Ecosistema Urbano, Verona perde 14 posizioni e chiude all’83esimo posto

 
 

E’ Bolzano la nuova prima classificata, che si lascia alle spalle Trento, che dal sesto posto dello scorso anno conquista la vetta della classifica. Verona crolla all’ 83esima posizione, perdendo 14 posizioni rispetto allo scorso anno.

Sono 105 le città capoluogo di provincia prese in considerazione dal rapporto Ecosistema Urbano, l’annuale classifica svolta da Legambiente e Il Sole 24 Ore che analizza le performance ambientali delle città di medie e grandi dimensioni. 18 gli indicatori presi in considerazione divisi per macroaree tematiche: qualità dell’aria, depurazione e consumo delle acque, gestione dei rifiuti, mobilità, energia, ambiente urbano e gestione del verde.

Ecosistema urbano riporta uno scenario di stallo generale anche per il 2021, anno preso in considerazione per la classifica, difficile per molti capoluoghi di provincia, che restano in forte affanno anche nella fase post pandemia. Pochi quelli che sono riusciti a fare la differenza puntando, davvero, sulla sostenibilità ambientale.

 

Verona anche per il 2021, anno preso in analisi, si rileva una immobilità quasi totale delle scelte ambientali e di pianificazione della città. Non migliora la qualità dell’ARIA per i dati presi in considerazione: NO2, Ozono e PM10, quest’ultimo nel 2021 ha visto sforare di 16 volte il limite di giornate la cui soglia di inquinamento è tollerabile per legge ( centralina B.go Milano dati ARPAV). Complici negative anche le scelte ostative messe in atto dalla Regione Veneto negli anni passati riguardo l’accordo del bacino padano sulla qualità dell’aria, o alla sfilza di proroghe al blocco dei veicoli più inquinanti messa in campo dalla scorsa amministrazione comunale, ad una mancata pianificazione della mobilità e alle poche risorse messe in campo per la riqualificazione degli edifici.

 

Sul piano dei RIFIUTI è calata negli ultimi 2 anni la produzione pro capite passando a 504kg contro una media nazionale di 525 kg; sempre sotto gli obiettivi di legge la raccolta differenziata, che si attesta, seppur con 4 punti percentuali di miglioramento ad un poco soddisfacente54%, ancora al di sotto del 65% degli obiettivi di legge del 2012 e sotto la media nazionale. Verona sconta una mancanza di scelte coraggiose sulla gestione dei rifiuti, che in una regione virtuosa come il Veneto, ha portato città come Treviso a superare l’87%, ma anche medie città come Ferrara, Pordenone, Trento e Mantova ad attestarsi sopra l’80%, adottando il metodo del porta a porta o del porta a porta spinto. Questa sarà una delle sfide della nuova amministrazione, che dovrà porsi obiettivi ambiziosi in linea anche non il nuovo piano regionale dei rifiuti, che indica le percentuali di raccolta differenziata in Veneto al 84% entro il 2030 e la riduzione di rifiuto pro-capite a 80 kg per abitante.

 

MOBILITA’: l’Italia è il Paese europeo con la più alta densità di automobili: 663 auto ogni mille abitanti contro 574 della Germania, 519 della Spagna e 482 della Francia. A Verona L’alto tasso di motorizzazione a Verona (63,38auto  ogni 100/ab, appena di poco sotto alla media nazionale) si traduce nel ricorso all’auto privata per la stragrande maggioranza degli spostamenti anche brevi; le politiche pubbliche veronesi sul trasporto pubblico locale (TPL) non favoriscono l’uso di sistemi alternativi: 105 passeggeri trasportati annualmente dal trasporto pubblico (55 passeggeri/ab la media italiana); 26 km la percorrenza annua del trasporto pubblico (vettura/ab), i vicini di casa vicentini raggiungono i 57 Km/vettura/abitante; 0,16 mq/ab sono le isole pedonali disponibili, dato rimasto invariato dal 2008. sostanzialmente immutato rispetto agli ultimi 5 anni il numero di morti per incidenti stradali 6.36 (morti + feriti /1000 ab).

