Conti in rosso all’IAA, timori e replica del Presidente Avv. Balbi

 
 

“L’Istituto Assistenza Anziani versa in una situazione economico finanziaria molto critica. La Regione ha avviato un procedimento di vigilanza e controllo e ha chiesto all’Ipab di predisporre un piano di risanamento risolutivo. Siccome è il Comune che controlla il Cda, chiedo al Sindaco Tommasi di intervenire con urgenza con i vertici dell’Ente per contribuire al risanamento. Ne va della tutela dei dipendenti, dei fornitori e degli stessi ospiti-pazienti e delle loro famiglie”. 

Ad affermarlo l’On. Flavio Tosi, deputato di Forza Italia, già Sindaco di Verona e in passato assessore regionale veneto alla Sanità. 

Tosi spiega che “la difficile situazione in cui versa l’Istituto Assistenza Anziani ha ricadute negative su ampi settori del territorio, date le dimensioni dell’ente, dai lavoratori e dalle famiglie degli ospiti alle imprese fornitrici. Un paio di anni fa abbiamo assistito all’aumento delle rette e ad alcuni dipendenti che hanno lasciato. Le criticità, insomma, ci sono da un po’ di tempo, ma l’amministrazione Tommasi ora ha il dovere di porvi rimedio con tempestività, anche perché è la stessa Regione a chiedere in tempi rapidi il piano di risanamento”.

A Tosi replicano Franco Bonfante, segretario provinciale Pd Verona, Alessia Rotta, segretaria cittadina Pd Verona e Anna Maria Bigon, consigliera regionale Pd.

“Tosi vuole mettere in discussione l’accordo conciliativo che dopo anni di scontri durissimi e di clima plumbeo ha consentito all’Istituto assistenza Anziani di tornare in carreggiata, con soddisfazione dei dipendenti e relazioni sindacali di nuovo nella norma? Parli chiaro perché quello – il mettere le mani nelle tasche dei lavoratori – è il vero punto di caduta di tutto il suo ragionamento.
Per innescare una nuova guerra di potere all’interno del centrodestra, che ha governato fino all’anno scorso l’ente, e che tutti sanno essere l’unico e vero responsabile delle attuali difficoltà finanziarie dell’ente, Tosi rischia di buttare il bambino con l’acqua sporca.
La tempistica con la quale ha lanciato il suo grido di allarme è sospetta. Allo stesso modo fa pensare che alla base dell’atto di vigilanza da parte della Regione, peraltro tardivo in quanto la situazione ha già raggiunto il suo acme nella passata amministrazione e ora si sta faticosamente risolvendo, ci sia una segnalazione proveniente dall’interno.
Come Partito Democratico saremo sempre dalla parte dei lavoratori soprattutto quando i loro interessi sono legittimi, come legittimo è l’accordo conciliativo siglato davanti alle autorità preposte.
Plaudiamo dunque all’efficace azione del nuovo cda che in pochissimo tempo è riuscito a ricomporre anche dal punto di vista politico una situazione in stallo da molti anni, foriera di gravi disagi per lavoratori e anche ospiti.
Sarebbe il caso, piuttosto, che senatori e deputati della Repubblica dessero una mano per scongiurare l’imminente, nuovo e pesante aumento delle rette nelle case di riposo, chiamando in causa il governo oppure convincendo la Regione del Veneto a stanziare i 100 milioni richiesti dalla mozione del gruppo regionale Pd”.

All’ex Primo Cittadino fa invece eco, con una nota, Verona Domani.

“Esprimiamo profonda preoccupazione per la grave situazione economica-finanziaria dell’Ipab (Istituto Assistenza Anziani) di Verona. L’attività di esercizio 2022 presentava e, presenta purtroppo tuttora, importanti perdite che, a quanto sembra, sono anche all’attenzione della Regione Veneto che sta monitorando la situazione e potrebbe prendere anche decisioni drastiche relative alla gestione politica-ammnistrativa dell’ente stesso. Il nostro rappresentante all’interno del Cda dell’Istituto, in quota minoranza-centrodestra, da tempo aveva sollevato dubbi e preoccupazioni per le scelte del Consiglio, ritenute assolutamente inopportune e non consone alla buona governance, sia dal punto di vista economico, che strategico e funzionale dell’ente, votando ovviamente contro l’approvazione del bilancio 2022. Scelte, compiute dal presidente e dai componenti del Cda della maggioranza, nominati dall’amministrazione comunale, che hanno generato gravi perdite, certificando una situazione economica-finanziaria fortemente negativa ed in passivo”.

