Croce: “Vogliono darci lezioni mentre si legano alle poltrone in campagna elettorale”

 
 

Di seguito, le dichiarazioni di Michele Croce, candidato Sindaco di Verona Pulita, in una nota:

“Al peggio non c’è mai fine, soprattutto se si ha a che fare con persone che non conoscono la vergogna.

A poche settimane dal voto, chi ha fino ad ora (male) amministrato la citta’ si affretta a impossessarsi delle società partecipate dal Comune. Come dire: “chiunque vinca le elezioni la città deve rimanere mia”!

La notizia è che la direttrice di AGEC Maria Cristina Motta sarebbe stata riconfermata per altri due anni, ovviamente con il suo stipendio a cinque zeri.

Sarebbe stato naturale aspettare l’esito delle amministrative, ma la voglia di mantenere le mani sulla città non conosce pudore.

Ed allora ecco che la riconferma della direttrice è avvenuta grazie ai voti della consigliera Maria Luisa Tezza, guarda caso candidata in una lista che appoggia Patrizia Bisinella (insomma, Tosi..), il consigliere Renzo Giulio Begalli, il cui figlio è anche lui pronto a scendere in campo a sostegno dei tosiani e il presidente del Cda Massimo Galli Righi, la cui figlia Elena è pure lei candidata in una lista tosiana, insieme al marito della stessa direttrice Motta, Claudio Minaldo.

Insomma un bella famigliola che non si accontenta di scendere in politica, ma arraffa potere e stipendi.

Ma non basta. Lo stesso Massimo Galli Righi si mette a dare lezioni di amministrazione, rispondendo a Michele Croce che nel suo programma propone la vendita di partecipazioni come le farmacie comunali, per poter destinare fondi a urgenze della città, come la riqualificazione dell’arsenale: ci sarebbe un muto da estinguere, dunque l’operazione non si potrebbe fare.

Che ci sia un mutuo ovviamente lo sappiamo – continua Michele Croce – ma Agec lo sta pagando non certo grazie alla redditività delle farmacie. L’Azienda continuerà ad affrontarlo trovando le risorse nelle gestioni (onoranze funebri in primis, dove Agec ha il 70% del mercato ma non è capace di produrre utili degni di questo nome) che dovranno diventare finalmente efficienti. Risultato che questa amministrazione non è stata in grado di raggiungere”.

“Forse – conclude Croce – val la pena di ricordare a Galli Righi e Motta, ma soprattutto ai veronesi, da dove derivi quel mutuo: un fantasioso giro contabile, dove il Comune targato Tosi, nel 2009 ha ceduto alla propria azienda Agec le farmacie, realizzando 40 milioni per fare cassa e indebitando Agec. Insomma, il Comune che cede una partecipazione a sè stesso, facendo risultare di averci guadagnato. Infine una domanda sorge spontanea: a che pro tutte queste polemiche per l’ipotesi di vendita delle farmacie comunali da parte di AGEC, se a suo tempo il Comune fece lo stesso senza che nessuno avesse da eccepire? L’unica differenza è che allora si creò un debito, costringendo Agec ad accendere un mutuo, oggi invece – vendendo a privati – comunque si cercherebbe si sanarlo”.

 
 

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