“La grave e preoccupante mancanza di progressi nel rapporto tra Comune e Provincia di Verona su un tema di vitale importanza per il territorio come il bando del trasporto pubblico locale sembra avvicinare sempre più il momento dello scaricabarile, ovvero il punto in cui ciascuna delle parti rimane della sua posizione, il dialogo si interrompe, e le conseguenze deleterie delle scelte sbagliate si abbattono fatalmente su lavoratori e cittadini”.
Ne sono convinti dal quartier generale del sindacato Filt Cgil Verona.
“E’ questo un possibile epilogo che come Filt Cgil vogliamo assolutamente scongiurare, perché l’ipotesi del bando spezzatino, attualmente più accreditata a seguito di ben due pareri resi dell’autorità di regolazioni dei trasporti Art, sarebbe più che deleteria, sarebbe mortale per il futuro del trasporto pubblico locale veronese, per tutte le ragioni che abbiamo spiegato più e più volte.
Sollecitiamo quindi una svolta nel procedimento, impantanato a causa di un’istruttoria scarsamente documentata e a causa di inerzia e pigrizia di una parte importante della politica locale che chiude gli occhi su ciò che sta accadendo. Come Filt Cgil chiediamo venga affidato ad una figura qualificata e super partes uno studio approfondito delle opzioni effettivamente percorribili dall’autorità di governo del Tpl sotto tutti i punti di vista: normativo, finanziario e, soprattutto, operativo.
Basta infatti leggere gli atti per capire che il processo di costruzione del bando è caratterizzato da grave approssimazione e inquietante ingenuità. La stessa stima dei maggiori costi imputati all’ipotesi di lotto unico (4 milioni di euro) è il risultato dell’applicazione di un algoritmo che nulla ha a che vedere con la realtà del sistema del trasporto pubblico locale veronese.
Spicca ancora una volta una imbarazzante mancanza di confronto politico, assieme alla totale assenza di considerazione e di rispetto nei confronti del lavoro di un migliaio di persone che ogni giorno rendono questo fondamentale servizio alla cittadinanza che è il trasporto pubblico locale. Se bastasse consultare un algoritmo, che paghiamo a fare fior di dirigenti, consiglieri e presidenti di cda? Non basterebbe un abbonamento a Chat Gpt?
Altrettanto imbarazzanti e approssimativi sono i termini in cui si valuta l’inserimento del filobus nella rete di trasporto pubblico locale, con una serie di vaghe considerazioni ancorate ai dati di traffico dei vecchi studi Sisplan del 2010, un’era geologica fa! Anche qui, si sta procedendo pericolosamente alla cieca.
Rasenta l’ilarità (se non ci fosse da piangere) la considerazione, per lo più basata sulla consultazione della letteratura in materia di esperienza economie di scala nel Tpl, per cui “occorrerebbe individuare Lotti di dimensioni di circa 4 milioni di chilometri e quindi almeno cinque lotti di cui due urbani”. Senza parole.
Gli stessi scenari di sviluppo futuro del servizio di Tpl sono basati sul censimento degli spostamenti di 15 anni fa, come se nel frattempo il mondo non fosse stato stravolto da pandemie, guerre, crisi climatiche. Inaccettabile.
E’ dunque assolutamente inevitabile che a una domanda mal posta, semplicistica, gravemente carente dal punto di vista dell’analisi, l’Autorità di regolazione dei trasporti Art abbia risposto per ben due volte in maniera altrettanto semplicistica e scolastica.
Ma basterebbe andare a vedere i suggerimenti rivolti dall’Art alla Provincia di Verona per capire che c’è bisogno di integrare analisi e documentazione. Scrive l’Art nel parere reso il febbraio 2025: “Considerate le carenze di dati rilevate nella relazione, si raccomanda (…) la rilevazione dei dati relativi, almeno, ai passeggeri trasportati, al load factor, ai ricavi e al coverage ratio per tutte le modalità di trasporto e tipologie di di servizi (filobus, bus urbani, suburbani ed extraurbani”. E ancora: “Per quanto riguarda la domanda potenziale (di trasporto, ndr) considerando che non sono state rese disponibili stime quantitative, né sono state aggiornate le stime riguardanti le frequentazioni del filobus, si raccomanda a codesta Provincia di dotarsi di strumenti adeguati a svolgere analisi quantitative della domanda in questione”.
Fa tenerezza (se non ci fosse, anche qui, da piangere) leggere nei verbali di riunione dell’ente di governo il disorientamento dei politici davanti al secondo niet dell’Art, chiedere spiegazione ai tecnici… senza esito.
Ci chiediamo se questo era il livello del dibattito nella Verona che ha impostato la Zai, i Magazzini generali, il Quadrante Europa e tutte le istituzioni economiche che hanno assicurato decenni di sviluppo e lavoro alla città e al territorio…
Di fronte ad una scelta dirimente per il futuro del territorio chiediamo che si esprima la politica: il lotto unico non va fatto perché lo dice un algoritmo o perché lo concede l’Art, va fatto perché questa è l’esigenza del trasporto pubblico locale veronese, sviluppato solo per la parte urbana; gravemente sottodimensionato e sottofinanziato per la parte suburbana ed extraurbana e alle prese con un’opera filobus che è il risultato di 15 anni di pasticci da parte delle amministrazioni comunali precedenti.
Al Comune di Verona, che è parte dell’Ente di governo del Tpl, chiediamo di farsi carico della richiesta di una sostanziale revisione della documentazione alla base del bando e di un aggiornamento di tutti i dati sottostanti l’analisi e le conclusioni della Provincia di Verona”.