Il Consiglio Regionale del Veneto approva la nuova Legge Quadro sul contenimento del consumo di suolo. E’ davvero così ?.

 
 

 

Nel corso della seduta di ieri (29 maggio 2017), il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato in tarda serata con 26 voti favorevoli, 13 contrari e 4 astenuti la nuova Legge Quadro per il contenimento graduale del consumo del suolo dopo che il testo era stato  licenziato favorevolmente dalla Commissione II il 16/02/2017 con i seguenti voti:

  • favorevoli: il presidente Calzavara e i consiglieri Michieletto e Rizzotto del Gruppo consiliare Zaia Presidente, il consigliere Bassi del Gruppo consiliare Lista Tosi per il Veneto ed il consigliere Guarda del Gruppo consiliare Alessandra Moretti Presidente, il consigliere Montagnoli del Gruppo consiliare Liga Veneta Lega Nord;
  • contrari: il consigliere Zanoni – con delega del consigliere Fracasso – del Gruppo consiliare Partito Democratico, il consigliere Brusco del Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle.

Come ha sottolineato lo stesso Presidente della Seconda Commissione consiliare permanente la Legge Quadro per il graduale contenimento del consumo di suolo in Veneto è frutto del ‘buon senso‘ e rappresenta “una autentica svolta nella gestione del territorio”, ed è conseguenza “di un proficuo e costruttivo confronto tra maggioranza e minoranza”, al fine di coniugare assieme sostenibilità, tutela dell’ecosistema e sviluppo, partendo dal presupposto incontrovertibile che la nostra Regione, assieme alla Lombardia, ha fino ad ora consumato più suolo in Italia e che era quindi quanto mai opportuno segnare un cambio di prospettiva in ordine allo sfruttamento del territorio veneto. Perplesse parte delle minoranze, che, oltre ad aver chiesto un maggior finanziamento alla legge per “dare un chiaro segnale del nuovo corso imboccato dalla regione sulla materia”, come ha sottolineato il controrelatore di minoranza, hanno contestato comunque l’eccessiva presenza di eccezioni rispetto alle norme di contenimento del suolo, “una legge che non ha raggiunto gli obiettivi che si era posta”.

In sede di dichiarazione di voto, ciascuna forza politica ha voluto intervenire, alcuni gruppi della minoranza hanno lasciato libertà di voto, altri si sono astenuti mentre è risultato compatto il sostegno della maggioranza. Il Presidente della II Commissione, nella replica finale ha rimarcato come “il Veneto con questa legge entra nel club della poche regioni che in Italia hanno una legge specifica sul consumo del suolo: oggi è un giorno in cui si inizia a parlare di una nuova attenzione verso il paesaggio, verso la bellezza, verso il territorio. Sono convinto che l’applicazione di questa legge inizierà un percorso di cura del paesaggio. Questa legge è pienamente rispondente a quanto aveva posto nel suo programma il presidente della Giunta. Chi sostiene che questa legge non è coraggiosa dice il falso: questa è una legge coscienziosa, che dà l’avvio ad una nuova stagione. E’ l’inizio di un nuovo percorso e che andrà valutata con i provvedimenti attuativi affidati alla Giunta”.

Andiamo ora a  evidenziare i punti, a nostro avviso, più critici di questa “legge coscienziosa che dà l’avvio ad una nuova stagione in cui si inizia a parlare di una nuova attenzione verso il paesaggio, la bellezza e il territorio”.

