Direttivo UPI a Verona, sul tavolo i temi dei rincari dell’energia, cantieri e scuole

 
 

Costi energetici raddoppiati e una riduzione senza precedenti delle entrate da Ipt ed Rc auto, legata alle difficoltà del mercato dei veicoli: questi i conti per le Province venete, illustrati nella seduta dell’Upi regionale che si è tenuta oggi, al Palazzo Scaligero, sede della Provincia di Verona.

Minori entrate e maggiori spese che rischiano di mettere in crisi i cantieri programmati, in particolare legati al Pnrr, per scuole e strade che hanno visto negli ultimi mesi aumenti a due cifre dei prezzi dei materiali.

Nel dettaglio, nel 2021 rispetto al 2019, mancano nei bilanci delle Province venete quasi 30 milioni di euro (sette per la sola Provincia di Verona), dovuti alla contrazione dell’imposta provinciale di trascrizione per i veicoli e dell’imposta sull’assicurazione Rc. Una riduzione delle entrate coperta solo per l’8% circa dai fondi destinati dal cosiddetto decreto Ristori Bis.

Per i rincari energetici i decreti del Governo, invece, sosterranno dal 50 al 60% dell’aumento delle bollette, atteso del 100% nel 2022 rispetto al 2021.

Sulle opere dei bandi del Pnrr, che riguardano soprattutto l’edilizia scolastica e la viabilità, pesa il rincaro dei materiali che, di fatto, ha impattato sugli affidamenti dei lavori, ad esempio facendo registrare un numero importante di gare d’appalto andate deserte. Qui l’integrazione prevista dallo Stato è pari al 10% (fino ad esaurimento del fondo nazionale di 3 miliardi di euro), in un contesto di rincari che si attestano tra il 20 e il 25%. Aumenti che potrebbero, in parte, rendere difficoltoso l’utilizzo dei fondi.

 
 

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