Ancora scarsa la disponibilità di piste ciclabili: 11,68 m/eq/100 abitanti (Reggio Emilia 46 m/eq/100, Mantova 32 m/eq/100 ).  La frammentarietà e l’incompletezza dei tratti di piste ciclabili a Verona fanno sì che sia di poco stimolo per pensare alla bicicletta come il mezzo più veloce ed efficiente per gli spostamenti casa-scuola/lavoro. D’altra parte è ormai noto che le città che hanno inteso puntare alla bici come mezzo di trasporto hanno adottato i percorsi con sede stradale propria, hanno organizzato parcheggi adeguati, hanno previsto percorsi per l’attraversamento dei quartieri collegandoli al centro storico senza interruzioni, hanno favorito l’interscambio con il trasporto pubblico locale per i tragitti medio lunghi (autobus, treni, ecc.) e hanno messo in connessione le zone di interesse culturale e turistico. Le piste ciclabili cosiddette pop-up o “covidlanes”, realizzate in emergenza pandemica che a Verona, 3,26 km realizzati, sembrano essere rimaste pressoché identiche a 2 anni fa.

 

GESTIONE DELL’ACQUA

Calano di poco i consumi idrici passando dai 177 l/ab/anno del 2019 ai 167,2 l/ab/die (media 155,4). Sostanzialmente invariata la situazione delle perdite in rete: il 34,2% dell’acqua messa in rete che non raggiungerà mai i nostri rubinetti. Statica la gestione della depurazione dei reflui ferma all’83,6% di mezzo punto migliorata rispetto agli scorsi anni ( Verona 86esima nella classifica italiana).

 

VERDE:

Dato uguale all’anno 2020 il numero di alberi pro-capite (25 alberi/100 ab ), posizionano Verona a metà della classifica con Venezia). Nessun importante incremento delle aree verdi negli ultimi 3 anni (31,7 mq/abitante)  Da sottolineare come i due maggiori parchi urbani di Verona, il parco delle mura e il parco dell’Adige attendono da oltre 15 anni un piano di gestione ambientale, indispensabile per la valorizzazione e la salvaguardia della biodiversità.

 

 

“L’edizione 2022 di EU non riporta nessun cambio di passo necessario per fare fronte alle emergenze ambientali, climatiche, energetiche e sociali si pongono su tutti i livelli, anche quello territoriale”, dichiara la presidente di Legambiente Verona, Chiara Martinelli.

“Questa nuova amministrazione ha una importante responsabilità ed è chiamata ad allinearsi con le città vicine come Trento, Mantova o Brescia, che dalla mobilità, alla gestione dei rifiuti, all’incremento delle aree verdi, sono riuscite ad aumentare la qualità della vita dei cittadini. E’ importante velocizzare gli interventi da realizzare, che siano in controtendenza con l’immobilismo che Verona sconta da più di un decennio. Riqualificazione degli edifici, azzeramento del consumo di suolo, diffusione di impianti fotovoltaici e di comunità energetiche contro la povertà energetica, potenziamento ed elettrificazione del trasporto pubblico, migliore gestione della risorsa idrica. Attendiamo una chiara e forte presa di posizione per le politiche prossime future cittadine” 

 

 

La media dei capoluoghi di provincia conferma la tendenza di stallo, con poche eccezioni

 

