Filobus: sistema inadeguato a cui non si può rinunciare

 
 

La politica dei trasporti e delle infrastrutture nel nostro Paese negli ultimi anni si è caratterizzata per essere dissociata e separata da ogni programmazione d’uso del territorio e di espansione delle città.

La nostra città, ben inserita in un contesto Veneto che ha fatto scuola anche per altre Regioni, in questo senso non fa affatto eccezione dato che pianificazione e valutazioni ambientali sono perlopiù atti dovuti che si possono modellare a discrezione dell’amministrazione di turno. 

È il caso del progetto “tranvia” per la città di Verona, il quale, nato negli anni novanta per effetto di un finanziamento legato allo sviluppo del trasporto pubblico (L.211/1992), se fosse stato affiancato ad un cogente Piano della Mobilità avrebbe potuto essere un’occasione straordinaria per ripensare la mobilità e la qualità urbana della città.

Presentato e finanziato nel maggio 2000 per la realizzazione del primo lotto è stato dapprima cancellato per effetto del cambio della compagine Amministrativa delle città (2007), rinunciando al finanziamento pubblico di 125 milioni di euro già erogato, per proporre negli anni successivi (2010) un nuovo sistema su gomma, elettrico e a gasolio, a guida vincolata immateriale (sistema di rilevatori, telecamera o sensore installati sull’asfalto), modificato ancora una volta con l’attuale sistema tutto elettrico (2013), a guida vincolata (linea aerea elettrica) solamente per le parti di tracciato fuori dal centro storico, e “svincolata” a batteria all’interno dello stesso. Naturalmente in questi vent’anni è stato modificato più volte il tracciato, ampliato, sostituito e integrato, stravolgendo sostanzialmente il progetto iniziale. 

In tutto questo percorso non è mai stata realizzata alcuna Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).

Nessuna valutazione sulla compatibilità dei possibili impatti diretti, cumulativi e sinergici, con le caratteristiche dell’ambiente, ne è stata fatta alcuna analisi tra le diverse possibili alternative per verificare quella capace di evitare in massima misura gli impatti negativi, minimizzando e/o compensando, in termini ambientali, quelli non ulteriormente evitabili. 

L’unico studio che ha affrontato marginalmente alcune matrici ambientali risale a novembre 2004 elaborato da SISPLAN, che riguardava perlopiù un’indagine sulle linee urbane e sul modello di domanda. Allo studio sono seguiti, per mano del servizio di VIA della Provincia di Verona, più procedure di verifica di assoggettabilità (screening) alle varianti presentate (2012, 2014 e 2019) chiuse tutte con esiti uguali escludenti la necessità di VIA. Il resto solamente discrezionalità dei gruppi politici di turno che hanno potuto, con questa modalità, cambiare progetto, sistemi e tracciati a proprio insindacabile e spesso incompetente parere.

Nessuna assemblea pubblica, in vent’anni, per promuovere partecipazione e condivisione con la popolazione, se si escludono quelle organizzate da associazioni e comitati.

Nessun documento disponibile sul sito web, se non mappe con percorsi già definiti, contravvenendo all’obbligatorietà dell’accessibilità ai documenti.

Nessuna comunicazione in fase di avvio dei cantieri, con strade chiuse al traffico senza prevedere percorsi alternativi per limitare i disagi. 

Nessuna comunicazione sul taglio degli alberi, senza rendere noto numero dei tagli, luoghi e motivazioni. 

Non è ammissibile, secondo Legambiente, che un progetto di tale importanza, sia per dimensione che per qualità del servizio che deve includere, non sia mai stato assoggettato a procedura di VIA, che avrebbe dovuto essere lanciata sin dalle sue prime fasi di ideazione (pre-fattibilità) ottimizzando in questo modo le specifiche scelte progettuali in termini di fattibilità, sostenibilità tecnica, economica, ambientale e sociale, oltre a prevenire, o comunque limitare, l’insorgere di conflitti tra le parti e con le popolazioni direttamente interessate dal passaggio dell’importante e irrinunciabile infrastruttura. Allo stesso modo e per gli stessi motivi, oltre per la vetustà delle scarse valutazioni fatte dagli studi precedenti, l’attuale sistema di trasporto pubblico locale dovrebbe essere assoggettato a VIA se pur “in itinere”, proposta rafforzata anche dal fatto che a tutt’oggi la nostra città non ha ancora adottato ne approvato il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile, in fase di elaborazione.

