Dai camion alle opere liriche: una nuova assunzione fa discutere in FAV

 
 

LETTERE ALLA REDAZIONE

Dopo gli incontri aziendali del 10 gennaio, nei quali la Dirigenza di Fondazione Arena ha descritto con toni roboanti ed autocelebrativi le proprie magnifiche doti, qualcuno potrebbe aspettarsi che le tensioni con i lavoratori si plachino almeno un po’.

Tutt’altro. Una nuova polemica travolge ancora la Fondazione Arena.

Oggetto dell’attrito è la recente assunzione di un Capo nell’Ufficio Acquisti, A.V., nonostante da anni l’organico poggiasse autonomamente sull’apporto di un funzionario.

Una assunzione per chiamata diretta, ovviamente, che lascia basiti per diversi motivi.

PRIMO: la Fondazione Arena ha appena messo in scena una Bohème (nel dicembre scorso) molto menomata dal punto di vista artistico: in palcoscenico nessuna comparsa, per artisti del cast e artisti del coro nessun servizio di trucco e parrucco e di sartoria e calzoleria, nella buca d’orchestra ancora peggio: la partitura, in alcune sezioni, è stata molto mutilata, con l’abolizione di parti previste dalla partitura originale. Qualcosa di simile, se non peggio, avveniva nel Concerto di Natale a Sant’Anastasia: in quella occasione mancava addirittura l’esecutore di una parte reale della partitura di Liszt. Ora Fondazione Arena sta continuamente cambiando il proprio cartellone (prima abolisce Mefistofele e lo sostituisce con Don Giovanni, poi modifica il programma del Primo Concerto Sinfonico) e tutti questi cambi comportano una sostanziale riduzione degli organici previsti per l’esecuzione. Tutto questo perché? Perché la Fondazione sostiene che vi sia un presunto blocco delle assunzioni a termine, causato da una sentenza della Corte di Giustizia Europea.

In realtà questa sentenza ha solamente evidenziato un abuso dei contratti a termine e non stabilisce alcun blocco. Prova ne è che in altre Fondazioni liriche non è stata modificata in alcun modo la programmazione. Ma questa è un’altra storia.

Il punto qui è un altro: questo presunto blocco delle assunzioni vale per tutti coloro che servirebbero per mettere in scena gli spettacoli (in un’azienda normale diremmo i lavoratori “diretti”), ma misteriosamente per assumere un impiegato amministrativo non c’è più nessun blocco?

SECONDO: chiaramente durante il triennio di Risanamento (in realtà già da prima) è stato interrotto il recruiting di personale stabile, attuando un blocco del turn-over che ha depauperato in maniera significativa un po’ tutti i settori. Quasi tutti, tranne l’Ufficio Acquisti, che ha lo stesso personale da anni. In questo ufficio, lo abbiamo anticipato prima, c’è già un funzionario (come poteva mancare, in una Fondazione che ha un rapporto Dirigenti/Funzionari – dipendenti di 1:20?) ed appare assolutamente incomprensibile la necessità di un Capo-Ufficio.

TERZO: questa nuova figura sembra sbucata dal nulla. La Fondazione ha graduatorie per le assunzioni del personale a termine praticamente per ogni ruolo e dovrebbe selezionare il suo personale con bandi ad evidenza pubblica (diciamo dovrebbe perché nel settore amministrativo a volte si praticano chiamate dirette). Peccato che per questo ruolo non esistesse graduatoria, proprio perché questo ruolo non era mai stato previsto prima. Ed ecco che magicamente si può chiamare chi si vuole. In realtà il contratto collettivo delle Fondazioni prescrive che ci si avvalga del parere delle RSU, ma evidentemente qualcuno ha deciso di omettere questo passaggio, temendo forse che potesse sorgere qualche piccolo ostacolo.

