Filobus, Venturi: “Un cortocircuito che dura quasi da trent’anni”

 
 

Sul ponte che idealmente congiunge gli anni novanta al presente, sventola bandiera bianca. La querelle filobus assomiglia ad un film giallo, la cui trama si infittisce di nuove puntate.

Dal Sindaco Sala, successore del primo Sboarina, al nipote di quest’ultimo, Federico, “il fil rouge concatena analogie di impantanamento ed invoca maledettamente l’istituzione del commissariamento – riferisce Fabio Venturi di Generazione Verona -. La città merita che l’impasse venga affrontata da un tecnico plenipotenziario che decida con coraggio e dia risposte alla gente“.

TRANCHANT

Venturi depone il fioretto e passa a ‘mazzuolare’ di scimitarra. TIC-TAC TIC-TAC. “Le ore scandiscono l’aggravio delle ansie di residenti e commercianti, esausti di essere pallina dentro il flipper delle contraddizioni”.

La melina politica affonda le radici nei pasticci degli ultimi 27 anni, “con la [(famigerata)] delibera dell’allora Primo Cittadino Sala, che oggi ci spedisce dritti dritti nel girone dei ridicoli, rivisitazione culturale di Dante Millennial.

Dalla scimitarra alla clava il passo è breve, così l’ex Presidente di AGSM reclama maggior senso di responsabilità per scongiurare il rischio di perdere il finanziamento statale.

“Da un lato assistiamo a Dirigenti che non vogliono vada in porto l’opera, dall’altro al grottesco ingaggio tra Barini e Tosi, che sciorinano una filastrocca-lagna capestro, utile al solo ego o ad appuntarsi medaglie di cartone a fregio di promesse vacue.

Sindaco Sboarina, prendiamo coraggio o continuiamo a scappare”?

 
 

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