Casa a luci rosse e favoreggiamento alla prostituzione, nei guai una coppia di Bussolengo

 
 

I Carabinieri della Stazione di Bussolengo hanno tratto in arresto A.F.O., un uomo di 56 anni, e M. U., una donna di 53 anni, entrambi italiani e residenti nella provincia di Verona per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
In particolare, qualche mese fa, i Militari della Stazione di Bussolengo, grazie anche alla collaborazione di alcuni residenti, venivano a conoscenza che un appartamento situato in centro paese veniva utilizzato per attività di meretricio. Al fine di verificare che non fossero commessi i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, i Carabinieri predisponevano dei servizi di osservazione del luogo, al fine di identificare in modo discreto gli eventuali “clienti” frequentatori dell’appartamento ed acquisire dagli stessi ulteriori elementi che potessero confermare o smentire la commissione dei reati ipotizzati.
L’attività di indagine svolta con le menzionate modalità, consentiva di accertare in maniera inequivocabile che A.F.O. era titolare del contratto di affitto dell’immobile in argomento e vi abitava stabilmente; inoltre, A. F. O. ed M. U., erano sempre presenti all’interno dell’appartamento quando i “clienti” vi accedevano per ottenere, previo pagamento, una prestazione sessuale da parte di C.A., trentacinquenne italiana, anche lei residente nella provincia di Verona.
Infatti, venivano identificati numerosi uomini attesi all’uscita dell’immobile, cioè dopo aver ottenuto la prestazione sessuale. Questi, una volta identificati, nella maggior parte dei casi, confermavano quanto accaduto poco prima nell’immobile; in particolare, emergeva che gli appuntamenti, per la maggior parte, venivano concordati telefonicamente dopo una ricerca che il cliente eseguiva on line su appositi siti di incontri e, all’interno dell’appartamento, spesso erano presenti A.F.O. e M. U..
Nel pomeriggio dello scorso 3 giugno, i militari documentavano l’ingresso dell’ennesimo “cliente”, decidendo di accedere nell’appartamento nel momento in cui quest’ultimo si sarebbe accinto ad uscire. Di lì a poco, infatti, i Carabinieri entravano nell’appartamento con tali modalità, appurando che in quel momento, oltre a C.A., la quale aveva appena terminato di offrire la sua prestazione sessuale all’ultimo cliente, erano presenti M. U. e A.F.O..
Tutti i presenti venivano, quindi, condotti negli uffici della Caserma dei Carabinieri di Bussolengo, per gli opportuni accertamenti dai quali emergeva come gli arrestati fossero responsabili dei reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione: A.F.O., peraltro gravato da precedenti di polizia specifici, avrebbe dato la possibilità alla donna di prostituirsi nel suo appartamento, ricevendo anche danaro da C.A. per il pagamento di bollette varie, mentre M.U., la quale già da tempo si prostituiva all’interno del medesimo appartamento, sarebbe sospettata di aver reclutato la predetta C.A. avviandola alla prostituzione.
L’immobile in questione veniva perquisito e sottoposto a sequestro, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Verona che veniva informata dell’arresto operato. Il Pubblico Ministero di turno disponeva che A.F.O. venisse condotto presso la Casa Circondariale di Verona Montorio mentre M. U. condotta agli arresti domiciliari presso la sua abitazione.

 
 

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