Da ‘Re del Latte’ a presidente-ombra dell’Hellas Verona; chi era Calisto Tanzi?

 
 

È morto a 83 anni l’ex patron della Parmalat Calisto Tanzi.

Grazie a lui l’azienda alimentare salì al top dell’industria del settore, fino al crack del 2003 che portò l’imprenditore in carcere insieme ad alcuni dei massimi dirigenti dell’azienda.
Una vita da imprenditore per Tanzi, in un’avventura che lo ha portato da fatturati miliardari fino alla bancarotta e ai guai giudiziari.

L’ex patron Parmalat era nato a Collecchio il 17 novembre 1938 da una famiglia di piccoli imprenditori nel settore dei prodotti alimentari fondata a Parma dal nonno.

A 21 anni
interruppe gli studi universitari per aiutare il padre a gestire l’impresa. Tanzi è stato l’inventore del latte a lunga conservazione (UHT) e grazie anche a questo intuito Parmalat si affermò a livello mondiale arrivando negli anni ’70 a fatturare 100 miliardi di lire annui.
È degli anni ’90 poi l’approdo in Borsa, una mossa però che destò subito qualche preoccupazione nel mondo finanziario a causa dei conti in ‘passivo’ di Parmalat. Nonostante questo, Tanzi si lanciò in campagne sponsor e di acquisizione, attraverso Parmatour, Parma Calcio, Odeon Tv.

I guai più pesanti per il patron di Parmalat iniziarono tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000, dall’acquisizione di Eurolat dal gruppo Cirio di Sergio Cragnotti per arrivare alla scoperta del crac Parmalat, nel 2003, che porterà Tanzi in carcere e poi imputato in diversi processi.

Il procedimento per bancarotta fraudolenta a Parma, quello principale, si concluse il 9 dicembre 2010 con la condanna a 18 anni di reclusione, condanna sostanzialmente poi confermata in Cassazione.

VERONA E L’HELLAS
Come ha ricordato il Corriere di Verona nell’edizione di ieri è stato accertato dalla magistratura che Tanzi era stato anche presidente “occulto” dell’Hellas Verona nonostante tale circostanza sia stata sempre negata dal diretto interessato.

Secondo la Procura di Parma, dal 1998 al 2004 il vero proprietario dell’Hellas sarebbe stato proprio Tanzi, che all’epoca controllava anche il Parma Calcio.
L’ex patron avrebbe utilizzato come prestanome Giambattista Pastorello per aggirare la legge della FIGC che vieta di possedere due club nello stesso settore.

Vicenda per cui vennero indagati per concorso in bancarotta preferenziale Tanzi, Pastorello e 9 dirigenti degli istituti di credito che concessero i prestiti per l’acquisto dell’Hellas.

 
 

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