Cavalleria Rusticana e Pagliacci, l’Arena torna maestosa

 
 

Dopo la memorabile anteprima con Riccardo Muti, nel fine settimana debuttano i nuovissimi allestimenti scenici del 98° Festival, con l’Opera che torna finalmente nella sua forma più completa unendo la spettacolare tradizione areniana e, per la prima volta, innovative scenografie digitali.
Venerdì 25 tocca ai due capolavori del Verismo, opere brevi ma diversissime in un’unica serata: Cavalleria rusticana di Mascagni in coppia con Pagliacci di Leoncavallo, le cui immagini riuniscono cinque istituzioni museali Italiane e Vaticane, spaziando dai paesaggi siciliani ad un inedito omaggio al cinema di Federico Fellini e aprendo una finestra internazionale sulla Bellezza del Paese. Marco Armiliato dirige un cast di stelle internazionali.
Sabato 26 il giovane maestro Diego Matheuz debutta con grandi voci verdiane per la prima volta in Arena nella nuova produzione in forma scenica di Aida, in collaborazione col Museo Egizio di Torino.
Il Festival areniano è pronto a mostrare al pubblico il ritorno dell’Opera nella sua forma scenica completa: regia, scenografie, costumi, luci sono firmate interamente del comparto artistico areniano, integrate dalle innovative scenografie digitali realizzate in collaborazione con D-wok per il video-design. Venerdì 25 giugno l’Opera Festival vede quindi il ritorno del potentissimo dittico verista Cavalleria rusticana – Pagliacci. Le due opere, atti unici composti a breve distanza per la musica di Pietro Mascagni e Ruggero Leoncavallo (anche autore del testo e “battezzato” alla prima da Toscanini), a partire dalla metà del Novecento sono tradizionalmente eseguite insieme per la durata ridotta e per i temi comuni (passioni forti e triangoli amorosi, intreccio sapiente di intenso dramma privato e di partecipazione corale, sullo sfondo di feste religiose e ambiente mediterraneo).

Cavalleria rusticana, dal trionfo nel 1890 è considerata il capolavoro insuperato di Mascagni: nata in breve tempo sui versi di Menasci e Targioni-Tozzetti, riproduce fedelmente la trama della novella di Giovanni Verga, aggiungendovi un’efficace, potente e inedito respiro melodico. In una Sicilia illuminata dal sole della domenica di Pasqua e dal profumo degli aranci, la giovane Santuzza, promessa a Turiddu, si vede improvvisamente rifiutata dall’amato, che preferisce intrecciare una relazione con Lola, moglie del carrettiere Alfio. Dopo un drammatico confronto con Turiddu che ne sancisce la rottura definitiva, Santuzza decide di svelare tutto a compar Alfio. Mentre il dramma precipita, sfilano le processioni religiose e l’inno al Risorto. Con il patrocinio del Ministero della Cultura, durante le prime note e il coro Inneggiamo sfileranno le immagini digitali di tre importantissime istituzioni culturali coinvolte: ai paesaggi senza tempo del Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento si uniscono le riproduzioni di affreschi e disegni storici provenienti dai Musei Vaticani e dalle collezioni della Biblioteca Apostolica Vaticana.

Pagliacci aggiunge all’immediatezza del dramma verista una dimensione meta-teatrale, sin dal prologo che invita lo spettatore alla compassione per i personaggi in scena, ispirati ad un fatto di cronaca reale che segnò indelebilmente l’autore. Leoncavallo racconta la vicenda di Nedda e Canio, coppia di artisti girovaghi che riproducono ogni sera il buffo tradimento di Colombina ai danni di Pagliaccio. Le cose si complicano nella vita reale, quando Silvio, il vero amore di Nedda, la invita a fuggire insieme lontano da questa vita e Canio li scopre, grazie alla soffiata del deforme e non corrisposto Tonio. Per portare in scena questo mondo circense, colorato e surreale ma terribilmente vero nella sua finzione, i creativi della Fondazione Arena si sono rivolti all’immaginario di Federico Fellini, in particolare a La Strada (1954) ma ammiccando a tutto il suo universo cinematografico. Per l’intermezzo dell’opera saranno fondamentali le immagini del cineasta riminese, di cui è appena ricorso il centenario, grazie alla collaborazione del Museo Nazionale del Cinema (Torino) e del Fellini Museum Rimini, che sarà inaugurato in agosto.

 
 

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