Oltre alla classifica sulle performance ambientali, Ecosistema Urbano fa anche un punto generale sul trend che emerge. Nel 2021, in quello che doveva essere l’anno della lenta ripresa post COVID-19 e della messa in campo di interventi concreti, i capoluoghi di provincia confermano la tendenza di stallo degli anni precedenti. Poco propensi a migliorare le proprie performance ambientali, sono paralizzati da alcune emergenze urbane ormai croniche. Più smog con i valori di picco che tornano lentamente a crescere nelle aree urbane storicamente afflitte da mal’aria. Un parco auto che resta tra i più alti d’Europa, pochi miglioramenti sul fronte del trasporto pubblico. Torna a salire la produzione dei rifiuti prodotti – il valore medio arriva a 526 kg pro capite, quasi ai livelli pre-pandemia (erano 514 kg pro capite nel 2020 e, appunto, 530 nel 2019) – nonostante la raccolta differenziata stia migliorando scavalcando la soglia media del 60%. Piccoli segni positivi arrivano, invece, dalla crescita della ciclabilità (km di piste e infrastrutturazione) e dalla diffusione del solare (termico o fotovoltaico) installato su edifici pubblici il cui valore medio, tocca i 5,41 kW/1.000 abitanti. Per quanto riguarda le perdite idriche, rimangono all’incirca costanti le città dove più del 30% dell’acqua viene dispersa (passando da 53 del 2020 a 52 nel 2021), mentre il valore medio dell’acqua che viene dispersa si conferma al 36,0%. Nel 2021 sono sei le città virtuose (erano 5 nel 2020) che riescono a contenere le perdite entro il 15% (Livorno, Macerata, Mantova, Milano, Pavia e Pordenone).

 

 

La classifica: Bolzano, prima in classifica, con il punteggio di 79,02% fa registrare valori buoni in tutti e tre i parametri legati all’inquinamento atmosferico, tutti entro i limiti di legge. Tra i dati che emergono: si conferma oltre il 66% di raccolta differenziata dei rifiuti; migliora in modo evidente negli indici legati al trasporto pubblico dove sale da 68 viaggi per abitante annui agli attuali 78 e cresce anche nel numero di chilometri-vettura per abitante annui dove passa dai 37 della passata edizione ai 43 di quest’anno. Bolzano disperde meno di un terzo dell’acqua immessa in rete (29,6%, era al 31% lo scorso anno); cresce ancora nelle infrastrutture dedicate alla ciclabilità dove sale dai 16,81 metri equivalenti ogni 100 abitanti della passata edizione agli attuali 18,99; aumenta i Kw installati su edifici pubblici ogni 1000 abitanti passando dai 3,89 della scorsa edizione agli attuali 5,99. 

 

Trento, seconda in classifica, mantiene una sufficiente qualità dell’aria anche se fa registrare una lieve flessione nelle medie relative a NO2 e Pm10, mentre migliora di pochissimo nei giorni di superamento dell’ozono; diminuiscono leggermente i consumi idrici che passano dai 151,3 litri procapite al giorno dello scorso anno agli attuali 149,7. Cresce ancora la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato dove Trento passa da un già ottimo 83,1% della passata edizione all’attuale 83,8% (quinto posto assoluto in questo indice). Aumentano i passeggeri trasportati dal servizio di Tpl che passano da 101 viaggi per abitante/anno della passata edizione agli attuali 123, facendo di Trento la terza in questo indice tra le città medie, dopo Cagliari e Brescia.  

 

Belluno con il punteggio di 73,74% ottiene il terzo posto. Mantiene un buon livello complessivo nella qualità dell’aria, per tutti e tre gli indici esaminati dal rapporto, pur peggiorando leggermente nelle medie relative al NO2: da 19 microgrammi al metro cubo della passata edizione sale a 22,5. Scendono i consumi idrici, da 130,5 litri per abitante al giorno agli attuali 125,9; continua a migliorare la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato che cresce dal già ottimo 82,8%, registrato nella passata edizione, all’attuale 83,9% che la fa salire al quarto posto assoluto in questo indice. Salgono sia i viaggi effettuati sui bus dai bellunesi (dai 17 viaggi per abitante all’anno del report 2021, ai 65 di quest’anno), indice nel quale Belluno è terza assoluta tra le piccole città, che l’offerta di vetture per chilometro a disposizione che passa dalle 18 vetture per chilometro per abitante all’anno alle attuali 24.

 
 

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