Differenziata sotto il 50%, la preoccupazione di Salemi e Ferrari

 
 

“Regione e Comune di Verona si assumano la responsabilità di una svolta strategica nella gestione dei rifiuti. La raccolta differenziata sotto il 50% e le continue proroghe per il trattamento rifiuti a Sant’Urbano sono il segno di una politica che non decide. E le conseguenze le pagano l’ambiente e i cittadini”.

Così la consigliera regionale di Civica per il Veneto Orietta Salemi e il consigliere comunale di Traguardi Verona Tommaso Ferrari commentano il dato che pone Verona sotto il 50% nella raccolta differenziata e che non permetterà al Comune di accedere allo sconto sui costi di smaltimento previsti per i comuni virtuosi.

“Sui rifiuti siamo ancora all’anno zero – sottolinea Salemi -. La Regione in barba ai dettami dell’Ue agisce con un abuso di conferimento in discarica, quando la discarica dovrebbe rappresentare l’ultimo atto nel ciclo dei rifiuti, dopo riduzione al massimo della produzione, la differenziazione spinta, il riuso, il riciclo e il recupero energetico. Non si possono trattare i rifiuti sempre in via emergenziale come sta succedendo da troppo tempo. E Verona e la sua provincia non sfuggono a questa mancata assunzione di responsabilità. Basta quindi proroghe e deroghe. La Regione non può decidere di non decidere per timore di interessi particolaristici o campanili. Un’economia circolare va a beneficio dell’ambiente, ma anche a vantaggio economico di tutti i cittadini. Serve una nuova programmazione regionale della gestione complessiva dei rifiuti. A marzo è arrivato l’ennesimo decreto che consente ai consigli di bacino “Verona Nord” e “Verona Città” di conferire i rifiuti in proroga per altri due mesi alla discarica di Sant’Urbano. Discarica che è a rischio sforamento rispetto alla capacità di trattamento. La Regione la chiama discarica tattica, ma di tattica si muore se manca una programmazione strategica di livello regionale che riesca a far fronte a quella che diventerà presto una vera emergenza rifiuti, e di questi tempi di emergenze ne basta una”.

“Se in Regione manca strategia, a Verona la storia è da anni sempre la stessa – aggiunge il consigliere comunale di Traguardi Tommaso Ferrari -. C’è un’assenza totale di pianificazione: la cartina tornasole è la percentuale di differenziata ferma e stabile sotto il 50%. Se con la gestione Tosi ci avevamo fatto il callo, con l’amministrazione Sboarina, che aveva promesso una svolta, ci si aspettava legittimamente qualcosa di più. Invece Verona ricade tra i 16 Comuni assoggettati al pagamento del tributo intero di 25,82 euro a tonnellata a differenza degli altri Comuni capoluogo veneti. Un costo che ricade e ricadrà sui cittadini veronesi. Cosa ci vuole ancora per dare una sferzata alla politica ambientale del Comune e alla gestione delle nostre partecipate? Eccetto Traguardi, tutto il consiglio comunale ha votato per l’in house di Amia, una soluzione miope che spero verrà disattesa quando si scopriranno i costi economici dell’operazione, soprattutto in una contingenza come quella attuale che impone di allocare le risorse sulla crescita. Serve ripensare e investire in Cà del Bue per renderlo un impianto strategico per Verona, con la produzione di biometano. Serve che le politiche ambientali siano priorità per l’amministrazione, e servono competenze all’interno delle nostre partecipate. Solo così possiamo migliorare la gestione e far risparmiare i cittadini”.

 
 

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