+Europa: Fiera e aeroporto, due esempi di una Verona balbettante

 
 

“La gestione dell’aeroporto Catullo e quella, alle porte, della fiera di Verona, sono la plastica dimostrazione di come il sistema di governo di questa città sia del tutto inadeguato a gestire la ripartenza dopo la crisi generata dal covid”.

Lo dicono Lorenzo Dalai (+Europa Verona) e Giorgio Pasetto (Area Liberal), che con la loro analisi mettono a nudo tutte le debolezze di una città che non riesce a risollevarsi.

La gestione della situazione aeroporto, con la parte pubblica che si è ritrovata a mettere dei soldi per poi cedere nei fatti la governance a Save, è una drammatica cartina di tornasole che dimostra quanto debole sia la classe dirigente di questa città. Non solo la parte pubblica, che pure ha grandi responsabilità, ma anche i rappresentanti delle categorie e di grandi industriali sembrano non avere la forza di stabilire un progetto, o almeno un’idea, per costruire una città pronta alle sfide che il futuro le sta per riservare. L’aeroporto di Verona, ormai ridotto a scalo di secondo livello, di fatto una semplice succursale di Venezia, è la dimostrazione di come un’infrastruttura che potrebbe essere strategica è stata di fatto resa non funzionale allo sviluppo di Verona.

Sulla stessa falsariga, anche le prospettive che paiono concretizzarsi per la gestione della fiera non sono buone, anzi, promettono novità negative per Verona e il suo territorio.

Queste situazioni sembrano ciascuno fare storia a sé, ma di fatto denotano solo che la guida di questa città non è una classe dirigente forte, in grado di governare un territorio, ma semmai una guida balbettante e senza idee, che subisce passivamente gli eventi. È proprio questo il cambiamento che serve a Verona: non basta gridare più forte per fare il bene della città, ma servono idee e progetti concreti. Perché, quando questi non ci sono, alla fine il conto lo pagano i cittadini”.

 
 

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