Copertura Camuzzoni: da Caleffi a Faustini ma Mazza pone lo Stop

 
 

“Maxi cantiere a Verona e traffico in tilt: si poteva fare di più con la copertura del canale Camuzzoni”.

Questo il commento di Matteo Faustini, presidente dell’Ordine degli Architetti di Verona che interviene sulle scelte urbanistiche dell’amministrazione riprendendo il progetto illustrato circa un anno fa da un altro architetto, il tosiano Arnaldo Caleffi.

“Quando si procede con interventi così impattanti sulla qualità della vita dei cittadini – prosegue Faustini – bisognerebbe consultare gli ordini professionali, come il nostro, che si occupano di urbanistica tutti i giorni e hanno una visione ad ampio raggio sulle possibili soluzioni per il contenimento dei disagi. In questo caso, la soluzione per alleggerire i flussi di traffico, è molto semplice: basterebbe coprire il canale Camuzzoni che costeggia la zona del maxi cantiere per guadagnare due corsie in più. Così come si procede in numerose città all’estero: penso a New York, dove con una soletta di cemento è stato interrato il sedime della vecchia metropolitana di superficie, la High Line, consentendo di realizzare importanti lavori viabilistici e poi si è conservato lo spazio ricavato destinandolo a ciclabili e giardini pensili, fruibili dai cittadini. La copertura del canale Camuzzoni, oltre che rappresentare un intervento di sicurezza, richiederebbe un mese di tempo per la realizzazione, è, in ogni caso, reversibile e garantirebbe una viabilità più fluida. Inoltre finiti i lavori, potrebbero essere recuperati spazi per piste ciclabili e verde al servizio della cittadinanza”.

Precisazioni dell’Architetto che vengono però respinte dall’Ingegnere, il Presidente di AMT3 Giuseppe Mazza, che puntualmente risponde.

“Dall’analisi scaturita sulla base dei flussi di traffico, come AMT3 abbiamo valutato che la soluzione proposta avrebbe incrementato il traffico a Porta Nuova e non avrebbe permesso l’esistenza delle fondamentali corsie preferenziali per il trasporto pubblico. La scelta dell’Amministrazione è stata fatta a ragion veduta perché quel suggerimento non funzionerebbe e creerebbe solo disagi per la cittadinanza. La realizzazione dell’anello circolatorio ha un impatto decisamente migliore perchè meglio si integra con le esigenze viabilistiche, riducendo gli inconvenienti della zona cantierizzata”.

Ma non è solo una scelta viabilistica. Contrariamente da quanto sostiene Faustini, Mazza certifica eventuali tempi di realizzo molto più lunghi oltre che costi non sostenibili.

“Tra l’altro – sottolinea Mazza – non è possibile prescindere dalle dinamiche attuali, con un cronoprogramma definito e il countdown con scadenza aprile dell’anno prossimo già partito. In linea prettamente tecnica, per coprire il Camuzzoni e renderlo percorribile, risulterebbero infatti indispensabili tutta una serie di operazioni su entrambe le sponde, per rinforzarle con pali in calcestruzzo che riescano a sostenere la struttura di copertura proposta. Soluzione irrealizzabile dal momento che alcune modifiche alla viabilità non sarebbero possibili, ad esempio la chiusura di via Dal Cero e Via Cardinale, rispettivamente sponda sinistra e destra del canale, oltreché la demolizione dei due parapetti del ponte su via città di Nimes e su piazzale XXV Aprile. Un iter che se anche fosse attuabile, cozzerebbe con gli stringenti tempi di esecuzione. Verosimilmente, per attuare l’intervento proposto, considerando i tempi per la progettazione e quelli di realizzazione, servirebbero un paio d’anni, decisamente troppi per la nostra tabella di marcia.
C’è poi da tenere in debita considerazione lo scoglio dei costi, interamente a carico dell’amministrazione comunale per tutti quegli interventi propedeutici all’unificazione dei sottopassi. Ricordo che il Ministero non finanzia questa parte dell’opera, tanto è vero che il Cipess nell’approvazione dell’ultima variante ha stralciato l’importo di circa 400.000 per quanto abbiamo messo in cantiere negli ultimi giorni di modifica della viabilità. Una spesa, quella del copertura del canale che, stimata, si aggirerebbe tra i 12 e i 15 milioni interamente a carico delle casse comunali”.

“Mi rendo comunque disponibile – conclude Mazza – ad incontrare il Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Verona arch. Matteo Faustini per scendere nel dettaglio toccando aspetti squisitamente tecnici che per brevità ho volutamente tralasciato di trattare”

 
 

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