Incipit che poi prosegue:

“La situazione economica-finanziaria di uno degli Enti più importanti per tantissime famiglie veronesi è assolutamente grave e deficitaria, come testimoniato dal bilancio 2022 in negativo. Un bilancio che era stato ovviamente bocciato dal nostro consigliere, che aveva denunciato alcune scelte del Cda assolutamente dannose per il buon andamento dell’Istituto. Tra queste, l’inutile, ingiustificata e alquanto “dispendiosa” assunzione di un nuovo dirigente, quando erano già presenti altre due figure dirigenziali all’interno dell’ente, ampiamente sufficienti. Non solo – proseguono gli esponenti di Verona Domani – Ci risulta infatti che la Regione abbia acceso i fari, chiedendo accurate e dettagliate delucidazioni al presidente dell’Ipab Verona, su un accordo conciliativo siglato con alcune sigle sindacali dei dipendenti, che avrebbe comportato un aggravio di spese di quasi 500 mila euro per l’Istituto. Risorse che sarebbero potute esser impiegate in strutture, mezzi ed apparecchiature per i nostri anziani. Il tutto, nonostante un bilancio in grave perdita. Una situazione paradossale e grave, che potrebbe portare persino al commissariamento dell’Ente. Nell’attesa di capire come si muoverà la Regione Veneto, presenteremo nei prossimi giorni un’interrogazione in Consiglio Comunale”.

Giungono infine le considerazioni riportate dal Presidente dell’Istituto, l’Avv. Franco Balbi.

“Da tempo stiamo lavorando per far fronte alle difficolta economiche che la precedente gestione ci ha lasciato in eredita’.
Nell’ottobre 2022, al momento del nostro insediamento, ci siamo immediatamente resi conto della difficile situazione economica dell’Istituto ed abbiamo iniziato a lavorare per far fronte ai tanti problemi irrisolti dal
precedente Consiglio di Amministrazione.
Da quel momento e nel corso del 2023 abbiamo

riaperto numerosi reparti, arrivando negli ultimi mesi ad ospitare mediamente 480 persone non autosufficienti (a fronte dei 430 di ottobre 2022), oltre ai 24 autosufficienti;

accelerato la procedura per l’apertura di un Hospice di 14 posti che contiamo di avviare nei primi mesi del 2024;

conciliato le cause che si trascinavano dal 2019 con circa 250 dipendenti ed ex dipendenti utilizzando una parte dei fondi accantonati a bilancio;

ripreso normali relazioni sindacali con le rappresentanze dei lavoratori;

avviato una revisione dell’organizzazione del lavoro di tutto l’Istituto per razionalizzare la struttura eliminando sovrapposizioni e riducendo in costi, affidato ad una societa’ specializzata la diagnosi energetica dei nostri immobili (che si sta concludendo in questi giorni) per poter programmareinterventi di risparmio energetico;

concluso la prima fase di progettazione perl’ampliamento e la ristrutturazione del Centro Leo Cirla di Marzana;

collaboriamo ad un progetto del PNRR di cohousing unitamente al comune di San Giovanni Lupatoto, a quello di Verona ed Agec.

A fronte dell’impegno del CdA e d itutti i lavoratori dell’Istituto, l’ULSS 9 Scaligera ha drasticamente ridotto le impegnative di residenzialita’ (vale a dire il contributo versato alle RSA per l’assistenza agli ospiti non autosufficienti).

E ciò per un motivo banale: il mancato incremento del fondo messo a disposizione della Regione Veneto per la non autosufficienza, nonostante l’aumento esponenziale della domanda da parte dei cittadini.

Gia’ nella Conferenza Stampa del 28 settembre u.s. i Presidenti delle IPAB veronesi avevano levato un grido di allarme chiedendo alla Regione ed all’ULSS di adeguare i finanziamenti per la non autosufficienza che risultano del tutto inadeguati.

Da mesi Roberto Volpe (presidente di URIPA – l’associazione veneta delle RSA) chiede, inascoltato, l’aumento del fondo regionale.
Per quanto ci riguarda, a fronte di un significativo aumento degli ospiti non autosufficienti rispetto all’anno scorso, nel 2023 l’ULSS 9 non ha proporzionalmente incrementato il contributo versato al nostro Istituto! Questo ci impedira’ di chiudere il 2023 in pareggio di bilancio, anche se il disavanzo sara’ considerevolmente ridotto rispetto al 2022.

Certo, se i contributi regionali fossero in linea con i bisogni dei cittadini e conseguentemente con li numero degli ospiti accolti da noi, il risanamento dei conti dell’Istituto sarebbe molto piu’ vicino”.

 
 

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