Corte dei Conti, Sez. Controllo: rendiconto 2017 Fondazione Arena. Esposizione debitoria critica

 
 

Secondo la relazione dei giudici della Sezione Controllo Enti della Corte dei Conti, relativamente al rendiconto 2017, resta critico per la Fondazione Arena il versante dell’esposizione debitoria ed è ancora del tutto inadeguata la contribuzione degli enti territoriali. Il costo del personale è in netta flessione, ma resta il più elevato fra le Fondazioni oggetto di monitoraggio.

«I segnali incoraggianti che emergono dall’analisi dei risultati del 2017 alleggeriscono solo in parte le criticità strutturali attinenti, principalmente, all’insufficiente patrimonializzazione di molte delle Fondazioni e alla perdurante esposizione debitoria».

E’ quanto rileva la Sezione Controllo Enti della Corte dei Conti, nella Determinazione del 6 giugno 2019, n. 67, depositata in Segreteria il 13 giugno 2019, relativamente alla relazione sui rendiconti 2017 di 14 fondazioni lirico-sinfoniche italiane.

«In particolare – scrive la Corte – per 9 fondazioni assoggettate ai piani di rientro previsti dalla legge di riforma n. 112 del 2013 si registrano miglioramenti gestionali. Si tratta dell’Opera di Roma, del San Carlo di Napoli, del Maggio musicale fiorentino, del Massimo di Palermo, del Comunale di Bologna, del Lirico di Trieste, del Carlo Felice di Genova, del Petruzzelli di Bari e dell’Arena di Verona».

Al di là delle eccezioni indicate, le fondazioni presentano caratteri comuni. La governance è controllata dallo Stato che provvede all’assegnazione dei finanziamenti. I contributi dipendono dal Fondo Unico per lo Spettacolo. L’apporto finanziario di Regioni ed Enti locali è modesto e tardivo. costi strutturali sono eccessivi, soprattutto per il personale e le nuove produzioni, che non sono sufficientemente ammortizzate da un adeguato numero di rappresentazioni, e svolgono un’insufficiente attività di fund raising a causa di una carente politica pubblica di incentivazione di sponsor e privati, con conseguenti ricavi da biglietteria e abbonamenti non rapportabili all’importanza della tradizione musicale italiana.

«Contributi al miglioramento della complessa situazione del panorama operistico nazionale possono giungere dalla creazione di sistemi integrati a livello regionale e interregionale, dalla valorizzazione del prodotto italiano all’estero e delle coproduzioni nazionali e internazionali e dal perseguimento di economie di scala nelle tipologie di offerta lirico-teatrale», conclude la Corte. 

Per quanto riguarda la Fondazione di Verona (qui estratto pagg. 207-229) nella relazione si legge che dal 12 al 29 settembre 2017 si è svolta nei confronti della Fondazione Arena di Verona una verifica amministrativo-contabile disposta dal MEF, in esecuzione della direttiva del Ministro dell’economia e delle finanze, nella quale sono state evidenziate irregolarità e carenze riguardanti il quinquennio 2012-2016. Copia della suddetta verifica amministrativo contabile è stata inviata alla Procura regionale della Corte dei conti presso la Regione Veneto per l’eventuale accertamento di responsabilità per danno erariale.

La Fondazione ha fornito controdeduzioni alla suddetta verifica amministrativo contabile con
nota 28/06/2018. A conclusione dell’indagine ispettiva e fatte salve le eventuali
determinazioni della Procura regionale della Corte dei conti, il MEF, con nota del 21/09/2018, ha considerato superate alcune questioni, mentre ha confermato i rilievi riguardanti, tra gli altri:

