Case di Riposo e Rette insostenibili, la preoccupazione del PD

 
 

“Con pensioni e salari costantemente erosi dall’inflazione e rette in continua ascesa, quante famiglie potranno ancora permettersi di inserire il proprio caro anziano non autosufficiente in una casa di riposo?”.

Questa, secondo la consigliera regionale Pd Anna Maria Bigon è la domanda che emerge dall’indagine dei sindacati dei Pensionati di Cgil, Cisl, Uil sui rincari delle rette nelle Rsa. 

La ricerca ha mostrato un aggravio medio di oltre 600 euro all’anno (800 sul territorio scaligero) nell’ultimo biennio nella componente alberghiera della retta, che è a carico delle famiglie. Il rincaro sale fino a 1.600 euro all’anno (2.600 euro nel veronese) se l’ospite è privo di impegnativa di residenzialità, caso in cui la famiglia deve farsi carico anche della componente sanitaria della retta”.

“Una salasso per chi è dentro, ma una barriera ormai invalicabile per gli oltre 1.750 anziani che sono in lista di attesa” osserva Bigon, la quale invita la Regione a metter mano al tema delle impegnative di residenzialità: “Dall’ultimo mio accesso agli atti, risulta che su circa 6.500 posti letto disponibili nella nostra provincia, le impegnative riconosciute dalla Regione nel 2024 sono state soltanto 4.919, in crescita di sole 46 unità rispetto al 2023 e di 80 unità rispetto al 2022. A livello regionale la situazione migliora di poco: 28.261 impegnative, in aumento di 292 unità sul 2023 e di 1.080 sul 2022, per circa 32 mila posti letto”. 

“La dinamica delle impegnative rispecchia criteri prettamente ragionieristici, di contenimento della spesa socio sanitaria regionale, non certo l’andamento demografico che vede gli ultra 80enni (fascia di età più a rischio di invalidità) crescere molto più rapidamente. Giocoforza – continua Bigon – se una famiglia ha estrema urgenza di far entrare in struttura un anziano, deve sottoporsi ad uno sforzo economico tremendo”.

“Chiediamo l’adeguamento delle impegnative e interventi per mitigare l’eccessivo carico sulle spalle delle famiglie. Zaia e la Lega spieghino, inoltre, se sono d’accordo con l’emendamento della senatrice leghista Cantù, approvato dalla maggioranza di governo, che esclude ogni partecipazione pubblica alla spesa non sanitaria anche in caso di anziani gravissimi affetti da patologie neuro degenerative” conclude Bigon.