Caso medici, Ferrari: “Sboarina apra un tavolo con Università e Ordine”

 
 

“Il Sindaco è la massima autorità sanitaria, è suo il compito alzare la voce: lo schieramento politico qui non c’entra, siamo tutti coinvolti”.

Così Tommaso Ferrari sulle delibere di Ferragosto della Regione Veneto, con la prevista assunzione di 500 medici non specializzati “che hanno dell’assurdo – continua -, secondo il classico metodo di “peso el tacon del buso”, come si direbbe a Verona. Da un lato perché questa mossa di Zaia suona come un vero e proprio insulto contro i tanti giovani medici che, per carenza di fondi non accedono alle scuole di specialità, dall’altra perché rischi di mettere in seria discussione i servizi resi alla popolazione veronese. È del tutto ovvio che medici senza specializzazione che hanno svolto un corso di sole 96 ore non possono essere paragonati a chi svolge un percorso pluriennale di formazione, e i rischi sono sotto gli occhi di tutti: mentre la qualità delle cure offerte dalle strutture pubbliche della regione diminuirà, tanti specializzandi capaci saranno sempre più attratti da carriere all’estero o nella sanità privata. Una città come Verona, strategica nel sistema sanitario regionale anche perché sede universitaria, non può permettersi di passare con leggerezza su una decisione simile.

C’è solo una cosa da fare, se il Sindaco ha a cuore l’interesse dei cittadini più delle appartenenze politiche. Convocare Università, Sindacati, Ordine dei Medici, tutti compatti nell’essere contrari a queste delibere, e fare una nota congiunta alla Regione affinché torni sui suoi passi.  Quando c’è di mezzo la salute, non devono né possono esistere colori politici”.

 
 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here