Art. 11- Disposizioni finali. 1. Sono sempre consentiti sin dall’entrata in vigore della presente legge: a) gli interventi previsti dallo strumento urbanistico generale ricadenti negli ambiti di urbanizzazione consolidata; b) gli interventi di cui agli articoli 5 e 6, con le modalità e secondo le procedure ivi previste; c) i lavori e le opere pubbliche o di interesse pubblico; d) gli interventi di cui agli articoli 2 e 3 e agli articoli 4 e 4 bis, limitatamente agli ampliamenti delle attività esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge, della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 55 “Procedure urbanistiche semplificate di sportello unico per le attività produttive”; e) gli interventi di cui all’articolo 44 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11, e, comunque, tutti gli interventi connessi all’attività dell’imprenditore agricolo; f) l’attività di cava ai sensi della vigente normativa; g) gli interventi di cui alla legge regionale 8 luglio 2009, n. 14 “Intervento regionale a sostegno del settore edilizio e per favorire l’utilizzo dell’edilizia sostenibile e modifiche alla legge regionale 12 luglio 2007, n. 16 in materia di barriere architettoniche”, le cui premialità sono da considerarsi alternative e non cumulabili con quelle previste dal presente Capo; h) gli interventi di cui alla legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 “Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto” e ai relativi provvedimenti attuativi; i) gli interventi attuativi delle previsioni contenute nel piano territoriale regionale di coordinamento (PTRC), nei piani di area e nei progetti strategici di cui alla legge regionale 23 aprile 2004, n. 11. 2. Ai fini della realizzazione degli interventi di cui al comma 1, lett. b), sono consentite eventuali varianti allo strumento urbanistico comunale.

Art. 4 – Misure di programmazione e di controllo sul contenimento del consumo di suolo. 1. Il consumo di suolo è gradualmente ridotto nel corso del tempo ed è soggetto a programmazione regionale e comunale. 10 2. La Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, stabilisce entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge: a) la quantità massima di consumo di suolo ammesso nel territorio regionale nel periodo preso a riferimento, in coerenza con l’obiettivo comunitario di azzerarlo entro il 2050, e la sua ripartizione per ambiti comunali o sovracomunali omogenei, tenendo conto, sulla base delle informazioni disponibili in sede regionale e di quelle fornite dai comuni con le modalità e nei termini indicati al comma 5, dei seguenti aspetti:[…].

Art. 12 – Disposizioni transitorie. 1. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 11, fino all’emanazione del provvedimento di cui all’articolo 4, comma 2, lettera a): a) non è consentito consumo di suolo; b) non è consentita l’introduzione nei piani territoriali ed urbanistici di nuove previsioni che comportino consumo di suolo. 2. In deroga alla limitazione di cui al comma 1, lettera a), sono consentiti gli interventi negli ambiti inedificati nella misura del 30 per cento della capacità edificatoria complessivamente assegnata dagli strumenti urbanistici generali. 3. Sono fatti salvi i procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della presente legge relativi: […].

Quindi riassumendo, salvo errori interpretativi:

  1. Sarà solo la Giunta che fisserà entro 180 giorni dall’entrata in vigore della Legge Quadro, approvata ieri, ai sensi dell’art.4, la quantità massima di consumo di suolo;
  2. Le Cave, grandi opere, autostrade, piano casa, capannoni, serre agroindustriali, …, saranno attività in deroga sempre concesse ai sensi dell’art.11, nonostante la quantità massima determinata dalla Giunta;
  3. I Comuni in attesa del provvedimento della Giunta potranno costruire in deroga ai divieti generali, ai sensi dell’art. 12.

Il consumo di suolo in Italia rallenta rispetto al passato, ma il cemento guadagna ancora un segno più. Colpa, soprattutto, di una crisi economica che non ha favorito politiche adeguate di pianificazione e tutela del territorio. È la fotografia scattata dal rapporto ISPRA sul consumo di suolo 2016 (pubblicato nel luglio del 2016). Un fenomeno che viaggia alla velocità di 4 metri quadrati ‘mangiati’ ogni secondo, per un totale di 35 ettari al giorno, ovvero 250 km quadrati in un biennio. E che ci costerà 800 milioni di euro l’anno. Oltre ad averci fatto dire addio in 25 anni a un quarto dei campi coltivabili, come denuncia Coldiretti.

L’Istituto superiore per la protezione ambientale – ISPRA – lancia l’allarme: è urgente assicurare un reale contenimento del consumo di suolo, soprattutto nelle aree a rischio idrogeologico o sismico, dando ai Comuni indicazioni chiare e strumenti utili. “L’obiettivo non è bloccare il settore edilizio – sostiene l’ISPRA – bensì promuovere un’edilizia di qualità, sostenibile nell’uso delle risorse ambientali”.

