Caos Sovrintendente, il Sindaco: “Alleanza in dialetto veronese si traduce in ‘carega’”

 
 

Il Sindaco Damiano Tommasi, all’indomani del Consiglio di Indirizzo di Fondazione Arena, che la notte scorsa si è concluso con una spaccatura nella scelta del nome del Sovrintendente, torna sull’argomento con molto rammarico.

“Credo che un manager che abbia una visione non possa accettare un incarico senza l’unanimità del Consiglio che gli deve dare supporto. Il fatto che questo possa avvenire, da una parte mi preoccupa, dall’altra conferma la mia idea che serva la doppia anima di Fondazione, una responsabilità che andava presa come Consiglio d’Indirizzo. Stiamo parlando di Fondazione Arena di Verona, un ente lirico che ha un suo organo collegiale e decisionale, il Consiglio d’Indirizzo, di cui per statuto il sindaco ne è presidente, nel chiaro intento di darne una valenza cittadina. Fin dal primo giorno che abbiamo iniziato ad affrontare il tema, abbiamo condiviso la convinzione che una Fondazione di questo tipo debba essere gestita da un sovraintendente con capacità manageriali e un direttore artistico con capacità artistiche. Cecilia Gasdia era stata individuata come direttrice artistica dalla vecchia amministrazione, diventando poi sovrintendete per un cavillo tecnico, visto che a Gianfranco De Cesaris, diventato poi direttore generale, mancava specifica esperienza nel settore. Siamo fermamente convinti che la Fondazione abbia bisogno di queste due competenze e la nostra proposta è stata fatta con questa visione, nella proiezione di alzare lo sguardo oltre le mura di Verona, pensare a un ruolo internazionale ancora più marcato dell’ente e dargli nuovo respiro. Sicuramente la mia figura di Sindaco, come risultato delle elezioni comunali, ha inciso all’interno del Consiglio di Indirizzo. A quest’ultimo si chiedeva di dotare l’ente di un struttura che così com’è oggi non è adeguata alle sfide che siamo chiamati ad affrontare. Mi preoccupa la posizione presa con la tessera di partito in tasca, che poco a che vedere con la programmazione e la progettazione di Fondazione. Ci sono sicuramente orizzonti temporali diversi rispetto a questo ente, ma il Consiglio d’Indirizzo dovrà rispondere alla città delle sue scelte. Dispiace che il voler piantare una bandierina dal punto di vista partitico si sia tradotto in un voto espresso secondo indicazioni lontane da Verona. Lo dimostra il fatto che la riunione è iniziata con la dichiarazione di voto di uno dei consiglieri, senza nemmeno prendere in considerazione di esaminare i curriculum e i progetti dei due candidati che avevo proposto. I candidati non sono nemmeno stati ascoltati, c’era già una posizione precostituita che, purtroppo, la dice lunga sulle aspettative che si hanno da questa Fondazione. Ci aspetta la sfida sicuramente più importante della città degli ultimi decenni, le Olimpiadi, con l’adeguamento per la accessibilità del monumento e i conseguenti lavori che impatteranno sulle stagioni 2024/2025 e che dobbiamo iniziare già a programmare. Abbiamo la centesima edizione del Festival che parte, che dovrà essere espressione massima di quelle che sono le nostre risorse artistiche ed organizzative della città. La nostra preoccupazione è che non stiamo presentando la squadra migliore, in vista delle scelte di cui dovremo farci carico, penso ai tempi diversi della stagione lirica e di accesso al monumento. Dispiace che si sia usato e si usi un ente come Fondazione per fare attività partitica. Se si vuole fare politica attiva bisogna avere il coraggio di candidarsi, farsi eleggere e poi prendersi le responsabilità che ne conseguono. Ho sentito in questi giorni parole come mediazione, alleanza. Ho capito che alleanza in dialetto veronese si traduce in ‘carega’, purtroppo è una delle difficoltà che personalmente mi sono trovato a gestire in questi mesi non solo per quanto riguarda Fondazione. Le alleanze si costruiscono sulle progettualità, sulla pianificazione, sugli ideali, su che città vorremmo, su che futuro vorremmo per i nostri figli, su che criticità vogliamo risolvere. E non su quanto, dove e con quali compensi si occupano posizioni. Sono contento che qui al tavolo ci siano le persone con cui ci siamo sempre confrontati cercando di trovare una soluzione per dare compattezza al Consiglio d’Indirizzo. L’ho detto fin dal primo giorno, pensare di contare i voti in Consiglio d’Indirizzo vuol dire non avere contezza di cos’è Fondazione Arena e di qual è il suo scopo. Ieri si è parlato tanto di bilanci, ma non si è parlato di numeri di spettatori o di promozione come previsto nello statuto. Rimangono quindi tutte le mie perplessità anche riguardo alla visione che la maggioranza del Consiglio d’Indirizzo ha su questo ente. Personalmente sono convinto che da questa complessa situazione usciamo ancora più sicuri del fatto la strada intrapresa nel voler cambiare alcune modalità sia doverosa e percorribile perché siamo in tanti a crederci. Cerco di mettere sul tavolo di discussione tutte quelle che sono le ragionevoli motivazioni per cui si fanno delle scelte. L’ho ribadito anche ieri in Consiglio d’Indirizzo, ci sono diverse responsabilità attorno al tavolo. Per alcuni è più semplice prendere determinate decisioni, per altri più complicato. Qualcuno ha parlato di tempistiche. Ricordo che abbiamo avuto la conferma formale della costituzione del nuovo Consiglio d’Indirizzo lo scorso 21 febbraio. Ho provato fino all’ultimo di raggiungere una convergenza su quello che ritengo lo schema migliore per affrontare le sfide che dobbiamo vivere e gestire nel prossimo futuro, ossia l’unanimità attorno ad un nome. Non c’è stata la volontà, ad un certo punto ho capito che l’imposizione e l’adeguamento erano le uniche forme per trovare una convergenza. La nomina del sovrintendente spetta al Governo, un’altra anomalia visto che dovrebbe essere ente di controllo e non decisionale.Mi auguro che non possa essere questo il modo di operare in Fondazione per il prossimo futuro, ma che sia la città responsabile di quello che succede attraverso questo ente che gestisce il nostro patrimonio monumentale più importante e sicuramente più impattante sulla vita di tanti cittadini e cittadine.”

 
 

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