  1. l’iscrizione di un contributo straordinario deliberato dalla Giunta comunale di Verona con
    atto di indirizzo politico, ma privo di titolo giuridicamente vincolante, adottato nel 2013; ma con una imputazione a provento nel bilancio d’esercizio 2012;
  2. l’inadeguata programmazione della gestione finanziaria in sede di redazione dei budget
    annuali e dei preventivi, in particolare derivante da imprudente e non corretta stima dei
    ricavi attesi, tale da assicurare un artificioso pareggio di bilancio con conseguente
    aggravamento della consistenza dei debiti della Fondazione;
  3. l’avvio della gestione del polo museale Amo (Arena Museo Opera) in assenza di un’idonea istruttoria e non corretta ponderazione del rischio economico connesso all’impresa, violando l’obbligo di operare secondo criteri imprenditoriali e producendo rilevanti perdite per la Fondazione;
  4. l’irregolarità dell’accordo integrativo aziendale del 2 maggio 2017 per il mancato rispetto
    dell’iter procedurale previsto dalla norma, tra cui la mancata quantificazione dei costi
    contrattuali e la loro certificazione da parte della Corte dei Conti;
  5. l’erogazione di trattamenti aggiuntivi, in particolare premi di produttività variamente
    denominati, in relazione ad esercizi chiusi in perdita e svincolati dalla sussistenza di
    oggettivi parametri di risultato;
  6. la mancata riduzione del 10 per cento del trattamento retributivo del Sovrintendente e il
    riconoscimento del trattamento di fine rapporto a titolo di lavoratore subordinato;
  7. il conflitto di interessi tra la carica di Direttore amministrativo della Fondazione e
    Amministratore unico della società partecipata Arena Extra s.r.l.;
  8. le anomalie nella procedura di selezione e nella determinazione del compenso dei dirigenti collaboratori del Sovrintendente;
  9. la mancata acquisizione del Documento unico di regolarità contributiva (Durc) sia in fase di gara che di pagamento delle prestazioni agli appaltatori di forniture di beni e servizi nonché inadempimento degli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari, con conseguente nullità dei contratti stipulati;
  10. l’illegittimo ricorso ad affidamenti diretti e procedure negoziate in assenza dei presupposti normativi e della prevista motivazione ed errata determinazione dell’importo a base di gara per l’appalto dei servizi tecnici ed audio;
  11. le varie irregolarità nelle procedure seguite per la selezione dei fornitori di beni e servizi e delle imprese per l’affidamento di forniture e servizi;
  12. il mancato ricorso alle convezioni Consip per i servizi di telefonia e di energia elettrica per il periodo antecedente al 2014, cioè prima dell’esclusione dall’elenco Istat;
  13. gli irregolari ricorsi a rinnovi e proroghe per gli affidamenti di alcuni servizi;
  14. l’illegittimo ricorso a procedure di transazioni, elusione dei principi di libera concorrenza,
    non discriminazione e di economicità, efficienza, parità di trattamento degli operatori
    economici.

La Ragioneria Generale dello Stato ha segnalato, richiamo ribadito anche dal Mibac-Direzione Generale Spettacolo Servizio II il 25/09/2018 – che la Fondazione è tenuta a procedere all’accertamento delle responsabilità nei confronti dei soggetti titolari dei procedimenti amministrativi che possano aver dato luogo ad eventuali ipotesi di danno erariale e ad attuare tutti gli atti interruttivi della prevista prescrizione, al fine di tener indenne la Fondazione da qualsiasi pregiudizio derivante da attività poste in essere dai propri funzionari, anche nel caso di mancata completa conclusione delle azioni avviate. La Fondazione con note del 12 e 15 ottobre 2018 ha dichiarato che sono in corso le verifiche per l’accertamento delle responsabilità nei confronti dei soggetti titolari dei procedimenti amministrativi in grado di dar luogo ad eventuali ipotesi di danno erariale.

In tema di contributi pubblici, il giudici ricordano che la Fondazione ha impugnato presso il TAR Lazio il riparto FUS per il 2014 previsto dal decreto Mibac 3 febbraio 2014. Il tribunale, all’esito dell’udienza del 12/02/2015, ha depositato il 22/03/2016 la sentenza che accoglie parzialmente le istanze promosse dalla Fondazione. Il Consiglio di Stato, intervenuto sull’appello proposto dal Mibac, ha annullato la sentenza con rinvio della causa al primo giudice ai fini dell’integrazione del contraddittorio con le altre Fondazioni liriche.

Si segnala, inoltre, che la Guardia di Finanza (Nucleo Polizia Tributaria di Verona) ha concluso un’ispezione (processo verbale di constatazione del 27/03/2017) contestando violazioni sostanziali in materia di Iva (omessa fatturazione di operazioni imponibili e presentazione di dichiarazione annuale infedele), relativamente all’operazione di conferimento di ramo d’azienda effettuata nei confronti della controllata Arena extra s.r.l. nel 2013 (ora Arena di Verona S.r.l.). Nel mese di novembre 2017 la Fondazione ha sottoscritto l’atto di adesione all’accertamento dell’Agenzia delle entrate che prevede il pagamento dell’Iva, degli interessi e delle sanzioni (euro 2.704.900 da rimborsare in 16 rate semestrali di euro 169.056 ciascuna).

