Dialogo&Farsa, “il canovaccio della clandestinità continua”

 
 

“Alla richiesta di dialogo del presidente della Fondazione, Damiano Tommasi, si risponde con la farsa. Revisori che entrano ed escono a seconda del cambio di scena richiesto da chi tira i fili seguendo sempre l’ennesimo canovaccio: non rispondere nella trasparenza e continuare a muoversi in clandestinità”.

La chiamano l’arroganza di via Roma, quella del Consiglio di Indirizzo di Fondazione Arena “che in spregio dei ruoli, in primis nei confronti del presidente-sindaco, si tutela unicamente la sovrintendente di Fondazione Arena, Cecilia Gasdia, che fa e disfa a suo piacimento tutto ciò che le pare, compresa Arena di Verona srl”. Le perplessità sono di Jessica Cugini e Michele Bertucco di In Comune per Verona – Sinistra Civica Ecologista -, secondo i quali è difficile che la sovrintendente cambi copione, dal momento che finora ne è sempre uscita vincente.

“Verrebbe poi da chiedersi – continuano Cugini e Bertucco – quale sia il ruolo che gioca il sottosegretario Gianmarco Mazzi, che (leggiamo) vorrebbe essere anche ringraziato. Chissà, magari avrebbe potuto anche ricevere qualche parola di merito se, in quella prima ideata da lui (come comparso nei titoli coda) fosse stato interpellato durante la mondovisione, anche Tommasi, visto il ruolo di primo cittadino di un Comune proprietario del monumento che ospitava l’Aida nonché di presidente della Fondazione”.

“Ma forse – concludono laconicamente gli esponenti di In Comune per Verona – Sinistra Civica Ecologista – anche lì il copione era un altro ed era già scritto”.

 
 

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