Filobus – Lettera aperta al Sindaco di Verona

 
 

Signor Sindaco Sboarina

nell’intervista da lei rilasciata al Corriere di Verona il 9 agosto scorso, a proposito del filobus dice di essere molto arrabbiato, sembra di capire con AMT, incaricata dell’opera (i cantierizzati da tre mesi sono invece tutti tranquilli, gliel’assicuriamo!).

All’azienda (AMT appunto) lei chiede una “svolta” nel dialogo con i cittadini, che sino ad ora non c’è stato; e di organizzare assemblee pubbliche informative, quartiere per quartiere. Come se queste già non ci fossero state, con esiti del tutto insoddisfacenti: in quelle tenute finora i dirigenti AMT non sono riusciti, infatti, né a rassicurare la popolazione, né a spiegare il reale vantaggio che la collettività trarrebbe dal filobus.

Tutti hanno capito invece benissimo che la mobilità e la libertà di movimento di ciascuno verrà ulteriormente penalizzata e le molte migliaia di firme raccolte finora dovrebbero suonare come un campanello d’allarme per un’amministrazione che, già non molto amata prima, rischia ora col filobus di andare definitivamente a schiantarsi (farsi un giro per i supermercati o per i bar o sugli autobus, per credere). Lei difende insomma un’opera che potrebbe costituire (e costituirà) il colpo di grazia al gradimento dell’attuale amministrazione presso i veronesi.

La Lega per prima dovrebbe farsi un serio esame di coscienza al riguardo, dal momento che proprio una consistente messe del suo elettorato (i “bottegai”) sono stati i primi a scendere sul piede di guerra, mentre le opposizioni soffiano sul fuoco. E appare significativo — e dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per la composita maggioranza che la sostiene — che in un’altra intervista, concessa domenica 6 agosto al medesimo organo di stampa di cui sopra, Lei, Signor Sindaco, che non può non conoscere gli umori e il sentire della popolazione veronese, abbia sorvolato sull’intenzione di ricandidarsi nel 2022, prenotandosi piuttosto per un’azienda (partecipata immaginiamo) o per un ente, anziché per il più altro scranno di Palazzo Barbieri.

Stupisce poi che l’unico argomento che lei sia stato capace di affacciare a difesa del filobus, sia stato quello delle penali da pagare in caso d’inesecuzione dell’opera, additando come irresponsabili, non gli amministratori che ne hanno voluta la realizzazione a tutti i costi, in barba alla cittadinanza (in stragrande maggioranza contraria a questo mezzo lento, costoso e invasivo e giudicato da tutti come obsoleto) ma coloro che si oppongono a questo spreco. Lei sa benissimo, non solo che le penali scatterebbero solo al momento dell’esecuzione effettiva dell’opera, ma che, in ogni caso, esse sono sempre trattabili in via stragiudiziaria; si pensi all’ipotesi di un’azione legale del Comune contro le imprese su clausole del capitolato d’appalto o per qualsivoglia rilievo d’illegittimità che dovesse emergere o per eventuali difetti che dovessero insorgere o palesarsi nell’esecuzione dell’opera: quale azienda affronterebbe una causa civile ventennale e non tratterebbe invece una via stragiudiziale di uscita, concordando in cambio una consistente riduzione delle penali stesse? Dunque l’argomento delle penali è pretestuoso e volutamente ingigantito per spaventare gl’interlocutori: siccome non si può difendere l’utilità e la sostenibilità, anche ambientale, del progetto, si drammatizza la vicenda delle penali, per indurre il cittadino a trangugiare una sbobba indigesta. Ha visto com’è finita la tramvia? E il filobus a Lecce? Non le basta? Non le dice nulla?

Signor Sindaco, lasci stare la prospettazione di aumenti a carico dei cittadini: di aumenti relativi al costo dei “servizi” comunali, ce ne sono tutti gli anni, filobus o non filobus. È piuttosto la burocrazia che costa in tasse ai cittadini.

Pensi invece a come sganciarsi da questo treno (pardon) filobus in corsa, prima che travolga non solo la cittadinanza, ma anche Lei.

Per il Comitato spontaneo No Filobus Marco Bonazzi – 347/1816757

 
 

2 COMMENTI

  1. Mi perdoni, sig. Bonazzi, ma lei dov’è stato fino ad oggi? Son venti anni che si discute di quale mezzo utilizzare per favorire al meglio la mobilità dei veronesi! Perché solo adesso? Viene da pensare alla “decrescita felice”. Il problema antico e molto serio di Verona è la sua totale mancanza di coraggio nel guardare al futuro, preferendo stare ben ancorata dentro le proprie mura, magari fermandosi un istante prima di fare il salto di qualità; ma queste sono altre questioni.

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