Ritenendo comunque irrinunciabile un nuovo modello di trasporto pubblico localeper rafforzare l’attuale servizio (164 passeggeri trasportati annualmente per abitante dal trasporto pubblico, con una percorrenza annua per abitante di 27 km, ambedue valori ben al di sotto della media tra le grandi città), Legambiente propone:

 Avviare fin da ora il procedimento per la Valutazione di Impatto Ambientale in itinere relativa al nuovo progetto di filovia a trazione elettrica che comprenda anche le ultime varianti; La VIA dovrà valutare in maniera integrata anche gli impatti cumulativi e le soluzioni alternative là dove insistono criticità fisiche per il passaggio dei mezzi, per le intersezioni con la viabilità ordinaria, con le piste ciclabili in essere e di progetto, e tutto ciò che la casistica ritiene probabile che possa interferire o provocare esternalità negative.

 Avviare contemporaneamente il processo partecipativo, programmando una serie di incontri nei quartieri di presentazione e di discussione del progetto con la popolazione locale ove accogliere suggerimenti, modifiche non sostanziali al tracciato e alla localizzazione delle fermate;

 Attivare immediatamente un portale dedicato al filobus dove mettere a disposizione tutte le documentazioni relative al progetto e alle varianti, comprendendo anche tutte le autorizzazioni acquisite;

 Pianificare, progettare e finanziare i 3 parcheggi scambiatori mancanti ovvero Ca’ di Cozzi, Genovesa e Cercola (quello dello Stadio è già realizzato) collegati tra loro sia tramite autobus che dal futuro sistema di trasporto filoviario. Su questo tema si fa presente che tra le molteplici prescrizioni da rispettare introdotte dal Servizio VIA della Provincia di Verona, si fa obbligo che prima della messa in esercizio della filovia vengano collaudati i parcheggi scambiatori considerati elementi integrati ed indispensabili al funzionamento del sistema di trasporto pubblico;

 Predisporre sull’intero tracciato una rete di corsie preferenziali perlopiù esclusive per il filobus, limitando quelle promiscue ai soli altri mezzi pubblici e ai servizi d’urgenza. 

 Concludere nel più breve tempo possibile il PUMS, integrato al progetto filobus, quale strumento indispensabile per individuare nuove e efficaci soluzioni viabilistiche che prevedano una sostanziale limitazione del traffico motorizzato privato, l’ampliamento delle ztl e viabilità lenta (zone 20 e 30 km/h) estesa a tutte le aree residenziali dei quartieri periferici.

 Predisporre politiche e tariffe della sosta che penalizzino economicamente gli stalli in maniera proporzionale alla vicinanza al centro storico (anche alla luce del fatto che i ricavi da tale voce serviranno a far fronte al mutuo per la filovia)

 Adottare e approvare nell’immediato il “regolamento del verde”, recentemente ultimato, e contemporaneamente predisporre il “Piano del verde” in maniera tale da rendere palese le politiche di sostituzione degli inevitabili espianti di alberature, e che siano rese palesi le risorse e i luoghi dove effettuare le necessarie ripiantumazioni a compensazione.

Infine, rimane necessario, secondo Legambiente, promuovere fin da ora un nuovo progetto per il trasporto pubblico locale a guida vincolata su rotaia integrato ai sistemi ferroviari e quindi al progetto regionale denominato SFMR (Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale)

La mobilità sostenibile può essere conseguita solo mediante un mutamento radicale del sistema dei trasporti, integrando il trasporto pubblico con tutti i sistemi di spostamento immaginabili, ferroviario, a piedi, in bici, con monopattino e quant’altro può essere utile, sempre ispirandosi all’abbandono dei mezzi a combustione, alla ricerca, all’innovazione e alle esperienze su scala europea di soluzioni di trasporto più intelligenti, sicure, affidabili ed ecologiche.

 
 

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