Ecco i nove sarti che hanno realizzato la mantelleria per Traviata

 
 

Venerdì alla prima dell’Arena insieme a cantanti, orchestra e scenografie, saranno protagonisti anche Vanessa, Carolina, Wurie, Liala, Eleonora, Francesca, Elena, Consuelo e Laura. Sono loro le mani che hanno tagliato e cucito i mantelli di scena per Traviata, l’opera che inaugurerà la stagione lirica 2019.

Nove storie, nove vite che, grazie al progetto Nadia Works, hanno imparato un mestiere o messo a frutto la loro professionalità in sartoria. “Il progetto – spiega la coordinatrice Patrizia Zanetti – è stato realizzato anche  grazie al sostegno dei Rotary di Verona che hanno donato 8.000 euro per l’acquisto delle attrezzature professionali”.

A regime da meno di un anno, “Tagliati su misura” ha già all’attivo 4.500 capi prodotti e consegnati. “Il ruolo di Nadia work – continua Patrizia Zanetti – è garantire un lavoro professionale che risponda alle esigenze delle aziende committenti”. Lo scopo non è fare assistenzialismo. E questo lo sa bene Wurie. Unico uomo fra tante donne, ganese di 20 anni, Wurie ha imparato il mestiere di sarto nel suo paese. Arrivato in Italia su un barcone, si è arrangiato per un po’ fino a quando, per caso, è capitato nella sartoria “Tagliati su misura”. “Il suo lavoro ha dimostrato fin da subito di saperlo fare – racconta la coordinatrice – ma abbiamo dovuto insegnargli la puntualità e il rispetto delle consegne. Averlo, ora, fisso nel nostro organico e poter contare su lui, è un successo”. Nadia works ha rappresentato la seconda occasione anche per Liala. Segnata dalla tossicodipendenza e dal carcere, ha imparato un mestiere grazie a una borsa lavoro e alla passione delle sue colleghe.

“Veder partire il camion con i costumi per Traviata – racconta Laura, la responsabile del reparto – è stata una soddisfazione infinita. La conferma delle nostre potenzialità”.

“Manca solo una cosa al nostro laboratorio  – conclude Patrizia Zanetti – una macchina occhiellatrice”. Chissà, forse il prossimo anno grazie al sostegno del Rotary, della Fondazione Cariverona e della Fondazione Cattolica, che in questo progetto hanno creduto da subito, sarà possibile superare anche l’ultimo scoglio.

 
 

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