Il bilancio 2017 espone un utile di euro 656.989, mentre era di euro 367.617 nell’esercizio 2016, riconducibile essenzialmente al saldo positivo (euro 1.350.692) della gestione caratteristica, che riesce a compensare le imposte d’esercizio e il saldo negativo dei movimenti finanziari, ancorché inferiore al 2016. Il patrimonio netto complessivo (pari ad euro 18.802.122) conseguentemente cresce del 3,6% per effetto del predetto utile d’esercizio.  Il primo Consiglio di indirizzo post commissariamento si è riunito l’8 gennaio 2018. La Fondazione evidenzia un miglioramento della gestione caratteristica che, date le specificità, consentirebbe uno sviluppo ancora maggiore fino a farla divenire, come segnalato anche dal Commissario Straordinario del Governo, un’eccellenza sotto diversi punti di vista (economico, culturale e sociale). Persistono al momento diverse aree critiche dal punto di vista finanziario della Fondazione (stock debitorio superiore ad euro 26 milioni) fronteggiabili sia attraverso l’utilizzo del suddetto fondo di rotazione sia con la piena attuazione di tutte le azioni previste nel Piano di risanamento e, in particolare, con l’individuazione di adeguate entrate da parte degli enti locali soci o dai privati che tengano conto del grande vantaggio competitivo che l’Arena con la popolarità delle sue manifestazioni riesce ad offrire all’intero territorio regionale. Tale sostegno finanziario permetterebbe di modificare strutturalmente la dimensione del debito e migliorare la patrimonializzazione oltre a liberare risorse economiche utili per l’ulteriore sviluppo della Fondazione in ambito nazionale e internazionale.

Il bilancio d’esercizio 2017 è stato certificato da una società di revisione, che ne ha attestato la conformità alle norme che ne disciplinano la compilazione ed ha, peraltro, posto l’attenzione sul valore negativo del patrimonio disponibile della Fondazione e sull’appropriatezza dell’utilizzo da parte del Sovrintendente del presupposto della continuità aziendale. Il Collegio dei revisori dei conti, nel condividere, nella propria relazione le osservazioni della società di revisione, non ha rilevato motivi ostativi alla sua approvazione e alla destinazione dell’utile d’esercizio proposta dal Sovrintendente.

La situazione patrimoniale – Nell’attivo patrimoniale risulta ridotta del 17,4 per cento la consistenza complessiva delle immobilizzazioni materiali tra le quali spiccano le voci fabbricati e terreni (pari ad euro 8.222.606) riguardanti immobili conferiti al patrimonio della Fondazione dal Comune di Verona nel corso del 2008 e del 2012 (utilizzati come magazzini, stabilimenti di produzione e sale prove) e altri beni (per complessivi euro 1.087.662) riferibili in gran parte ad allestimenti scenici (euro 939.087)220, oltre agli impianti e macchinari (euro 838.485). Quasi immutate immobilizzazioni finanziarie (euro 12.373.329 a fine 2017). L’attivo circolante (+4,6 per cento) comprende, tra l’altro, oltre alle disponibilità liquide pari ad euro 163.610, le rimanenze (euro 209.415) e, soprattutto, i crediti verso: l’Erario per Iva e Irap (euro 1.060.534 rispetto ad euro 234.707 nel 2016)222, clienti (euro 649.962), altri (diminuiti da euro 1.538.884 a euro 560.491)223, Arena di Verona S.r.l. (euro 2.687.779 a fronte di euro 475.235 nel 2017)224 nonché enti pubblici per contributi deliberati, ma non ancora erogati, a sostegno dell’attività della Fondazione (euro 417.459). In flessione del 64,4 per cento i ratei e risconti attivi.