QUARTO: a questo punto si potrebbe immaginare che Fondazione Arena quantomeno si preoccupi di considerare nel profilo di questo nuovo Capo-Ufficio la precedente esperienza in aziende che si occupano di spettacoli, se non addirittura in un’altra Fondazione lirica, esperienza che avrebbe potuto forse legittimare una chiamata diretta per chiara fama. Anche perché ogni procedura in una Fondazione lirica ha caratteristiche specifiche, che necessitano di una conoscenza specifica e dettagliata di tutte le esigenze di una Azienda così particolare e di tutta la normativa relativa alle Fondazioni lirico-sinfoniche, che è vasta, complicata e stratificata negli anni. Nulla di tutto ciò.

Vediamo dunque insieme il curriculum (facilmente reperibile su internet) di questo sorprendente nuovo acquisto di Fondazione Arena.

Sorvoliamo sulla sua presentazione, in perfetto stile autocelebrativo e pertanto in linea con lo stile della Dirigenza di Fondazione Arena. Noi badiamo ai contenuti:

– è laureato in Giurisprudenza ed ha fatto alcuni corsi di formazione ed aggiornamento, di cui non però è dato sapere i dettagli.

– esperienze lavorative precedenti ed attuali: legal counsel (tutto in inglese che fa sempre la sua scena) presso un’azienda che si occupa di realizzazione di infrastrutture, urbanizzazione, opere fognarie, pavimentazione e manutenzione con 41 dipendenti e fatturato di 10Ml€, consigliere del CDA in un’altra azienda che si occupa di produzione e vendita di bitumati, 15 dipendenti, 5 Ml€ di fatturato, precedentemente presidente del CDA di un’altra azienda di costruzioni ancor più piccola. Dal 2012 ad oggi è vice-presidente del CDA e amministratore delegato di in consorzio con sede a Roma, che opera nel settore dell’edilizia e delle infrastrutture, in questo caso sì di dimensioni decisamente importanti: 770 dipendenti e 230Ml€ di fatturato.

Ora la domanda è molto semplice: cosa hanno a che fare un profilo ed un’esperienza così con l’attività di una Fondazione lirica che produce spettacoli di musica dal vivo?

Ma evidentemente per gli attuali amministratori di Fondazione Arena è una domanda non pertinente perché i criteri di scelta non sono le competenze specifiche, sono altri.

D’altro canto lo ammette candidamente il Direttore Generale Gianfranco De Cesaris, in una dichiarazione riportata dai giornali un paio di giorni fa: “è stato assunto solo un impiegato”.

Certo. Cosa mai potrà trovarci di strano nella presenza di una figura senza alcuna formazione specifica di Fondazioni liriche, uno che fino al giorno prima di entrare in Fondazione Arena si occupava di automobili e camion?

G.O.L.O.

 
 

1 COMMENTO

  1. Dispiace constatare che la prestigiosa Fondazione Arena di Verona, prossima al suo primo centenario storico di attività, non sia all’altezza di coordinare, nell’armonia, le maestranze che contribuiscono al suo successo internazionale. In diverse edizioni liriche programmate e presentate in Arena e al Teatro Filarmonico, sono state molto spesso stravolte, con scenografie e regie schizzofreniche, di basso rango, che hanno declassato l’immagine della qualità delle opere presentate. Ciò che ha ridotto, in una certa misura, anche il flusso del pubblico e, quindi, un calo delle vendite dei biglietti. La partecipazione dei lavoratori dello spettacolo, nel contesto della programmazione e esecuzione delle opere, è la base fondamentale per conseguire il successo dell’arte lirica scaligera, come è stato ampiamente sottolineato, dal rapporto-studio eseguito dalla Facoltà di Statistica dell’Università di Verona, elaborato, su richiesta dell’Ufficio Marketing della Fondazione, che ha valutato, nell’eservizio del 2008, in 298 milioni di euro, l’indotto finanziario riversato nell’economia della Città e della Provincia di Verona. Questo è l’obiettivo da raggiungere ogni anno nell’interesse di tutti e dell’Opera lirica italiana che detiene da sempre il primato mondiale delle rappresentazioni liriche nel mondo. Auguriamoci che prevalga il buonsenso e che tutto si risolva nel miglior auspicio

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here