Dal Teatro Filarmonico il Concerto di Natale sul web

 
 

Per il Concerto di Natale 2020, a distanza di 21 anni dall’ultimo appuntamento sinfonico al Teatro Filarmonico, Daniel Oren torna sul podio per dirigere l’Orchestra areniana in un programma natalizio sulle più belle pagine di Corelli, Händel, Čajkovskij, Schubert, Verdi, Franck e Adam con le voci delle due affermate soliste Rosa Feola e María José Siri.

Il Concerto, all’interno della collaborazione con Anfols Teatri e l’Ansa nel progetto #apertinonostantetutto, sarà disponibile il 25 dicembre alle 16.15 su YouTube e sulla webTV di Fondazione Arena (arena.it/tv). Il giorno successivo, 26 dicembre alle 16.15, sarà infine in streaming anche sulla pagina Facebook del Teatro Filarmonico.

Come ogni anno, anche per il 2020 Fondazione Arena porta il suo augurio alla città di Verona e nonostante le distanze fisiche imposte dalla situazione attuale, questo messaggio di parole e musica vuole risuonare ancora più forte e raggiungere quante più persone possibili attraverso la diffusione in streaming sulla webTV e sulle piattaforme Facebook e YouTube.

Il raffinato programma, diretto dall’esperta bacchetta di Daniel Oren, apre con il Concerto grosso n. 8 in sol minore, op. 6 (fatto per la notte di Natale), il più celebre del compositore e violinista barocco Angelo Corelli. Musiche e concerti pensati per la notte di Natale erano assai comuni nel periodo barocco e questo viene eseguito nel 1690 in occasione della tradizionale cantata della notte di Natale nel Palazzo Apostolico Vaticano alla presenza del Pontefice. Dei sei movimenti che lo compongono, l’ultimo (Pastorale) è la caratteristica specificatamente natalizia del brano, con l’evocazione dei suoni dei pastori.

L’influenza di Corelli sarà determinante per tutta la musica del Settecento, in particolar modo per Händel, del quale viene proposta l’aria per soprano I know that my Redeemer liveth dalla terza parte del Messiah, ricca di estatica semplicità, interpretata dal giovane soprano casertano Rosa Feola.

Čajkovskij scrive la Serenata per archi in do maggiore op. 48 nel 1812 e si tratta di una delle composizioni più rappresentative della malinconica evocazione della classicità settecentesca così cara all’autore che unisce sapientemente leggerezza, eleganza e un certo patetismo – soprattutto nel terzo dei quattro movimenti. In quest’opera si manifesta – più che in qualsiasi altra del musicista russo – l’ammirazione assoluta di Čajkovskij per il genio di Mozart, riscontrabile nell’eleganza di alcune linee melodiche. Il legame tra i due compositori sarà proprio il filo conduttore del concerto Mozart, dall’Austria alla Russia che il prossimo 8 gennaio inaugurerà la Stagione Artistica 2021.

Seguono quindi due pagine di grande intensità: Ellens Gesang III: Hymne an die Jungfrau n. 6 op. 52, D. 839, una delle più note composizioni di Schubert, composta nel 1825 e più comunemente conosciuta come Ave Maria, qui interpretata da Rosa Feola. Dal IV atto dell’Otello verdiano è tratta la seconda Ave Maria, preghiera intima e profonda che Desdemona rivolge alla Madonna presagendo il triste destino che l’attende, nella quale sarà impegnata María José Siri, affermato soprano uruguaiano, veronese d’adozione.

Dopo la delicata invocazione di Desdemona, è la volta di un’altra preghiera, il Panis angelicus dalla Messe à trois voix (Op. 12) di César Franck, tratto dall’inno Sacris solemniis di San Tommaso d’Aquino, dove tornerà ad esibirsi Rosa Feola, impegnata anche nel brano conclusivo del concerto, Cantique de Noël, composto da Adolphe Adam nel 1847 e negli anni riprodotto e arrangiato da numerosissimi artisti.

Il messaggio di speranza e gioia per la venuta del Natale contenuto in questo canto è l’augurio che Fondazione Arena vuole rivolgere al pubblico e ai suoi lavoratori, poiché le difficoltà di questi tempi non facciano venire meno la speranza nel futuro e affinché la musica, con i suoi valori universali, sia sempre cura e sollievo per l’anima.

 
 

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