Carlo Ederle: a cent’anni dalla morte in battaglia, una targa e il ricordo della breve, eroica vita

 
 

Pluridecorato ufficiale d’artiglieria, Carlo Ederle cadde a Zenson di Piave il 4 dicembre 1917, venticinquenne. Ieri stata lì affissa una targa commemorativa, durante una cerimonia in cui, a rappresentanza del sindaco e dell’amministrazione comunale veronese, ha partecipato l’assessore Luca Zanotto, presenti anche i nipoti di Ederle, Andrea e Federica, numerosi pronipoti e il sindaco di Zenson di Piave, Daniele Dalla Nese.

Nato a Verona, primo dei sei figli di Albino e Adele Caviola, il giovane frequentò il liceo classico Maffei, poi la facoltà di ingegneria di Padova; attirato dalla vita militare, si iscrisse alla Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino, da cui uscì nel 1912 col grado di sottotenente.

Tenente dall’ottobre 1913, fu assegnato all’80º reggimento artiglieria da campagna di stanza a Verona e pubblicò alcuni studi di argomento militare. Nell’aprile 1915 fu promosso al grado capitano e, accesa la miccia della prima guerra mondiale, fu inviato a combattere in Cadore, prestando poi servizio al Centro sperimentale di artiglieria di Ciriè; presentò, tuttavia, domanda per tornare al fronte. Sempre in prima linea sul Carso, fu ferito, poi fu designato a dirigere il tiro di controbatteria delle artiglierie della 3ª armata, costituendo, a tal fine, un gruppo di Osservatori d’armata per controllare le mosse del nemico e fornire informazioni ai comandi. Il 2 febbraio 1917 venne insignito della Croce di guerra; ferito nuovamente, il 6 agosto dello stesso anno fu promosso maggiore.

Il 4 dicembre 1917, in azione a Zenson di Piave, fu colpito mortalmente al collo dal tiro di una mitragliatrice; venne sepolto dapprima nel cimitero di Melma, presso il Piave, poi, 1921, le spoglie furono traslate nel famedio BENEFICIS IN PATRIAM del cimitero monumentale di Verona.

Un eroe di tutti i giorni, per tutti i giorni, nelle piccole azioni quotidiane come nelle grandi imprese, che lo hanno reso quella straordinaria figura che oggi ricordiamo”, ha detto Zanotto, che ha ringraziato la Fondazione Ederle e le Associazioni d’Arma “perchè tengono vivi i valori di quegli eroi che, come Ederle, furono e sono per tutti noi esempio ineguagliabile di amore per la patria e senso del dovere”.

 

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here