Elisa: «Il calcio è la mia passione e voglio diventare importante per la Fortitudo»

 
 

Elisa Cinti, alla sua prima stagione in maglia Fortitudo, si racconta. Impegno, sacrificio, passione e voglia di diventare sempre più importante per la squadra.

Primo anno in Fortitudo. Perchè hai deciso di giocare in gialloblù?

«Il calcio è sempre stata la mia grande passione e sono partita di casa molto presto, come tutte le ragazze che amano questo sport. Ho deciso di lasciare il certo per l’incerto e partire a soli sedici anni da casa per giocare in serie A. Ho vissuto due anni in Romagna, poi ho deciso di intraprendere l’università e portare avanti lo studio e il calcio. Ho scelto Verona perche dal punto di vista calcistico è un bacino importante. L’anno scorso ho giocato a Mantova, ma a livello societario non mi sono trovata bene, quindi ho cambiato. Mi servivano nuovi stimoli per ricominciare e, a giudicare dalla squadra in cui sono e dal campionato che stiamo facendo, è stata un’ottima scelta».

Fin’ora poche presenze e pochi minuti giocati. Questo influisce sul piano morale o è una motivazione per spingersi oltre?

«Giocare poco è sempre un’arma a doppio taglio. Per una giocatrice è sempre importante fare minutaggio, quindi c’è parecchio rammarico quando non si scende in campo. Il bello del calcio è che ti insegna ad accettare l’autorità del mister e a prendere coscienza delle decisioni che lui prende in vista del bene della squadra. Magari la domenica ci rimani male ed è dura da buttare giù non giocare, poi il lunedì capisci che devi riprendere ad allenarti e a rimetterti in gioco al massimo delle tue capacità».

C’è qualche giocatrice della squadra che vedi come modello o comunque a cui ti ispiri per crescere?

«Abbiamo una rosa con giocatrici valide tecnicamente e tatticamente. Ad ogni allenamento cerco di prendere il più possibile da loro per crescere. I modelli ovviamente sono le veterane, i pilastri della squadra, che mettono sempre quel qualcosa in più per motivare e caricare tutti. Direi, per citare alcuni esempi, Sala (Salaorni, ndr), che ultimamente non ha trovato molto spazio ma è il capitano con c maiuscola che ha sempre una parola di conforto per tutte. Non posso non dire Silvia Carraro, che gioca nel mio ruolo e di conseguenza mi ispiro molto a lei. È forse la persona più consapevole in squadra ed è molto matura, per cui è un esempio da seguire».

È da inizio campionato che la Fortitudo è in alta classifica e si gioca la serie A. Cosa significa per te a livello personale essere in questa rosa e giocarti questa posta in palio?

«Da inizio stagione siamo nei primi posti. Siamo una grande sorpresa. Eravamo, a inizio anno, un gruppo nuovo, con vari innesti, quindi eravamo un’incognita. Direi che siamo la sorpresa della serie B, l’alta classifica lo dimostra. Meritiamo di esser qui. La bella stagione ci ripaga degli sforzi fatti, ripaga il lavoro fatto dagli allenatori, che credono in noi, e dalla società».

Quali obbiettivi ti poni per la fine di questa stagione e per il futuro?

«Cercherò di trovare più spazio nelle prossime partite. Voglio farmi trovare sempre pronta se il mister volesse farmi scendere in campo e vorrei provare ad agguantare la serie A e diventare importante per la squadra».

Come descriveresti fin qui la tua esperienza in Fortitudo?

«Esperienza fantastica. Non conoscevo la società, quindi è stata una grande sorpresa. Come ho già detto la squadra non è più composta solo da undici elementi, ma da tutto il contorno, cioè la panchina, la tribuna e la società, che ci viene incontro e che crede in noi. La mia esperienza è totalmente positiva. Siamo un grande gruppo; questo è importante e non va sottovalutato. Il gruppo, al di là tecnica e della tattica è fondamentale. Siamo affiatate dentro e fuori il campo. Ho trovato persone matte come me (ride, ndr)».

Riccardo Cannavaro
Foto: Graziano Zanetti Photographer
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