Cassazione, mancata chiusura scuole non antisismiche: risponde il Sindaco

 
 

Il Sindaco che omette di chiudere una scuola, nonostante dal relativo certificato di idoneità statica ne emerga la non idoneità sismica, rischia di essere condannato per il reato di omissione di atto d’ufficio: le risultanze di un tale certificato, infatti, impongono la chiusura senza ritardo per ragioni di sicurezza pubblica.

A tal proposito, da quanto emerge dalla Sentenza n. 190 dell’8 gennaio 2018 della Corte di Cassazione, a nulla rileva la circostanza che l’edificio insista su un territorio classificato a bassa sismicità (vedi qui mappa sismicità Italia), né la circostanza che l’inadeguatezza dell’immobile, tenendo conto dei parametri costruttivi antisismici, sia minima. Dalla lettura si evince “con assoluta chiarezza che compete agli enti locali verificare le condizioni di sicurezza degli edifici scolastici e disporne la chiusura, quando risultino privi del certificato antisismico”.

In particolare, è stato condannato per omissione di atti d’ufficio il Sindaco che si era opposto alla chiusura di una scuola priva delle opportune certificazioni. Secondo la Suprema Corte, la presenza di un “basso livello di rischio”, rilevata in considerazione della ridotta sismicità del territorio, non costituisce una motivazione valida per ritenere idoneo all’uso un edificio pubblico: “La inosservanza della regola tecnica di edificazione proporzionata al rischio sismico di zona, anche ove quest’ultimo si attesti su percentuali basse di verificabilità, integra pur sempre la violazione di una norma di aggravamento del pericolo e come tale va indagata e rileva ai fini dell’applicabilità del sequestro preventivo”.

Pertanto, la Sentenza ribadisce che in capo agli enti locali sussiste la responsabilità di verificare le condizioni di rischio degli immobili e di fissare le misure preventive da adottare, anche in caso di eventi caratterizzati da imprevedibilità (come nel caso degli eventi sismici).

La Sentenza è stata prontamente commentata dall’Associazione Nazionale Presidi (ANP) che ritiene da sempre inaccettabili le responsabilità poste in carico ai dirigenti scolastici per quanto attiene alla delicatissima e prioritaria questione della sicurezza, in un contesto di ricorrente carenza di risorse, di misure preventive, di concreta trasparenza e di collaborazione con gli enti proprietari. L’ANP ricorda peraltro che in base al recente Rapporto pubblicato da Legambiente, “Ecosistema Scuola 2017”, oltre il 41% degli edifici scolastici (pari a 15.055) si trova in zona sismica 1 e 2, cioè a rischio di terremoti fortissimi o forti; il 43% di questi risale a prima del 1976, e cioè a prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica; solo il 12,3% delle scuole presenti in queste aree risulta progettato o adeguato successivamente alle tecniche di costruzione antisismica. In quattro anni finanziati 992 progetti tra interventi per adeguamento sismico e nuovi edifici, di cui solo 532, pari al 3,5% del totale, in aree a rischio elevato. Di questo passo occorreranno altri 113 anni per mettere in sicurezza le scuole nelle aree più fragili del Paese.

L’ANP suggerisce di vigilare sull’operato degli enti locali, rilevandone senza indugio le eventuali omissioni e richiedendo con la dovuta fermezza l’effettuazione dei necessari interventi di natura strutturale e/o impiantistica.

Le reazioni alla Sentenza saranno immediate in tutta la penisola notoriamente indietro di 30 anni sulla prevenzione del rischio sismico. Molti edifici pubblici, e non solo scuole, non sono mai stati adeguati perchè le cifre necessarie sarebbero stratosferiche e al di sopra del  bilancio pubblico. Si tratta di una delle infinite inerzie delle istituzioni mai sanzionate e di cui si parla solo in caso di tragedie. Quindi quando ormai è tardi.

Inoltre pur sapendo del rischio sismico in cui incorre l’Italia non c’è mai stata una vera programmazione fatto salvo le Leggi “ad hoc” degli ultimi anni. La “scossa” della Cassazione rischia di provocare una reazione a catena in grado di paralizzare tutto il sistema scolastico e dei servizi pubblici.

Che cosa succederebbe domani se tutti i sindaci, i prefetti, i presidenti di Province e Regioni chiudessero tutti gli edifici pubblici a rischio?

Da oggi è scritto nero su bianco che non chiudere una scuola integra il reato di omissione di atti d’ufficio. La tragedia del crollo della scuola primaria Jovine a San Giuliano di Puglia, in cui persero la vita 27 bambini e la loro maestra non ha insegnato nulla.

Fino all’8 gennaio.

Sarebbe eticamente bello poter leggere, in trasparenza, una relazione da parte dell’Amministrazione comunale e provinciale in cui vengono identificate le scuole prive del certificato di idoneità sismica. Sarebbe un gesto coraggioso e di autentico rispetto nei confronti dei bambini. Ripartiamo da loro.

Alberto Speciale

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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