I debiti, cresciuti dell’1 per cento, e pari a quasi 27 milioni di euro, rappresentano la voce prevalente (il 70% circa) del passivo patrimoniale: tra di essi si segnalano, in particolare, quelli verso fornitori, scesi da euro 12.866.036 a euro 7.388.453. Seguono, quanto a consistenza, quelli verso banche sostanzialmente invariati (euro 2.780.153 ed euro 2.731.554 rispettivamente nel 2016 e nel 2017). In crescita risultano invece i debiti  tributari passati da euro 2.561.394 ad euro 5.484.123 per la persistente carenza di liquidità che ha caratterizzato anche il 2017 e che non ha permesso alla Fondazione di versare nella seconda metà dell’esercizio le ritenute erariali a carico del personale dipendente e autonomo oltre ad alcuni versamenti Iva, il cui ravvedimento operoso, con totale conseguente estinzione del debito, è avvenuto a gennaio 2018. Tra i debiti di minore peso si rilevano quelli: verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale (1.818.468 nel 2016 ed euro 1.125.968 nel 2017), verso imprese controllate (euro 455.565), per costi relativi a serate extra lirica da rimborsare ad Arena di Verona S.r.l e alla gestione di Arena museo opera (Amo), verso il Comune di Verona (euro 740.847 essenzialmente per i canoni di concessione di palazzo Forti per Arena museo opera) e altri debiti, costituiti principalmente dagli anticipi dei biglietti per rappresentazioni della stagione successiva (euro 3.175.720 ed euro 3.783.967, rispettivamente nel 2016 e nel 2017) nonché, oltre a debiti diversi e, dagli impegni nei confronti del personale (per retribuzioni pregresse e per ferie non godute), che risultano in aumento nel 2017 a causa della ritardata erogazione di alcuni premi previsti dal Ccnl. Il Fondo rischi ed oneri (- 30 per cento) si riferisce agli accantonamenti annuali per vertenze verso dipendenti e a copertura dei debiti di ammontare incerto verso fornitori. Si rammenta che, nel 2016 la Fondazione aveva provveduto ad effettuare un accantonamento di euro 1.773.000 per passività potenziali a fronte – come indicato in precedenza – sia di una contestazione della Guardia di Finanza per l’operazione di conferimento di ramo d’azienda effettuata a beneficio della controllata Arena Extra S.r.l. (oggi Arena di Verona S.r.l.) sia di due ravvedimenti operosi che la Fondazione ha posto in essere nel 2017 a seguito di mancati versamenti di imposte nel corso del 2016, principalmente Iva e ritenute erariali sul costo del lavoro. L’adesione all’accertamento sottoscritto con l’Agenzia delle entrate nel novembre 2017 ha consentito una riduzione delle sanzioni stimate e una conseguente liberazione di fondi esuberanti per euro 856.546 inseriti tra le sopravvenienze attive del conto economico.

La situazione economica – Il risultato economico del 2017 (utile di euro 656.989) conferma, migliorandolo del 78,7%, l’andamento positivo iniziato nell’esercizio precedente (euro 367.617), che si era chiuso in controtendenza con le consistenti perdite registrate nel biennio 2014-2015. Il positivo esito gestionale è dovuto, in sintesi, alla contrazione dei costi della produzione (2,2%) superiore a quella parallela del valore della produzione (2%). Ne consegue un saldo positivo della gestione caratteristica (pari ad euro 1.350.692 a fronte di euro 1.287.560 nel 2016) in presenza di un miglioramento del saldo negativo tra proventi ed oneri finanziari (ridottosi da euro 385.126 ad euro 296.272). Il quadro che ne emerge è di sostanziale conferma delle buone performance di mercato e operative conseguite già nel 2016 (nel 2017 sono aumentate le rappresentazioni presso l’Arena ed al Teatro Filarmonico) e di aderenza dei risultati previsti nel Piano di risanamento 2016-2018.

Considerazioni di sintesi – La Fondazione Arena presenta:

