cornice, sperimentale nei modi e nei mezzi, si inserisce l’idea in sé
etica, di legare Fondazione Arena alle grandi eccellenze museali e culturali
del nostro Paese, anch’esse chiuse per lunghissimo tempo, alle quali l’Arena
aprirà uno spazio divulgativo internazionale, trasformando la bellezza
italiana in un tassello importante della narrazione sinestetica propria
della forma d’arte operistica.

Verranno messe in scena nuove regie e allestimenti più snelli, meno invasivi
soprattutto per le movimentazioni di retropalco, nella cui narrazione
troveranno uno spazio significativo parte dei capolavori conservati nelle
eccellenze museali italiane in un ideale gemellaggio artistico che abbracci
tutto lo stivale.

L’elemento di novità più significativo è dunque il coinvolgimento di alcune
tra le maggiori Istituzioni culturali del mondo
: anch’esse profondamente
segnate dalla pandemia, tornano a vivere a cielo aperto nella suggestiva
cornice areniana. Ciascuna di esse darà infatti uno specifico contributo
all’interno della drammaturgia di un’opera, in una equilibrata sintesi tra
l’iconografia, la tecnologia di 400 mq di ledwall e gli elementi di
scenografia che caratterizzeranno i singoli allestimenti. Proprio per
valorizzare la potenza visiva delle nuove tecnologie impiegate, il gruppo
creativo areniano si avvale della collaborazione di D-WOK, coordinata da
Paolo Gep Cucco, massima compagnia italiana nella creazione di entertainment
e video design per grandi eventi sportivi e teatrali, dalle cerimonie di
campionati mondiali alle più recenti prime del Teatro alla Scala trasmesse
in mondovisione.

Ogni titolo del calendario avrà dunque il suo riferimento e la sua matrice
d’ispirazione in una o più eccellenze espositive del patrimonio italiano e
della Città del Vaticano
: Biblioteca Apostolica Vaticana e Parco
Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi collaboreranno per
tratteggiare un contesto visuale che narri nel dittico di apertura la
cultura e tradizione popolare siciliana, con particolare riferimento
all’ambito religioso, che caratterizza Cavalleria rusticana; per Pagliacci,
invece, si avranno suggestioni felliniane in collaborazione con il Museo del
Cinema di Torino e il Fellini Museum che il Comune di Rimini inaugurerà a
breve.

Per Aida invece Fondazione Arena ha individuato il proprio partner narrativo
ideale nel Museo Egizio di Torino, le cui straordinarie collezioni, fra le
più importanti al mondo, fungerà da elemento caratterizzante nella
dialettica tra le pietre romane dell’Arena e l’iconografia egizia.

In Nabucco entrerà in campo la collaborazione con il Museo Nazionale
dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara per un excursus sulla storia
dell’ebraismo italiano dalle origini agli anni ’40 del Novecento.

Turandot nasce invece dal dialogo con il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico
di Parma, luogo non solo di scoperta di tesori di epoche e popoli lontani,
ma anche di incontro, ricerca ed apertura a culture tradizionali e remote,
una realtà che ha accolto l’invito dell’Arena di Verona, condividendone lo
spirito di indagine e tensione verso la bellezza.

La Traviata, capolavoro verdiano costruito intorno ad una protagonista
assoluta di inedita forza e profondità e di sconvolgente impatto sulla
società dell’epoca, nasce da un percorso di studio sulla figura femminile in
tutte le sue declinazioni grazie alla ricca collezione delle Gallerie degli
Uffizi di Firenze.

Nella serata Verdi Requiem i complessi artistici areniani celebrano i 120
anni dalla scomparsa del grande compositore con la sua massima opera di
questo genere: sacra e umana, teatrale e intima al tempo stesso, offre
spunti di riflessione e memoria illuminata dal monumentale patrimonio del
Sito Archeologico di Paestum e del Parco Archeologico di Pompei.

Complementare a questa serata evento è la IX Sinfonia di Beethoven,
creazione che ha cambiato per sempre la storia della musica: il suo perfetto
“abbraccio alle moltitudini” citato nell’Ode alla gioia di Schiller messa in
musica dal genio di Bonn, è idealizzato in un percorso curato dalla
Fondazione Alinari per la Fotografia focalizzato sull’iconografia delle
piazze, simbolico luogo d’incontro universale, come universale è la sinfonia
e il suo messaggio extramusicale di gioia e speranza.

Completano il cartellone altre serate evento uniche, con l’atteso debutto di
Jonas Kaufmann, oltre al ritorno della danza con Roberto Bolle and Friends e
a quello di Plácido Domingo, divenuti veri e propri beniamini
areniani/creatori del mito dell’Arena.

Fondazione Arena racconta al mondo con il suo 98° Festival l’eccellenza
delle maestranze areniane tutte, uscendo dalla logica personalistica del
nome di richiamo, e al contempo mette l’accento sui grandi i tesori del
Paese, dai più celebri ai meno noti, in un vero progetto corale che, in
ultima sintesi, vuole anche essere metafora dello sforzo collettivo di tutta
la società per uscire dalla crisi. Saranno racconti nei quali si fonderanno
i linguaggi artistici, visivi e musicali e dove le Istituzioni culturali,
unite tra loro, daranno vita ad innovative collaborazioni mai prima d’ora
presentate sul palcoscenico areniano.

«È una grande giornata – dichiara Federico Sboarina, Sindaco di Verona e
Presidente di Fondazione Arena – sono stati raggiunti obiettivi importanti,
nonostante il periodo molto complicato. Quando abbiamo cominciato a lavorare
a questo Festival, non solo non esisteva la possibilità di una capienza
speciale, nostro primo traguardo, ma non esisteva nemmeno la possibilità di
mettere in scena spettacoli. Oggi presentiamo l’altro grande traguardo
raggiunto: collaborazioni di prestigio con grandi realtà culturali nazionali
e non solo. Scelte coraggiose e innovative, possibili grazie a tutti i
collaboratori di Fondazione Arena. Vogliamo che le persone vengano a Verona
perché abbiamo da offrire loro spettacoli unici al mondo, in un teatro unico
al mondo, nella più assoluta sicurezza dal punto di vista sanitario. Il 98°
Festival areniano riparte e con molte novità ad alto tasso di innovazione.
La più importante è la collaborazione della Fondazione, per la prima volta,
con 11 istituzioni culturali di prim’ordine. Le eccellenze italiane ferme da
molti mesi ripartiranno dal nostro teatro, calamita e perno della rinascita
musicale e culturale di tutto il paese».

 

 
 

1 COMMENTO

  1. Il 98* Festival areniano? Sboarina è rimasto indietro di almeno 10 anni. Nel 2013 e stato festeggiato il Centenario…. Ahahah!!!

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