Corte Costituzionale: rimando alla Corte giustizia UE corresponsione assegni natalità e maternità agli stranieri

 
 

Il divieto di discriminazioni arbitrarie e la tutela della maternità e dell’infanzia,
salvaguardati dalla Costituzione italiana (artt. 3, primo comma, e 31 Cost.), devono
essere interpretati anche alla luce delle indicazioni vincolanti offerte dal diritto
dell’Unione europea. Le tutele riconosciute dalla Costituzione e dal diritto Ue,
infatti, sono tra loro complementari, proprio perché legate da un nesso di mutua
implicazione e di feconda integrazione.

È quanto si legge nell’Ordinanza n. 182 depositata il 31 luglio 2020 con cui la Corte costituzionale ha rivolto alla Corte di giustizia Ue un quesito sul riconoscimento degli
assegni di natalità e di maternità agli stranieri extracomunitari (si veda il comunicato stampa dell’8 luglio scorso).

Le questioni di costituzionalità erano state sollevate dalla Cassazione. Si trattava
di valutare se, subordinando l’erogazione degli assegni a un periodo di cinque anni
di permanenza nel territorio dello Stato nonché al possesso di un reddito adeguato e di un alloggio, si ponesse in essere un’ingiustificata discriminazione degli stranieri che risiedono legalmente in Italia e versano in condizioni di più grave bisogno.

Secondo la Cassazione, vi sarebbe violazione degli articoli 3 e 31 della Costituzione, ma anche del principio di parità di trattamento tra cittadini europei e cittadini di Paesi terzi, quanto alle prestazioni familiari e di maternità, enunciato dalla direttiva n. 2011/98 Ue, in armonia con il riconoscimento del diritto alle prestazioni di
sicurezza sociale sancito dall’articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali Ue.

La Corte costituzionale ha chiesto alla Corte di Lussemburgo di chiarire se la
normativa italiana – che subordina alla titolarità del permesso per soggiornanti UE di lungo periodo la concessione agli stranieri degli assegni di natalità e di maternità – sia compatibile con l’articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, che prevede il diritto alle prestazioni di sicurezza sociale, e con l’articolo 12, paragrafo 1, lettera e), della direttiva 2011/98/UE, sulla parità di trattamento tra cittadini di Paesi terzi e cittadini degli Stati membri.

Con riguardo all’assegno di natalità, la Corte costituzionale ne ha identificato,
accanto alla finalità premiale, una concorrente funzione di sostegno alle famiglie in
condizioni economiche precarie. Esso, pertanto, potrebbe essere qualificato come
“prestazione familiare” secondo il diritto dell’Unione (articoli 1, lettera z, e 3,
paragrafo 1, lettera j, del regolamento CE n. 883/2004), con la conseguente
applicazione del principio di parità di trattamento.

Il quesito preliminare riguarda anche l’assegno di maternità e la sua
riconducibilità all’articolo 34 della Carta, letto alla luce del diritto secondario, volto
ad assicurare a tutti i cittadini di Paesi terzi che soggiornano e lavorano regolarmente
negli Stati membri «uno stesso insieme comune di diritti, basato sulla parità di
trattamento», vincolando gli Stati ospitanti a osservare quest’obbligo.

La disparità di trattamento fondata sulla nazionalità nell’accesso alle prestazioni sociali è stata più volte giudicata illegittima dalla Corte Costituzionale e, nell’Ordinanza 182/2020 i giudici hanno evidenziato l’orientamento giurisprudenziale che attribuisce efficacia diretta alle previsioni dell’articolo 12 della direttiva 2011/98.

La questione per quanto dibattuta riguarda anche gli enti locali ai fini della integrazione sociale. Resta da verificare se il Comune di Verona, a mezzo di delibera di Giunta, in base alla giurisprudenza favorevole agli stranieri, abbia superato le limitazioni dei soggetti destinatari delle prestazioni relative all’assegno per nuclei familiari numerosi e all’assegno di maternità, e disapplicato le norme interne.

In attesa della pronuncia della Corte di Lussemburgo, tutti i giudizi restano sospesi.

Alberto Speciale

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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