Direzione Motta: Responsabilità Oggettive sul Collasso delle Risorse Umane

 
 

LETTERE ALLA REDAZIONE

Maria Cristina Motta non è più direttore generale di Agec. L’ex PM lascia via Noris da licenziata, nell’indifferenza della stragrande maggioranza dei dipendenti. Doveva traghettare l’Azienda fuori dalle secche delle indagini degli inquirenti, da’ invece l’addio dopo aver demolito nell’intimo le Risorse Umane dell’Ente.

QUATTRO: gli anni passati sul ponte di comando.

QUATTRO: il voto per il lavoro svolto.

Una donna di Legge dalla mente poco “educata” a gestire in punta di diritto l’esegesi delle norme anticorruzione. La rotazione del personale il tallone d’achille. Le inesistenti capacità manageriali, tradotte in azioni di bassissimo profilo, salvarono dal licenziamento dipendenti con precedenti penali per patteggiamento e uno di loro, D.D., venne addirittura insignito ed innestato nello STAFF dirigenziale. Lucide follie a sfumature marcatamente politiche (non è un mistero che Motta sia vicina a Patrizia Bisinella), distanti anni luce da scelte meritocratiche.

“Amici degli Amici” in rampa di lancio, secondo le più becere logiche di raccomandazione: un esempio su tutti, l’attuale VICE PRESIDENTE AMIA Stefano Legramandi, quello del curriculum taroccato, tanto per intenderci, che con la sola Licenza Media, raggiunse (in)aspettatamente la categoria di QUADRO, ad un passo dalla Dirigenza.

Non mancano poi le note di colore. Grottesche, sotto la soglia della decenza e senza limitatori della vergogna, alcune pennellate d’autore: è già Leggenda “l’incarico” conferito “ad hoc” ad un dirigente, di portarle a spasso il cane, tra il lusco e il brusco del mattino.

Toscana dal carattere poco edul corato, Motta se ne va da “scappata di casa”, assieme ai poco entusiasmanti risultati di bilancio. Greve il peso della coscienza dopo aver sfasciato interi comparti che prima del suo avvento funzionavano a memoria.

Di lei resta poco, giusto il bagliore di ricordi già sbiaditi, velenosi per l’intelligenza di chi non faceva parte dell’establishment del primo piano.

Crolla una donna presuntuosa, forte con i deboli, ma solo con il vento in poppa. Sgonfiato lo spinnaker tosiano, Motta si è palesata in tutta la sua mediocrità, scaraventata dal Gotha delle sfere celesti alla strada, senza tanti complimenti.

Nessuno ne sentirà la mancanza.

L’Usciere

 
 

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