La Breast Unit dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona compie dieci anni e festeggia con una presentazione d’eccezione nella Sala della Lupa di Montecitorio, alla presenza di specialisti, pazienti, parlamentari e rappresentanti del mondo scientifico.
L’occasione è quella dell’“Ottobre Rosa”, mese dedicato alla prevenzione e alla lotta contro il tumore al seno, che quest’anno assume un valore nazionale per la senologia veronese.
Prevenzione e tecnologia: le sfide del futuro
Durante l’incontro, la coordinatrice della Breast Unit, Francesca Pellini, direttrice della Chirurgia Senologica dell’Aoui, ha tracciato il percorso di dieci anni di attività, ma anche le linee guida per il futuro.
Due i fronti più urgenti: l’aumento dei casi di tumore al seno tra le giovanissime (20-39 anni) e l’uso dell’intelligenza artificiale nella diagnostica.
«Il nostro obiettivo – ha spiegato Pellini – è puntare su screening precoci e sull’innovazione tecnologica per una diagnosi più rapida, predittiva e personalizzata».
L’intelligenza artificiale, in particolare, rappresenta una frontiera già presente nella senologia veronese: analizza enormi quantità di dati, riconosce elementi invisibili all’occhio umano e permette di scegliere con maggiore precisione il tipo di intervento e la risposta alle terapie.
Grazie a questa evoluzione, la Breast Unit veronese ha ottenuto la certificazione europea Eusoma (European Society of Mastology) e partecipa attivamente a studi e pubblicazioni scientifiche internazionali.
Le giovani e la prevenzione
Un tema centrale è quello delle giovani donne, oggi sempre più colpite. Dal 1990 al 2021 l’incidenza tra i 20 e i 39 anni è cresciuta dello 0,82% ogni anno. Spesso si tratta di forme più aggressive, diagnosticate in fase avanzata, con conseguenze pesanti anche su fertilità e benessere psicologico.
«La sfida – ha sottolineato Pellini – è introdurre programmi di screening specifici per questa fascia d’età e promuovere stili di vita sani. Bisogna parlare alle ragazze con un linguaggio nuovo e vicino a loro».
Un modello di eccellenza
La Breast Unit di Verona, istituita nel 2015 come centro hub regionale, è oggi un modello di riferimento per la diagnosi e la cura del tumore al seno.
Ogni anno vi accedono circa 1.700 pazienti, con oltre 7 mila interventi chirurgici eseguiti in dieci anni, una degenza media di 1,4 giorni e il 97% di rispetto dei tempi d’attesa.
Si effettuano ogni anno 12 mila mammografie e 1.200 risonanze mammarie, strumenti essenziali per la diagnosi precoce. Il 60% degli interventi è conservativo, e nell’80% dei casi di mastectomia è garantita la ricostruzione immediata.
Una rete multidisciplinare che coinvolge chirurghi, oncologi, radiologi, plastici, infermieri e case manager: «La forza del nostro modello – ha aggiunto la dott.ssa Pellini – è la collaborazione costante tra professionisti di discipline diverse. Solo così possiamo accompagnare la donna in ogni fase del percorso, dalla diagnosi alla riabilitazione».
Umanità e tecnologia
Oltre alle innovazioni cliniche, la Breast Unit veronese ha posto grande attenzione all’umanizzazione delle cure.
Le pazienti sono seguite da personale dedicato come breast care nurse e case manager, e possono contare sul sostegno psicologico dell’associazione Giada e del progetto Fenice, dedicato alla psicoeducazione post-trattamento.
«Tecnologia e umanità – ha ricordato Pellini – devono sempre procedere insieme. È l’unico modo per restituire forza e dignità alle donne che affrontano la malattia».
La voce delle pazienti
Commovente la testimonianza della dott.ssa Nicole Zangrandi, oggi 26enne e studentessa di Medicina, che ha raccontato il suo percorso come giovane paziente: «Ho vissuto paura e solitudine, ma anche la consapevolezza che non bisogna mai sottovalutare i segnali del corpo».
Zangrandi ha lanciato un appello a una comunicazione più inclusiva: «Le campagne di prevenzione parlano troppo poco alle ragazze. Serve più informazione, più presenza, più dialogo con chi ha vent’anni».
L’impegno istituzionale
L’incontro a Montecitorio è stato promosso dall’onorevole Paola Boscaini (Forza Italia), insieme all’onorevole Paolo Barelli e al vicepresidente della Camera Giorgio Mulè.
In apertura, il saluto in videocollegamento del direttore generale dell’Aoui Callisto Marco Bravi, che ha sottolineato il ruolo strategico della multidisciplinarietà e delle nuove tecnologie, ricordando anche l’introduzione della chirurgia robotica in senologia.
Prima dell’evento, la delegazione veronese guidata da Pellini e dal radiologo Marco Barillari è stata ricevuta dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, che ha concesso il patrocinio istituzionale all’iniziativa.
Ottobre Rosa 2025: Verona in prima linea
Il programma di Ottobre Rosa 2025 a Verona prevede quattro filoni di attività:
scientifico, con convegni e incontri tra specialisti; informativo, con campagne e iniziative di prevenzione; culturale, con la mostra “Dolore e bellezza”; clinico, con visite aggiuntive e focus su chirurgia plastica e menopausa.
Aoui porta la prevenzione anche fuori dall’ospedale, con due eventi aperti al pubblico: il “Rosa Café” del 14 ottobre alla pasticceria Flego e “Seno-n lo sai, te lo spiego io” il 28 ottobre al Centro federale Castagnetti, dedicato alle giovanissime.
«Dopo dieci anni – conclude Pellini – guardiamo al futuro con la consapevolezza che la ricerca e la tecnologia sono strumenti straordinari, ma che la vera innovazione resta l’ascolto e la vicinanza alle donne.»







































