Due mondi, un linguaggio: lo sport. Il docu-film sui campioni di nuoto di Tokyo2020

 
 

Una storia di amicizia, sogni, sacrificio, sport di due ragazzi saliti sul podio dei giochi olimpici a Tokyo.

È stato presentato in Sala Arazzi il docufilm1Storia, 2 Olimpiadi Stefano Raimondi – Thomas Ceccon una strada per due sogni” la storia dell’atleta olimpico Ceccon e del paraolimpico Raimondi.
Ideato da Alessandro Amato e realizzato dal regista Antonio Covato, in 35 minuti di durata il docufilm racconta la storia dei due nuotatori e, in particolare, del percorso che hanno condiviso per la preparazione delle rispettive Olimpiadi.

Stefano e Thomas sono stati seguiti durante il loro giorno-tipo in allenamento, in acqua e fuori, ascoltando anche il racconto della quotidianità di entrambi, uno storytelling riguardante i loro ricordi iniziali, di quando hanno iniziato a nuotare e in che modo si sono avvicinati al mondo dell’acqua, fino a raccontare quali fossero le aspettative di risultato alle Olimpiadi.
L’acqua dunque ha abbattuto tutte le barriere, grazie ai due giovani nuotatori allenati dai tecnici Alberto Burlina per Ceccon, e Marcello Rigamonti per Raimondi, per un progetto che in tre anni di allenamento ha unito un azzurro normodotato e uno paralimpico nelle corsie del centro federale di Verona intitolato ad Alberto Castagnetti, struttura che ospitato gli allenamenti degli atleti della società Leosport così come agli altri campioni durante la pandemia.

I due nuotatori hanno raggiunto dei risultati di assoluto rilievo ai giochi olimpici disputati a Tokyo.
Stefano Raimondi, classe 1998, ha conquistato 7 medaglie alle Paralimpiadi, un oro, quattro e due bronzi, risultando l’azzurro più vincente.
Simone Ceccon invece, classe 2001, alle Olimpiadi ha conquistato un argento nella 4x100m stile libero e un bronzo nella 4x100m misti.

 

Veduta complessiva dei partecipanti durante la conferenza stampa.

Il docufilm verrà messo in onda su più canali, sarà proiettato a festival ed eventi specifici, con l’obiettivo di raccogliere fondi e aiutare le strutture sportive penalizzate dall’anno e mezzo di chiusura per pandemia.
Alla presentazione in Sala Arazzi sono intervenuti il sindaco Federico Sboarina, l’assessore allo Sport Filippo Rando, la Delegata FINP Veneto Federazione Italiana Nuoto Paralimpico Sandra Benet, il consigliere di Agsm Aim Francesca Vanzo, gli allenatori Riccardo Venter e Marcello Rigamonti, i nuotatori Stefano Raimondi e Thomas Ceccon, il regista Antonio Covato e l’ideatore del docufilm Alessandro Amato.
Ai nuotatori è stato consegnato un riconoscimento per gli importanti traguardi raggiunti.

Oggi in questa sala si intrecciano tante storie – afferma il sindaco Sboarina -. Quella personale e sportiva dei due atleti, quella dello sport che ritorna protagonista nella vita di tutti noi, e quella che Verona è chiamata a vivere come città olimpica a tutti gli effetti. Nel 2026, infatti, il nostro anfiteatro non solo ospiterà la cerimonia conclusiva delle Olimpiadi Invernali, ma anche quella di apertura delle Paralimpiadi. Un orgoglio per la nostra città, ma soprattutto un’importante occasione per mettere i due eventi nello stesso piano e dare uguale dignità e prestigio a tutti gli atleti. C’è un filo che accomuna tutti gli atleti, di ogni livello e condizione fisica, è il desiderio e la voglia di superare se stessi e i propri limiti, come dimostra perfettamente la storia raccontata nel docufilm“.

Presentare un docufilm come questo non può che far bene al mondo dello sport – ha detto l’assessore Rando -. Innanzitutto per il risultato raggiunto da Stefano e Thomas per Verona e l’Italia, ma soprattutto per i valori che vanno al di là della prestazione sportiva, non solo per l’inclusività ma anche per le possibilità che dà lo sport di superare i propri limiti. Un esempio per i ragazzi e per tante persone che magari in questo momento sono in difficoltà, queste storie sono la dimostrazione che tutti possono farcela“.

Questa storia è nata circa tre anni fa senza calcoli e in maniera naturale – racconta l’ideatore Amato -. Le necessità dello sport hanno unito le storie dei ragazzi, senza differenze di categorie. Non è stato immaginato dunque un progetto, ma naturalmente l’esigenza di fare un percorso insieme. In un periodo nel quale le piscine erano in difficoltà senza sapere quando riaprire, con pochi sponsor e assistenza, abbiamo deciso di raccontare questa storia con il regista Covato, per mostrare come lo sport possa accomunare tutti, a prescindere dalle categorie e dalle condizioni”.

 
 

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