  1. una situazione patrimoniale problematica, anche se in leggero miglioramento grazie all’attivo registrato nell’esercizio. A un fondo di dotazione negativo si aggiungono le perdite di anni pregressi portate a nuovo. Il patrimonio netto resta ancora molto inferiore al valore degli immobili conferiti in uso gratuito (fra i quali l’Arena e il Teatro Filarmonico);
  2. un considerevole indebitamento, pari a quasi 28 milioni di euro e a oltre il 70% delle passività, in aumento, sia pur lieve (+1%), dopo la ulteriore riduzione degli ultimi due anni (-7,1% nel 2016). L’esposizione è in particolare verso i fornitori (in diminuzione da 12,9 a 7,4 milioni di euro) e soprattutto verso l’erario (i debiti tributari crescono da 2,6 a 5,5 milioni) mentre è in ulteriore leggera diminuzione l’indebitamento verso gli istituti bancari (arrivato a poco più di 2,7 milioni). In aumento quasi tutte le altre voci considerate minori;
  3. una contribuzione da parte dei soci fondatori in ulteriore contrazione nel complesso (- 22,6% a seguito della netta flessione del 2016 pari a -34%) dopo l’aumento registrato nel 2015, e pari al 16,3% del totale dei contributi (20,3% e 29,4% rispettivamente nel 2016 e nel 2015), un valore ormai non migliore di quello di diverse altre Fondazioni lirico-sinfoniche;
  4. una contribuzione degli enti pubblici in aumento ma solo grazie all’apporto dello Stato, in crescita del 7,7%, dopo la diminuzione di pari entità registrata nel 2016, che incide per oltre il 70% del totale dei contributi. Diminuiscono i contributi degli enti locali: del 24,3% quello del Comune (che ammonta a 1,6 milioni) che era però più che triplicato nell’esercizio precedente, del 20% quello della Regione, di entità piuttosto modesta (640mila euro). Nell’insieme gli enti territoriali contribuiscono quindi per il 16,3%, un’incidenza sul totale lontana da quanto sarebbe ragionevolmente auspicabile;
  5. ricavi da vendite e prestazioni in crescita (+3,5%), tendenza che negli ultimi due esercizi sembra consolidarsi, dopo la crisi degli anni immediatamente precedenti. Si è registrato nell’esercizio in esame un aumento dell’offerta di spettacoli del festival areniano e del Teatro Filarmonico cui hanno fatto riscontro un netto calo sia delle sponsorizzazioni (di quasi un milione di euro: è stato così annullato l’aumento dell’anno precedente) sia degli introiti da concessioni dell’Arena per serata “extra lirica”. Il dato relativo agli introiti da biglietteria, in crescita di quasi 800mila euro (l’aumento del numero degli spettatori è di circa 10mila) è notevole, inferiore soltanto a quello della Scala nell’ambito lirico-sinfonico nazionale e tale da portare il contributo dei ricavi al valore della produzione dal 45 al 47%;
  6. un valore della produzione in diminuzione rispetto all’esercizio precedente (-2%) – tuttora superiore, peraltro, a quella di gran parte delle altre Fondazioni lirico-sinfoniche -a fronte di una contrazione dei costi del 2,2%;
  7. un costo del personale (al netto di quello scritturato) in leggero aumento (+1,4%) dopo la decisa diminuzione (-15,5%) del 2016, pari al 48% dei costi di produzione, ma tale da rappresentare quasi il 125% dell’intero ammontare dei contributi, incidenza davvero troppo elevata.

La Fondazione ha una posizione del tutto particolare nel panorama lirico-sinfonico italiano. Dipende essenzialmente dalla forte capacità di richiamo del festival areniano, anche per la qualità delle rappresentazioni offerte e per la elevata risposta del pubblico durante la stagione degli spettacoli all’aperto, mentre non ha analogo successo l’offerta del Teatro Filarmonico e del teatro Ristori nel resto della stagione.

È da evidenziare la scarsa partecipazione degli enti locali che, pur beneficiando del prestigio della rassegna lirica veronese, contribuiscono in misura assai modesta al sostegno economico della stessa. Nella prima relazione semestrale per il 2018, relativa al consuntivo 2017, il Commissario straordinario pone in evidenza come la positiva gestione caratteristica della Fondazione, con le buone performance di mercato mostrate nell’anno, si accompagni però a uno stato di criticità degli aspetti finanziari e patrimoniali. L’elevata esposizione debitoria appare difficile da fronteggiare con la sola capacità di autofinanziamento derivante dall’operatività corrente. La seconda relazione semestrale, relativa al primo semestre 2018, indica però un sostanziale miglioramento della condizione economico-finanziaria, con un positivo incremento della dotazione patrimoniale e un maggior impegno dei soci fondatori nel sostenere la Fondazione.

Tutti gli indici di performance commerciale sono poi in crescita tendenziale, salvo per quanto riguarda i risultati del “Filarmonico” sempre deludenti. Resta invece critico il versante dell’esposizione debitoria e appare ancora del tutto inadeguata la contribuzione degli enti territoriali. Il costo del personale appare in flessione, migliore anche degli obiettivi del piano, ma resta il più elevato fra le Fondazioni oggetto di monitoraggio.

 

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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