Cda o Amministratore Unico? Scoppia la polemica su Agec Onoranze Funebri

 
 

“Amara sorpresa alla soglia del 1 Maggio, festa dei lavoratori, per i dipendenti di AGEC onoranze funebri, che hanno visto la propria rappresentanza nel consiglio di amministrazione totalmente esautorata”.

L’incipit è di Nicoló Zavarise, Consigliere comunale Lega, dopo la delibera dello scorso cda di Agec di sostituire in pancia alla propria controllata Onoranze Funebri, il consiglio di amministrazione con un amministratore unico.

“Lo statuto di AGEC onoranze funebri – spiega Zavariseprevede che, qualora la società sia guidata da un consiglio di amministrazione, ai soci lavoratori spetti il diritto di nominare un proprio rappresentante in cda, e questa è la strada che è sempre stata percorsa dal 2012 in poi”.

“Ma dal 1 maggio non sarà più così” – sottolinea il capogruppo del carroccio.

“Ciò che è più assurdo è che tale decisione proviene da una amministrazione che per propria fisionomia e caratterizzazione politica dovrebbe essere la prima a porre attenzione su dipendenti e lavoratori. In un’azienda come quella di onoranze funebri i lavoratori costituiscono un patrimonio fondamentale, essendosi rivelati in molte occasione fondamentali nelle decisioni e nelle scelte aziendali e avendo consentito di avere rapporti sindacali sereni e costruttivi che hanno permesso di evitare situazioni incresciose come quelle che abbiamo dovuto assistere in AGEC alcune settimane fa, con le rappresentanze sindacali riunite a protestare sotto le finestre della sede aziendale di via Noris.

Optare per l’amministratore unico significa rinunciare a questo fondamentale contributo che i lavoratori hanno dimostrato di poter dare. AGEC, mantenendo un proprio rappresentante in cda, avrebbe avuto una grossa ed imperdibile occasione per dimostrare a città, soci e sindacati che i lavoratori devono continuare ad essere considerati una risorsa primaria ed insostituibile, specialmente per l’importanza strategica della partecipazione diretta dei dipendenti”.

“Ricordo infine – conclude Zavarise che la scelta di mantenere un consiglio di amministrazione non avrebbe comportato un aggravio dei costi rispetto alla scelta di un amministratore unico, perché in onoranze funebri i consiglieri non hanno mai percepito nè percepiscono alcun compenso nè altra forma di indennità”.

A stretto giro arriva la risposta della Presidente dell’azienda di via Noris Anita Viviani.

“Le polemiche sulla sostituzione del consiglio di amministrazione di Agec Onoranze Funebri con un amministratore unico sono per una parte infondate e per l’altra parte pretestuose, denotando una inaccettabile volontà di strumentalizzare.

E’ il Testo Unico delle Società Partecipate (Tusp) ad affermare che “l’organo amministrativo delle società a controllo pubblico è costituito, di norma, da un amministratore unico” (articolo 11 comma 2). Chi decide diversamente deve inviare la relativa delibera alla Corte dei Conti. Il Consiglio di amministrazione di Agec si è dunque limitato a prendere atto di tale indirizzo che nella sua semplicità è chiaro ed inequivocabile.

Dire che finora si è mantenuto il cda di Onoranze Funebri per garantire una rappresentanza ai lavoratori è totalmente infondato, in quanto il posto all’interno del cda veniva garantito non già ai lavoratori in quanto tali, ma soltanto ai soci lavoratori, che sono una parte, ai quali rimangono comunque tutti i poteri dei soci, compreso quello di impugnare le delibere.

E’ una mezza verità anche che il consiglio di amministrazione di Onoranze Funebri non percepisse alcun compenso: ai componenti venivano infatti riconosciuti i rimborsi spese. Stendiamo infine un velo pietoso sulla modalità con cui Onoranze Funebri ha chiuso l’ultimo bilancio, tutta giocata sulla compressione del costo del lavoro. Lavoro sul quale ora qualcuno piange lacrime di coccodrillo”.

 
 

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