Emergenza abitativa, la Giunta scrive alla Regione

 
 

Innalzare dal 10 al 20 per cento l’aliquota degli alloggi disponibili da utilizzare in favore di situazioni di emergenza abitativa. E’ quanto chiede il Comune di Verona alla Regione Veneto per poter garantire soluzioni abitative temporanee sufficienti a dare risposta alle numerose situazioni di fragilità presenti in un numero sempre più crescente di famiglie veronesi.

Nell’ultimo biennio infatti sono molti i fattori che hanno fatto aumentare la richiesta di alloggi. Primo tra tutti la pandemia da Covid 19, che ha generato una serie di condizioni che hanno stravolto il mercato immobiliare con forti ricadute sul tema abitativo sul territorio veronese coinvolgendo i nuclei familiari in situazione di fragilità economica e sociale, con la presenza di minori, anziani, disabili e procedure di sfratto per morosità. L’adozione da parte dello Stato del blocco degli sfratti, che ha prolungato i tempi di tutela delle fasce deboli, ha compromesso il rapporto di fiducia tra proprietari e inquilini, spingendo i primi ad optare per soluzioni locative economicamente più vantaggiose e meno rischiose, come le turistiche, affitto a studenti, contratti di locazione transitori. L’aumento delle disdette dei contratti di affitto in alcuni casi si è tradotto nell’avvio di procedure di sfratto per finita locazione da parte dei proprietari intenzionati ad accedere ai bonus fiscali quali il 110%. Infine l’aumento dei canoni di locazione spesso incide su povertà già estreme, creando nuove situazioni di sfratto che si trasformano per alcuni soggetti anche nella perdita di un alloggio stabile.

L’Agec Azienda di Gestione degli Edifici Comunali, in risposta a questo aumentato stato di bisogno, con la percentuale di destinazione del 10 per cento prevista dalla normativa, non è in grado di dare una risposta a tutte le situazioni di emergenza abitativa presenti nella propria Banca dati secondo il proprio regolamento. Anche l’Amministrazione comunale si trova a dover sostenere spese considerevoli per reperire soluzioni temporanee, anche in strutture ricettive private, per nuclei familiari in emergenza abitativa con possibilità economiche ridotte. Nonostante le molteplici misure economiche, non si riesce ad evitare che numerosi nuclei perdano comunque l’abitazione a causa di procedure di sfratto.

Una risposta a questo problema viene data dalla legge regionale del Veneto, (3 novembre 2017, n. 39, Norme in materia di edilizia residenziale pubblica) che, all’articolo 44, prevede che i Comuni possano riservare un’aliquota non superiore al 10 per cento degli alloggi da assegnare annualmente per far fronte a specifiche e documentate situazioni di emergenza abitativa. Una percentuale che però non risulta essere sufficiente ad alleviare le condizioni descritte di disagio abitativo rilevate dai Servizi Sociali, verso le quali risulta necessario ed evidente dare risposte incisive e sollecite. Per questo motivo la Giunta Comunale ha richiesto alla Regione del Veneto l’autorizzazione all’innalzamento dal 10 al 20 per cento dell’aliquota degli alloggi disponibili da utilizzare per l’annualità 2023, auspicandone un positivo riscontro.

 
 

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