Chiusi metà classi di nidi e materne, famiglie in ginocchio

 
 

Un effetto domino che sta mettendo in ginocchio scuole e famiglie. L’attuale meccanismo sulle quarantene da Covid ha generato la chiusura di quasi il 50 per cento delle classi di nidi e scuole materne comunali a fronte del 2 per cento di positività di bambini.

Infatti, nella fascia d’età da 0 a 6 anni basta un contagiato in classe per far scattare la chiusura perché i bambini sono senza mascherine. La chiusura della classe si ripercuote sulle famiglie, costrette a dover gestire l’imprevisto con problemi per la routine giornaliera. L’Amministrazione sta dando il massimo supporto, anche in termini economici, dal momento che le assenze dovute a contagio ridurranno la retta in base ai giorni di assenza. Un miglioramento organizzativo dovrebbe derivare dalla nuova indicazione della Regione, che da oggi ha stabilito per il rientro in presenza degli alunni la presentazione dell’esito negativo del tampone e non sono più necessarie altre certificazioni del Sisp o del medico curante.

Che la ripresa delle scuole dopo le festività natalizie avrebbe invertito la tendenza di fasce d’età maggiormente contagiate, era ampiamente prevedibile. Nell’ultima settimana, infatti, i maggiori casi si registrano tra i ragazzi da 10 a 19 anni, con 4078 ogni 100 mila abitanti. La seconda fascia che registra maggior contagi è quella da 0 a 9, con 4046 casi. Di conseguenza la terza classe è quella da 30 a 39 anni con 3489 casi, in pratica i genitori dei ragazzi.

Scuole dell’infanzia e nidi comunali, dati al 19 gennaio. Nelle scuole dell’infanzia le sezioni chiuse sono 35 su 78, per una percentuale del 44,87%. Sono invece 3 le scuole chiuse, quelle di Poiano, le Alessandri e le Montessori, su un totale di 28 (10,71%). Su 1841 bambini sono 41 quelli positivi (2,23%), mentre gli insegnanti sono 7 su 230 (3,04%). Nei nidi comunali le sezioni chiuse sono 24 su 50 (48%) e, come per l’infanzia, sono tre i nidi chiusi, Pestrino, Garbini e S. Croce. Su 1018 bambini sono 25 quelli positivi (2,46%), mentre le educatrici sono 15 su 325 (4,62%).

 
 

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