Da una spallàta alla quasi cecità; la Polizia chiude il cerchio sulla rissa di Peschiera

 
 

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Peschiera del Garda hanno chiuso il cerchio sull’indagine relativa all’aggressione verificatasi a Peschiera del Garda la sera del 23 maggio 2021, che lunedì 16 agosto scorso aveva portato all’arresto di tre giovani individuati come colpevoli delle lesioni in danno delle vittime.

Nella mattinata di ieri, infatti, i Carabinieri hanno proceduto all’esecuzione dell’ordinanza di applicazione del collocamento in comunità del quarto aggressore, il diciottenne L.D. (cittadino albanese, all’epoca dei fatti minorenne), riconosciuto come uno dei principali responsabili delle gravi lesioni cagionate, in particolare, ad un giovane rimasto ipovedente all’occhio destro per una frattura scomposta pluriframmentaria orbito-mascellare.

LA DINAMICA
Quella sera, alle ore 22:20 circa, un gruppo di giovani (tra cui l’odierno arrestato) avevano litigato per futili motivi con un altro gruppo di coetanei; in particolare, il pretesto della discussione era stato che, essendosi incontrati poco prima durante una passeggiata, un membro del gruppo degli aggressori sarebbe stato urtato con una spalla dal gruppo di coetanei. Questi ultimi, dopo la discussione, resisi conto dell’indole violenta dell’altro gruppo e per evitare che la lite potesse degenerare, decidevano di allontanarsi. Poco dopo, tuttavia, i malcapitati venivano raggiunti in Piazza D’Armi di Peschiera del Garda dal gruppo di aggressori che li colpiva violentemente e a più riprese con calci e pugni, tanto da non permettere l’intervento di alcuno.
Al termine del pestaggio, il gruppo di aggressori si allontanava, consapevole dell’imminente arrivo delle Forze dell’Ordine.
Una pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri di Peschiera del Garda, giunta rapidamente sul posto, si imbatteva in una scena molto cruda: tre giovani ragazzi erano riversi a terra doloranti; a quel punto, i militari allertavano immediatamente il 118 al fine di assicurare le cure mediche del caso. La non casualità e fatalità di tale pestaggio, quanto piuttosto la volontà di colpire e ferire rabbiosamente, era comprovata anche dalla gravità delle lesioni subìte; i tre giovani trasportati in ospedale, ricevevano infatti le seguenti prognosi: M. S., bresciano, residente a Sirmione, classe 2000, prognosi 25 s.c., per trauma “fronto nasale ferita lacera al naso fx ossa nasali”; L.D., nato in Serbia ma residente a Sirmione, lesioni con prognosi di giorni 3 s.c., per trauma “cranico minore” e, il più grave di tutti, A. G., originario di Pordenone ma residente a Desenzano del Garda, prognosi iniziale di giorni 30 s.c., per “frattura scomposta e pluriframmentaria orbito-mascellare zigomatica dx e scollamento dell’epitelio retinico”; successivi esami sanitari diagnosticavano altresì “indebolimento permanente della vista”;
Subito dopo aver assicurato soccorso alle vittime, i Carabinieri svolgevano rapidamente una prima ricostruzione dei fatti, grazie alla raccolta di testimonianze e all’attenta analisi dei video dei sistemi di sorveglianza presenti nella zona; le indagini, in particolare, permettevano non solo di ricostruire l’accaduto, ma anche di individuare in tempi celeri gli aggressori. Gli accertamenti compiuti, le dichiarazioni assunte e la certa ed inequivocabile ricostruzione dei fatti corroboravano infatti le responsabilità degli indagati per le lesioni gravi in concorso, aggravate anche dai futili motivi. L’attività investigativa si concludeva con il deferimento all’Autorità Giudiziaria di quattro aggressori (i tre arrestati lo scorso 16 agosto e L. D.) con contestuale richiesta di emissione di misura cautelare, al fine di impedire che potessero commettere reati della stessa specie, soprattutto in considerazione delle gravi ferite con prognosi di oltre 40 giorni causate a una delle vittime, con indebolimento permanente della vista.

Dopo l’ordinanza del Tribunale di Verona, eseguita il 16 agosto scorso a carico dei tre maggiorenni, anche la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Venezia, concordando pienamente con le risultanze investigative evidenziate dai Carabinieri, ha richiesto e ottenuto l’emissione di una misura coercitiva a carico di L.D.. I militari operanti, una volta rintracciato l’indagato, lo hanno quindi tratto in arresto, dando esecuzione al provvedimento di cattura e, dopo le operazioni di fotosegnalamento, lo hanno accompagnato in una comunità rieducativa in provincia di Treviso.

 
 

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