I dati. Secondo l’ISPRA il consumo di suolo in Italia continua a crescere, pur segnando un importante rallentamento negli ultimi anni: tra il 2013 e il 2015 le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 250 chilometri quadrati di territorio, ovvero, in media, circa 35 ettari al giorno, quasi come 35 campi di calcio. Una velocità di trasformazione di circa 4 metri quadrati di suolo che, nell’ultimo periodo, sono stati irreversibilmente persi ogni secondo. Dopo aver toccato anche gli 8 metri quadrati al secondo degli anni 2000, il rallentamento iniziato nel periodo 2008-2013 (tra i 6 e i 7 metri quadrati al secondo) si è consolidato, quindi, negli ultimi due anni, con una velocità ridotta di consumo di suolo, che continua comunque a coprire, ininterrottamente, aree naturali e agricole con asfalto e cemento, edifici e fabbricati, centri commerciali, servizi e strade. I dati della rete di monitoraggio dell’Istituto di protezione ambientale mostrano come, a livello nazionale, il suolo consumato sia passato dal 2,7% degli anni ’50 al 7,0% stimato per il 2015, con un incremento di 4,3 punti percentuali e una crescita percentuale del 159% (1,2% ulteriore tra il 2013 e il 2015). In termini assoluti, si stima che il consumo di suolo abbia intaccato ormai circa 21.100 chilometri quadrati del nostro territorio.

I costi occulti. I costi della cementificazione non sempre immediatamente percepiti prevedono una spesa media che può arrivare anche a 55.000 euro all’anno per ogni ettaro di terreno consumato e cambiano a seconda del servizio ecosistemico che il suolo non può più fornire per via della trasformazione subita. Si va quindi dalla produzione agricola (oltre 400 milioni) allo stoccaggio di carbonio (circa 150 milioni), dalla protezione dell’erosione (oltre 120 milioni) ai danni provocati dalla mancata infiltrazione dell’acqua (quasi 100 milioni) e dall’assenza di insetti impollinatori (quasi 3 milioni). Poiché ad un aumento di 20 ettari per km quadrato di suolo consumato corrisponde un aumento di 0.6 gradi della temperatura superficiale, è stato stimato che, solo per la regolazione del microclima urbano, il costo si aggira intorno ai 10 milioni l’anno. Tra le città, la maglia nera dei costi spetta a Milano con 45 milioni, seguita da Roma (39) e Venezia (27).

Le aree più colpite. Grazie all’uso di nuovi strumenti cartografici, l’ISPRA è riuscita a individuare con più precisione le aree dove il problema della cementificazione selvaggia è più grave. Nel 2015, in 15 regioni viene superato il 5% di suolo consumato, con il valore percentuale più elevato in Lombardia e in Veneto (oltre il 10%) e in Campania, Puglia, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Sicilia e Liguria dove troviamo valori compresi tra il 7 e il 10%.

Le aree a rischio idrogeologico e sismico. Sul totale di suolo consumato in Italia, l’11,7% ricade all’interno di aree classificate a pericolosità da frana da moderata a molto elevata, il 16,2% in aree a pericolosità idraulica moderata e il restante 72,1% al di fuori di aree a pericolosità idrogeologica. I dati confermano, inoltre, l’elevata presenza di aree costruite all’interno delle zone a pericolosità sismica alta, con i valori massimi in Lombardia (14,3%) e in Veneto (12,5%).

Il consumo di suolo procapite. Il tasso di consumo di suolo in Italia confrontato con la crescita demografica mostra una crescita consistente nel corso degli anni fino al 2013, con un valore di suolo consumato pro-capite che passa dai 167 metri quadrati del 1950 per ogni italiano, a quasi 350 metri quadrati nel 2013. Nel 2014 ci sarebbe una prima leggera decrescita: il valore scende a 345 metri quadrati pro-capite.

Il confronto con l’Europa
. Secondo le stime di Eurostat (2016), la quota di territorio con copertura artificiale in Italia è stimata pari al 7,0% del totale, contro il 4,1% della media dell’Unione Europea. L’Italia si colloca al sesto posto dopo Malta (32,6%), Belgio (12,1%), Paesi Bassi (12,3%), Lussemburgo (10,1%) e Germania (7,1%).

Alberto Speciale

 

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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