Gli Enti locali possono potenziare gli organici dei servizi sociali, assumendo personale a tempo determinato, mentre in relazione ai servizi socio-educativi possono ora fare riferimento a elementi omogenei per gli educatori e i pedagogisti.
Servizi sociali.
Il comma 200 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2018 (approvata il 23/12/2017) consente ai Comuni di effettuare assunzioni a tempo determinato di assistenti sociali nei limiti di un terzo delle risorse attribuite a ciascun ambito territoriale, fermo restando il rispetto degli obiettivi di pareggio di bilancio.
L’assunzione incrementale delle figure specialistiche ha lo scopo di potenziare il servizio sociale professionale, data la sua rilevanza quale funzione fondamentale delle amministrazioni comunali, potendo derogare al limite di spesa per le assunzioni a tempo determinato.
La disposizione è riferita ai soli Comuni ma è auspicabile che la possibilità di assunzione possa essere estesa anche agli Enti (aziende speciali o consorzi) che esercitano i servizi per conto delle amministrazioni comunali.
Servizi socio-educativi.
La Legge di Bilancio 2018 interviene anche nel settore dei servizi socio-educativi dove ai commi 594 e 595 fornisce una definizione univoca delle qualifiche professionali per l’educatore professionale socio-pedagogico e per il pedagogista, superando finalmente la frammentazione sino a oggi determinata dalle varie legislazioni regionali.
L’educatore professionale socio-pedagogico e il pedagogista “operano nell’ambito educativo, formativo e pedagogico, in rapporto a qualsiasi attività svolta in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita, in una prospettiva di crescita personale e sociale secondo le definizioni contenute nell’articolo 2 del D.Lgs. 16 gennaio 2013, n. 13, perseguendo gli obiettivi della Strategia europea deliberata dal Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000.”
“Le due figure professionali (non organizzate in ordini o collegi professionali) operano nei servizi e nei presidi socio-educativi e socio-assistenziali, nei confronti di persone di ogni età prioritariamente negli ambiti: educativo e formativo; scolastico; socio-assistenziale, (limitatamente agli aspetti socio-educativi) della genitorialità e della famiglia; culturale; giudiziario; ambientale; sportivo e motorio; dell’integrazione e della cooperazione internazionale.”
Per gli educatori la nuova qualifica richiede la laurea di primo livello, mentre per i pedagogisti quella magistrale. Tuttavia il comma 597 definisce per il periodo cuscinetto un percorso formativo (60 CFU) che deve essere intrapreso entro tre anni dalla data di entrata in vigore della legge, da coloro che, alla stessa data, sono inquadrati in una Pubblica Amministrazione con il profilo di educatore oppure svolgono l’attività di educatore da almeno tre anni oppure hanno conseguito il diploma magistrale entro il 2002.
Inoltre, acquisiscono direttamente la qualifica di educatore professionale socio-pedagogico coloro che, alla data di entrata in vigore della legge, essendo titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato negli ambiti professionali di cui alla presente legge, siano in possesso anche di uno solo dei seguenti requisiti:
a) almeno cinquanta anni di età e almeno dieci anni di servizio;
b) almeno venti anni di servizio.
Le disposizioni della Legge di Bilancio 2018 sono destinate ad avere un forte impatto sia sul personale degli Enti locali, ma non solo, sia su quello delle imprese (cooperative sociali) impegnate in appalti per servizi socio-educativi. Sarà compito dell Committente verificare l’applicazione della normativa, per il conseguimento della qualifica da parte degli educatori impegnati nei propri appalti.
Alberto Speciale
